Ci sono molti modi per migliorare il proprio modo di giocare. Anche modellare, seguire cioè le orme dei campioni è qualcosa che, se fatto seriamente, può certo dare ottimi risultati.
Diciamo la verità, nessun giocatore è mai soddisfatto al 100% del proprio gioco. Anche qualora dovessimo vincere grosse somme o toccare i traguardi che ci siamo dati, una volta sceso l’entusiasmo viene sempre naturale ricercare e inseguire un miglioramento continuo. Fa parte della nostra natura e dovrebbe preoccuparci qualora non fosse così.
Oltre allo studio e all’allenamento costante, che è prerogativa di qualsiasi sport o attività agonistica, una cosa che molti tralasciano è lo sfruttare le orme di chi prima id noi ha ottenuto successo. In mezzo a tanta fuffa sparsa da sedicenti guru e formatori che ruotano intorno al mondo della PNL e della crescita personale, i concetti di modellamento del talento e dell’abilità è qualcosa che invece dovrebbe meritare molta più attenzione.
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Sulle “spalle dei giganti”
Nel Metalogicon di Giovanni di Salisbury troviamo una frase molto importante e che ha accompagnato per tanti decenni la storia della nostra evoluzione culturale. La frase, cui il filosofo attribuisce la paternità al suo maestro Bernardo di Chartres recita: «dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes». Possiamo, cioè, vedere più lontano non per l’acutezza della nostra vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo portati in alto dalla grandezza dei giganti. Nel discorso l’accento era chiaramente riferito a quanto la cultura moderna poggi su intuizioni, scoperte e riflessioni fatte da chi ci ha preceduto. La scienza in genere prosegue in questo modo, come una sorta di staffetta intergenerazionale.
Come è facile immaginare, questi concetti trovano riscontro in pressochè tutte le attività umane. In poche parole l’uomo innova così rapidamente rispetto agli altri animali, proprio perchè ha sviluppato dei metodi efficacissimi di trasmissione di quanto imparato, così da non dover ripartire sempre da zero ripetendo gli errori già commessi dai propri predecessori. Questa potenzialità viene resa possibile grazie a un meccanismo, in buona parte inconscio, che ci permette di modellare e far nostre le conoscenze e le tecniche delle altre persone. Il fatto che spesso ci basti osservare con la dovuta attenzione un altro fare qualcosa sia sufficiente perchè anche noi riusciamo, in più o meno tempo, a imparare come fare quella cose e talvolta anche migliorarne l’efficienza, è alla base della nostra evoluzione come civiltà.
Ciò che probabilmente era ai primordi un semplice meccanismo adattivo della prole, col tempo l’uomo ha conservato questa abilità anche per l’età adulta, permettendo un continuo apprendimento, non certo consueto tra gli altri animali. Saper sfruttare maggiormente questo potere che l’evoluzione ci ha donato e già di per sè applichiamo inconsciamente, potrà di sicuro aiutarci in diverse occasioni. Poker compreso.
L’importanza di non dover reinventare la ruota
Le persone che hanno successo in un campo particolare, lasciano degli indizi sul cammino che hanno percorso. Individua chi ha avuto successo in qualcosa che ci piace e cerca le orme che ha lasciato. Modella il tuo punto di riferimento. Una volta acquisite le basi, miglioralo pure, ma parti imparando dai suoi passi. Chi è già arrivato possiede la conoscenza, ha già fatto tanti errori e subito diverse sconfitta per arrivare dove è ora. Se sappiamo seguire quella strada nel modo corretto molti di quegli errori possiamo saltarli a piè pari e proseguire direttamente verso la strada che funziona. Già questo non è poco.
Quanto può essere utile risparmiarci tutti quei tentativi evitabili, saltando subito a quello che funziona e non dovendo sbattere la testa o buttare i nostri soldi nei vicoli ciechi già testati da altri?
Perchè non dovremmo “personalizzare” troppo all’inizio
Nel poker, per la sua natura apparentemente “libera”, è facile cadere in una mentalità in cui sembra normale fare le cose alla propria maniera e creare da zero un proprio stile e un proprio metodo di gioco.
