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Il Mindset nel poker: nella testa di un vincente

Essere il player tecnicamente più forte ed esperto al tavolo non è sufficiente ad essere un giocatore che fa abitualmente profitto. C’è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione e che deve diventare una priorità per chiunque voglia iniziare a giocare a poker: il Mindset.

Cosa si intende per Mindset? Parliamo dello stato mentale da mantenere al tavolo e fuori. Al tavolo è fondamentale mantenere la massima lucidità per prendere le decisioni in modo corretto e razionale, ma non è così semplice e no, non basta volerlo fortemente.

Il talento e l’esperienza da soli non bastano. Tanti giocatori promettenti e con tutte le carte in regola per diventare veri campioni hanno visto andare in fumo i propri sogni a causa della loro mentalità “immatura” o non pronta.

Vediamo gli aspetti più importanti per raggiungere e mantenere il mindset adeguato prima di sederci al tavolo, durante la sessione e, soprattutto, nella vita in generale.

PER APPROFONDIMENTI LEGGI ANCHE >>>> Come non finire in mutande: l’importanza del Bankroll Management 

La “scusite” del giocatore

Qualcuno ha detto che non esiste il periodo sfortunato nel poker, ma solamente mani giocate male. L’atteggiamento del ricercare sempre una scusa plausibile per gli insuccessi è insito nella natura umana, ma se si fa fatica a tenerlo a bada quando si tratta di situazioni in cui il caso incide solo in minima parte, figuriamoci nel poker dove la varianza è uno degli aspetti cardine del gioco.

Da dove ha origine

Uno dei principi basilari di alcune filosofie orientali e occidentali che hanno analizzato la questione, ribadiscono l’importanza di focalizzarsi solo su ciò che è in nostro potere e accettare di buon grado ogni evento che non ricade in massima parte sotto la nostra responsabilità. È un buon principio di vita per perseguire la serenità personale e tutti dovremmo applicarlo più spesso, in particolar modo quando si tratta di scegliere dove dedicare le nostre energie e la nostra attenzione.

La parte peculiare di questo discorso però viene spesso tralasciata per pigrizia. Sì, vero che non dobbiamo preoccuparci per gli eventi che non rientrano sotto la nostra responsabilità, ma non dobbiamo far rientrare nell’insieme tutto ciò cui ci fa comodo non pensare.

Immagina di metterti alla guida della tua auto e mentre attraversi tranquillo una strada isolata, una mucca ti compare davanti e nel tentativo di evitarla scivoli sull’asfalto e vai a sbattere contro un albero volando fuori dall’abitacolo e rompendoti un braccio.

Sì, potrai dire che è colpa del bovino, della sfortuna o di qualche divinità che non ti ha assistito, ma le gomme erano troppo lisce? Come sei volato fuori dall’auto se avevi le cinture di sicurezza? Le mucche non sono famose per muoversi come Flash, sicuro che non stavi facendo altro e te la sei ritrovata davanti all’ultimo per quel motivo?

Ricercare primariamente all’esterno la causa di qualcosa che non va secondo i piani è un meccanismo psicologico ben conosciuto. Serve a mantenere l’autostima e uno stato emotivo positivo. La cosa ha naturalmente avuto enormi vantaggi evolutivi, ma in certi ambiti della vita ci crea qualche problemino non da poco.

Come combattere questa trappola mentale

Banalmente, ogni volta che accade qualcosa che a prima vista ci sembra imputabile alla sfortuna, non dovremmo cedere alla lusinga della scusa bella pronta che il nostro cervello pigro ci confeziona. Andiamo anzi nel senso opposto, quasi a voler cercare a tutti i costi dove abbiamo contribuito in prima persona a trovarci in una situazione indesiderata adesso.

Se non sei abituato a questo lavoro di introspezione, le prime volte è abbastanza fastidioso e la nostra mente farà di tutto per restare comodamente allo status quo. Quanto è più comoda la vita se tutto ciò di male che accade è colpo di qualcun altro? Dobbiamo combattere questa resistenza e sforzarci di fare questo esercizio per allenare il mindset che ci servirà anche al tavolo.

