Dopo i primi sei gran premi stagionali, la Moto2 e la Moto3 hanno già fatto segnare alcuni primati davvero particolari.
Se in MotoGP in due gare è emerso Fabio Quartararo, che ha preso un piccolo vantaggio rispetto alla concorrenza, nelle altre classi regna ancora l’incertezza. Sia in Moto3 che in Moto2, in sei gran premi ci sono stati 4 vincitori differenti, segno di quanto sia aperto il discorso titolo senza un vero padrone. E’ vero, di solito queste due categorie esprimono i propri reali valori solo dopo metà stagione, ma ad oggi la sensazione è davvero che possa vincere chiunque. E non è mai accaduto prima d’ora.
Se ci mettiamo dentro la classe regina, possiamo vedere come ci siano stati 15 vincitori nelle prime 18 gare (6 per ogni classe), che rende la stagione attuale la più imprevedibile di sempre. Mai infatti era stato segnato un dato simile. Solo nel 2020 è possibile ritrovare un dato simile. All’epoca infatti dopo 6 GP furono 14 i vincitori totali, con Arenas, Bastianini e Quartararo gli unici a vincere più di una corsa (il primo ben tre). E oggi, come due anni fa, c’è sempre Enea Bastianini, che allora vinceva 2 GP in Moto2, oggi lo stesso numero ma in MotoGP.
Ma i primati non finiscono qui. Infatti questo primo scorcio di 2022 ha davvero regalato delle sorprese che non si sono mai viste. Partendo dalla Moto2, dove i 5 vincitori nelle prime 6 gare erano tutti alla prima vittoria in categoria, ed uno, Celestino Vietti, prodotto dell’Academy di Valentino Rossi, è l’unico ad aver fatto l’1-2 all’esordio. In Qatar la prima gioia, poi in Argentina il bis, che per ora, grazie anche agli altri piazzamenti, lo posizionano davanti a tutti in classifica generale. Terzo invece Tony Arbolino, pupillo di Carlo Pernat, che sta rientrando in corsa per il titolo.
L’ultimo vincitore poi, Ai Ogura, ha fatto tornare il Giappone a vincere nella classe di mezzo dopo anni. E si è trattato del sesto trionfo per un nipponico in Moto2. Anche per quanto riguarda le pole c’è un record: nelle ultime 9 gare infatti ci sono stati 9 poleman diversi. Sorprendente no?
Primati però non son ostati fatti segnare solo in Moto2 ma anche nella più “piccola” Moto3. In particolare a Jerez de la Frontera per la prima volta da Valencia 2013 nessuno italiano si è classificato nella top-10: il primo azzurro infatti è stato Matteo Bertelle, che ha chiuso in undicesima posizione. Un evento più unico che raro, visto che l’Italia ha sempre una folta pattuglia in questa classe e anche di livello. Solo in 12 occasioni su 182 in Moto3 gli azzurri hanno mancato la top ten e questo deve far riflettere. Anche perché quest’anno abbiamo due frecce importanti al nostro arco come Dennis Foggia e Andrea Migno, entrambi su Honda, che dopo un ottimo inizio stanno faticando negli ultimi GP a contenere la forza delle KTM, che sembrano aver fatto uno scatto in avanti notevole rispetto alla concorrenza.
Ma non sono solo gli italiani ad aver fatto male. Infatti i giapponesi stanno deludendo ma dal lato costruttori. La Honda infatti non ha piazzato un pilota tra i primi 10, proprio come l’Italia, dal 2013 (a Motegi, il gran premio di casa). Ed è un dato allarmante per una casa che sta già facendo fatica in MotoGP a tornare a grandi livelli.
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