Ci sono però già così tante storie di successo nel poker e così tante persone da cui poter imparare e prendere ispirazione. Ci sono già fin troppe storie di giocatori che possono rendere il percorso molto più semplice, ma soprattutto indicarti la strada migliore e più veloce. Modella il successo invece di cercare di farcela da solo, spesso è solo fatica superflua.
Cosa vuol dire modellare un talento
Modellare una persona che ha successo nel campo che ci interessa non è un’impresa poi così difficile. Ciò che richiede forse un attimo di impegno in più è forse riuscire poi a far nostre le strategie che abbiamo “estratto” da nostro campione. La prima cosa da fare è allenarsi ad osservare correttamente. Fin da bambini siamo stati in grado di osservare ciò che fanno le persone che ci circondano e “rubare” le strategie che ritenevamo utili per farle nostre.
Ciò che però si lascia troppo spesso per strada crescendo, è quell’abitudine ad un’analisi attenta che ci permette poi di replicare ciò che osserviamo. Da bambini viene naturale e non ci rendiamo conto in modo conscio di come impariamo. Semplicemente lo facciamo perchè ci viene cosí e funziona.
L’apprendimento nella pratica
I comportamenti e le abilità che vogliamo apprendere da adulti sono però spesso più complesse e articolate, almeno sul piano concettuale. È vero che imparare a camminare in posizione eretta è un’insieme complicatissimo di piccole parti, la maggior parte delle quali per fortuna gestita e coordinata dal nostro cervello senza bisogno di un nostro intervento cosciente, ma è anche qualcosa per cui millenni di evoluzione ci hanno predisposto. Un gatto che volesse camminare in posizione eretta come noi, certamente non imparerebbe a farlo con la nostra facilità, che abbiamo in dotazione pressochè dalla nascita una struttura ossea e muscolare predisposta allo scopo. Non possiamo però dire lo stesso per altre abilità che sono frutto di nostre costruzioni culturali, quindi per forza di cose recenti e non scritte nella nostra biologia da millenni di tentativi ed errori, costati peraltro decisaemente di più che qualche gettone al tavolo da gioco.
Suonare uno strumento musicale, comporre dei testi complessi, giocare a scacchi o a poker, non sono certo qualcosa per cui siamo predisposti dalla nascita per questioni di sopravvivenza. La fatica da fare per apprendere queste abilità con le stesse modalità risulterebbe quindi pressochè impossibile. Tolti i cosiddetti talenti naturali che riescono comunque a svilupparne autonomamente qualcuna, come ad esempio Mozart che ha iniziato le prime composizioni a sei anni, le abilità di questo tipo richiedono enormi sforzi e sacrifici anche con le migliori tecniche a disposizione. Figuriamoci senza.
Gli step indispensabili per modellare con successo un talento
I primi passi di un buon modellamento riguardano per lo più l’approccio da adottare. Le tecniche in sè non sono nulla di particolarmente complicato, l’aspetto più delicato riguarderà sempre tutto il sottostante. L’atteggiamento da adottare quindi, unito alla cura e la dedizione per ciò che si sta facendo.
Scegliere l’esempio da modellare
Il primo step è, come per i bambini che imparano a camminare, l’individuazione di chi abbiamo deciso di prendere a modello. Se vogliamo imparare a giocare a poker cash game come un fuoriclasse, ad esempio, scegliamo uno dei tanti campioni che ci piacerebbe eguagliare. Non deve per forza essere il campione del mondo. Il nostro modello deve essere qualcuno per cui sentiamo di essere sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. Meglio se ci dà la stessa impressione anche fuori dal tavolo.
Se vogliamo prendere un modello di riferimento, è di certo tutto molto piú semplice se ci sentiamo più o meno allineati anche dal punto di vista personale e riguardo i valori che ci poniamo nella vita.
Osservare attivamente
Una volta individuato il modello, il passo successivo è l’osservazione. Osservazione in questo caso non significa semplicemente vedere dei video dove gioca, ma andare ad approfondire i principi che muovono ogni azione che il nostro modello compie.Non è quindi ciò che fa che ci interessa, quanto soprattutto i motivi alla base di ogni azione compiuta. Il modo di pensare. Il ragionamento dietro ogni azione. Questo è ciò che più di ogni altra cosa dobbiamo sforzarci di carpire da un’osservazione attenta e attiva.