Perché è pericoloso non prendersi le proprie responsabilità

Nulla fa più danni del non prendersi la responsabilità per gli eventi che accadono. Per tornare sul poker e non dilungarci troppo, se imputiamo alla sfortuna ogni sconfitta, ci sentiamo a posto così con la coscienza e non andiamo poi ad analizzare il gioco cercando dove avremmo potuto cambiare qualcosa per prevenire alcuni rischi. Non andremo neanche a modificare i nostri comportamenti quando ci ritroveremo in situazioni simili e non possiamo aspettarci miglioramenti se non instauriamo l’abitudine a valutare volta per volta il nostro gioco e ragionarci su per trovare punti deboli da limare e idee diverse da mettere in campo.

Preferisci continuare a sentirti un figo perché non perdi mai soldi per colpa tua, o incassare sempre di più perché riesci ad avere l’umiltà di ammettere a te stesso che ogni volta che va male, avresti potuto agire diversamente e quindi lavorarci su di conseguenza in un miglioramento continuo?

La lezione di “Masterchef”

Ultimamente mi è capitato tra i suggerimenti di YouTube qualche video delle vecchie edizioni di Masterchef e ricordo l’intervista a uno dei giudici ove gli veniva chiesto cosa guardasse in un aspirante chef per capire se aveva o meno del potenziale per il programma o per lavorare in una delle sue cucine.

Durante la trasmissione si potevano osservare i concorrenti mettere in mostra varie abilità tra cui la fantasia nelle creazioni, l’abilità nel gestire più cose contemporaneamente, la conoscenza delle materie prime, le loro caratteristiche e abbinamenti e molto altro.

Qual è l’attributo discriminante?

La fantasia e la creatività? Sono aspetti certamente importanti, ma tante volte le abilità richieste sono altre. Queste possono essere una buona ciliegina sulla torta, ma non è l’ingrediente segreto per il successo

La resistenza alla fatica e la propensione al multitasking? Premesso che dai più recenti studi neurologici e cognitivi, il multitasking mentale è un concetto che andrebbe di molto ridimensionato nei discorsi, la capacità di restare concentrati per lunghi periodi aiuta, ma non è nemmeno questo il fattore chiave.

La conoscenza delle materie e delle tecniche? Certamente conoscere le materie da utilizzare e gli strumenti del mestiere è una condizione quasi sempre necessaria al raggiungimento di risultati in cucina, ma mai sufficiente. La teoria da sola non basta. Il saper come deve essere fatto qualcosa è inutile se poi non si sa portare le cose all’atto pratico.

Qual è quindi il segreto per il successo per il giudice di Masterchef?

La tenace propensione al miglioramento continuo.

Parliamo della volontà di fare e superare tutto ciò che è necessario per essere vincenti. Chiediamoci se tutte le persone con un talento innato per qualcosa hanno raggiunto il successo. La stragrande maggioranza delle persone ha propensione o talento naturale per qualcosa, ma ciò che fa tutta la differenza è ciò che abbiamo visto poco fa: l’abitudine a migliorarsi di continuo.

Ricorda: è possibile compensare un po’ alla mancanza di talento con lo studio e l’allenamento, ma non puoi compensare la mancanza di volontà con il talento.

LEGGI ANCHE >>>> Pot Odds e Outs nel poker: cosa sono e tutti i loro segreti

Il Mindset del giocatore vincente e le tre abitudini d’oro

Il giocatore vincente è sicuro di poter sempre migliorare i risultati delle proprie sessioni e non si accontenta mai del livello di abilità raggiunto. Vediamo adesso le tre abitudini d’oro che devi fare tue se vuoi essere un vincete:

1. Rivedere il proprio gioco

Questa è una delle abitudini più incisive nel miglioramento della propria tecnica e strategia di gioco. Abbiamo diversi modi di fare questa cosa:

  • Software ad hoc. Il modo più comodo per analizzare le proprie sessioni di gioco è sfruttare uno dei tanti software di analisi specifici. Ne esistono diversi e i più famosi sono tutti ottimi allo scopo. Vedremo in un altro articolo una disanima completa al riguardo.
  • Annotare tutto. È importante annotare o tenere traccia delle mani che giochiamo. Online viene fatto tutto in automatico da quasi tutte le case di gioco, live va invece fatto attivamente. È un lavoro un po’ noioso, ma la lentezza delle mani live ci dà il tempo di annotarci moltissimo ad esempio nelle note sul telefono (NON mentre si è dentro una mano ovviamente, è vietato più o meno ovunque).
  • Chiedi chiedi chiedi. Se c’è qualcosa che piace ai giocatori di poker, forse ancora di più che stare al tavolo, è parlare delle mani proprie o di altri. Identifica i giocatori esperti o vincenti e chiedi loro un parere. Solitamente nessuno si tira indietro dal dare qualche dritta se chiesta educatamente e nel momento opportuno.
  • Frequenta forum e gruppi. Internet è colmo di forum e gruppi social dove si parla di poker e si analizzano mani e partite. Se pratichi la lingua inglese, preferisci questi forum e gruppi, si può trovare una montagna di informazioni ed è più facile avvicinare veri esperti. È una semplice questione di numeri, ma anche su portali italiani si possono trovare belle comunity cercando bene.

2. Studia, studia e studia

Il poker è un gioco quasi esclusivamente di testa. C’è un sacco da studiare e da imparare, non si finisce mai.

Studiare non significa leggere distrattamente qualche articolo sul tema, ma prendere appunti. Appunta da qualche parte quei concetti nuovi che vuoi far tuoi. Devi diventare avido di informazioni e riprendere periodicamente in mano le guide e gli articoli che hai letto, solo cosi farai tue le sane abitudini che ti porteranno in alto.

3. Concentrazione e ambiente

Quando stai per iniziare una sessione di gioco è fondamentale entrare rapidamente nel mood corretto.

Non giocare mentre fai altro, ad esempio guardare la TV, navigare su internet o altro. Questo gioco può essere approcciato in due soli modi: seriamente, per vincere, distrattamente, come passatempo. Se vuoi giocare come passatempo e non ti pesa pagare il biglietto per la giostra, ci mancherebbe fai pure, ma se sei arrivato fin qui dubito sia questo il caso. Se abbiamo invece intenzione di fare le cose un po’ più seriamente, ricordiamoci a quante cose dobbiamo pensare durante una mano. Fidati, non c’è spazio per pensare anche ad altro senza che il gioco ne risenta enormemente.

Altra cosa importante: se vedi che la concentrazione sta calando e si sta avvicinando la sensazione di stanchezza mentale, fermati! Finisci eventualmente i tavoli aperti o le mani in corso se sei online o alzati direttamente dal tavolo se sei live. Piuttosto se sei short stack e i bui sono alti fai velocemente, ma una passaggiata anche solo di 2-3 minuti, può salvarti dal mandare all’aria in pochi secondi ore e ore di gioco.

Non prendere questa cosa sottogamba, giocare stanchi o distratti fa sicuramente perdere molto di più che lasciare il tavolo e perdere qualche mano. Garantito.

Mindset: le conclusioni

Queste che abbiamo visto sono le tre abitudini che differenziano un giocatore vincente dai perdenti abituali.

Se vuoi vincere in questo gioco non hai alternative che settarti sul giusto mindset e avere molto autodisciplina nel seguire le regole che ti sei imposto. Vedrai, in meno che non si dica ti stupirai di come prendere qualche sana abitudine moltiplichi velocemente le tue vincite e la tua padronanza del gioco. Ricorda: non ci sono scuse, se qualcosa non gira come vorresti. Qualcosa che puoi fare in prima persona c’è sempre, devi solo fermarti e ragionare su cosa.

Per concludere ti lascio con una massima di Lao Tzu: “Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa”

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