Fu arrestata con l’accusa di essere l’organizzatrice delle partite private High Stakes che hanno visto giocare vip e celebrità di Hollywood e non solo. Ma che fine ha fatto oggi, dopo aver saldato il debito con la giustizia?
Alle sue partite hanno partecipato grandi celebrità, solo per citarne alcuni, personaggi del calibro di Matt Damon, Ben Affleck, Guy Laliberte (il miliardario fondatore del Cirque du Soleil), Leonardo Di Caprio, Rick Solomon, Dan Bilzerian e Kevin Washington (famoso miliardario e uomo d’affari).
Bellissima ragazza e scaltra imprenditrice, Molly Bloom è stata per qualche tempo sulla bocca di tutti. Conosciuta per le incredibili avventure che l’hanno vista protagonista nel panorama del poker cash game di New York ai massimi livelli, è divenuta famosa grazie al libro e in seguito al film ispirato alla sua storia: Molly’s Game.
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Molly Bloom: cosa fa oggi
È passato qualche tempo dai suoi famosi anni sempre sul filo del rasoio. Tr i milioni di dollari che passavano per sue mani e le droghe che assumeva per restare attenta e vigile durante le lunghissime sessioni di gioco nelle sue partite private. Attori di Hollywood, imprenditori miliardari e malavitosi russi che, a sua insaputa, riciclavano denaro al suo tavolo sono ormai solo un lontano ricordo. Oggi Molly Bloom ha deciso di cambiare radicalmente vita.
L’ex regina degli high stakes ora vive felice in Colorado con il fidanzato. Tra i paesaggi mozzafiato delle montagne e la natura incontaminata, Molly passa le sue giornate tra le riscoperte passioni per lo sci, la barca a vela, le attività e gli sport all’aperto. Terminato il processo che l’ha vista condannare a un pagamento di ben $472,200 oltre la rinuncia ad altri $125,000 di proventi dai giochi, Molly Bloom si è dedicata alla scrittura del suo libro. La storia ormai pubblica l’ha poi resa tanto famosa da farla poi lavorare alla preparazione anche di un film sulle vicende.
Aaron Sorkin, regista e sceneggiatore che con lei ha creato l’opera, ha permesso a Molly di scalare una nuova vetta della notorietà agli occhi del grande pubblico, facendosi interpretare nella pellicola dalla bravissima Jessica Chastain.
Il supporto della famiglia e i problemi economici
Le disgrazie legali di Molly Bloom non si sono limitate al suo ambito personale. Per tener testa ai vari processi, oltre a finire sul lastrico direttamente, è stata costretta a chiedere aiuto ai famigliari. Questi per poter pagare le enormi spese degli avvocati e le varie sanzioni a suo carico, sono arrivati addirittura, come la mamma Charlene, a vendere la propria casa.
Per sistemare questo disastro c’è voluto davvero molto tempo. Probabilmente gli incassi derivanti dal libro e dal film hanno aiutato Molly a restituire i soldi ricevuti in prestito dalla famiglia. Un grande impegno poi nel programma di riabilitazione che ha scrupolosamente seguito per disintossicarsi dai cattivi vizi ereditati dalla sua casa da gioco e l’aver scontato le 200 ore di servizi socialmente utili previsti dalla sua condanna, hanno tenuta impegnata Molly per diversi mesi. Sforzi però ben ripagati, almeno a giudicare dalla serenità che la ragazza ha ritrovato nella sua nuova veste di persona libera.
Racconta Molly: “Io e mio marito siamo guariti, abbiamo sconfitto le dipendenze. Lui è un neuroscienziato che, a soli 22 anni, era un tossicodipendente da eroina ed era finito per la strada, senza una casa. E’ riuscito ad uscire da questo tunnel in giovane età ed ha studiato neuroscienze. Entrambi abbiamo trasformato le nostre vite e ora sappiamo chi siamo dentro. Entrambi eravamo a disagio con il mondo e ci siamo rivolti (sbagliando) alle sostanze”.
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La lezione di Molly Bloom
Dichiara Molly in un’intervista: “La psicologia nel poker è una componente fondamentale per raggiungere la vittoria anche nella vita. Chi va avanti senza avidità, senza sete di vendetta e lascia il suo ego da parte, il più delle volte risulta vincitore. Ho notato questa cosa ai tavoli da gioco: chi rimaneva più razionale, nella maggior parte delle occasioni vinceva. Queste persone hanno letto meglio gli avversari ed hanno fatto scelte migliori quando erano sotto pressione. E’ stata una grande lezione per me. Ho provato ad emularli”.
Prosegue poi lasciando anche qualche consiglio: “Quando è scoppiato il caos, ho cercato di isolarmi e di mettermi in un angolo calmo, ordinato, in modo tale da fare scelte in modo razionale. La migliore risorsa che abbiamo è la capacità di leggere le persone e creargli un’esperienza che si imprima nella loro mente. Devi usare la tua umanità come barometro per come ti relazioni con le persone. Quando riesci a relazionarti in quel modo, inizierai a vedere moltissimo”.
Nuovi progetti: ritorno ad un poker “sano” e attivismo contro le dipendenze
Sempre dalla bocca di Molly Bloom un annuncio che ci stimola altro ottimismo: “È interessante come attraverso un programma studiato in 12 fasi e con l’apporto delle neuroscienze, abbiamo struttrato un programma che consente alle persone di cambiare il modo di vivere e stiamo sviluppando un’app che renda possibile tutto questo. Vogliamo riportare quelle persone nel mondo reale”.
Le esperienze nel mondo del poker hanno anche lasciato in Molly Bloom un importante lascito. Tutte quelle ore immersa nel mondo del gioco le hanno dato l’opportunità di approfondire diverse analisi e studi in campo psicologico.
Lo scorso anno Molly Bloom aveva provato a riavvicinarsi al mondo del poker in modo decisamente più sano. Prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, Molly stava infatti preparandosi a partecipare a una convention organizzata all’Hotel Intercontinental – Casino Malta. MOlly Bloom venne invitata per l’occasione per tenere un discorso di fronte a oltre cento manager di poker, provenienti dalle case da gioco di tutto il mondo. Tra le altre cose, Molly avrebbe anche donato a un’associazione no-profit il suo intero compenso, pari a circa diecimila euro. Ci aspettiamo quindi che, quando il mondo tornerà a una qualche forma di normalità, il rapporto di Molly con il poker prosegua sotto questa nuova, virtuosa, luce.
(I virgolettati sono sono una libera traduzione di parti dell’intervista rilasciata da Molly Bloom lo scorso anno a RTE)