Se qualcosa di ciò che vediamo non ci torna e non ne capiamo le motivazioni alla base, quelli sono proprio gli aspetti da approfondire con ancora maggiore attenzione. Anche cercare di vedere lo stato emotivo e la gestualità può in qualche modo aiutare a “entrare nella sua testa”.
Modellare il successo secondo Tony Robbins
Anthony Robbins è uno dei più famosi e autorevoli formatori in campo di cresci personale e professionale. Riportiamo, in libera traduzione, alcune delle sue parole circa il modellamento: “Spendi del tempo a guardare cosa fanno e cosa hanno fatto i nostri modelli, specialmente nel loro momento migliore, quando sono cresciuti di più e hanno imparato di più. Spesso quando la gente raggiunge il successo, poi cambia molto il proprio approccio.
Fatto questo, compara quello che sai a quello che stai facendo adesso. Compara ogni aspetto saliente relativo alle competenze che ci interessano o anche più in generale riguardo l’approccio generale alla vita e alle abitudini. Ti accorgerai che hanno una vita molto diversa da quella che hai tu attualmente.
Se li vuoi modellare devi capire perché loro hanno certi comportamenti e tu ne hai altri. Realizzerai che in un certo modo ti stai sabotando da solo. Se vuoi avere successo devi scoprire cosa fanno e comportarti di conseguenza. Se ce la farai il tuo successo sarà esponenzialmente più probabile.
Quando ti concentri sulla gente di successo focalizzati su cosa fanno e non su cosa hanno. Non preoccuparti dello stile di vita, pensa a cosa fanno, alle loro azioni quotidiane, cosa leggono, come pensano, come imparano, le loro routine. Scoprirai che ci sono molte cose che non fai e loro hanno fatto. Il tuo obiettivo è allinearti il più possibile con loro.”
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Gli errori che ci allontanano dal successo
Un fraintendimento molto frequente quando si parla di modellamento riguarda il cosa modellare. Non tutto ciò che fa il nostro modello ci è utile ai fini dell’assimilare il talento che ci interessa. Se vediamo che ad esempio il nostro poker player modello fare un ragionamento inusuale su una tale mano, approfondire i presupposti alla base di questo può fare una grande differenza.
Giusto per fare un esempio estremo, il fatto invece che fumi una marca di sigarette diversa dalla nostra, non dovrebbe spingerci a copiarlo in quello, in quanto è palese che non influisca minimamente sul suo successo al tavolo. Così come è naturale sia inutile da parte nostra iniziare a giocare con la sinistra se il nostro modello, a differenza nostra, è mancino. O viceversa.
Se al contrario notiamo magari che il nostro modello, prima di ogni partita, si prende dieci minuti per meditare o per rilassarsi un attimo prima del gioco, quello magari può essere un buono spunto da provare. Poi se notiamo miglioramenti, faccia nostra questa abitudine. Modellare non significa copiare o scimmiottare, significa comprendere i principi, i meccanismi, le dinamiche profonde alla base del successo di qualcuno e farle nostre. Dopo, sia chiaro, averne testato l’utilità e l’efficacia anche per noi.
Conclusioni
Modellare un nostro campione riferimento è una strada efficace per iniziare a ripercorrere i passi che lo hanno portato al successo. Non intestardiamoci a volercela fare da soli, quando qualcun altro, prima di noi, ha già tentato alcune strade non fruttuose. Non serve perdere tempo dove non c’è sbocco. Dedichiamo invece le stesse energie per apprendere quanto più possibile da chi ha già testato delle strade e delle strategie ottimali.
Una volta giunti a un buon livello di successo, allora sì ha senso metterci del nostro per fare qualche passo in più. A quel punto vale la pena tentare di andare un po’ oltre e lanciare il sassolino oltre le colonne d’Ercole e avventurarci in territori inesplorati. Farlo prima di aver individuato i sentieri già battuti, potrebbe davvero costare molto e non portare a nulla.