In pochissimo tempo, è diventato tutto diverso in MotoGP: da quando vincevano solo in quattro, alla possibilità data a tutti.
Quanto cambia velocemente oggi uno sport? Tecnologie, nuovi allenamenti e tanto altro, rendono possibili dei cambiamenti davvero repentini nel giro di pochissimi anni, in qualunque sport. La MotoGP è davvero forse, l’esempio più lampante. Non esistono più le abitudini, ma solo magari ricordi di stagioni indelebili. Di fatto, è bastato un decennio perché tutto sia cambiato.
I maggiori informati del mondo delle due ruote, non avranno dimenticato i ‘Fantastici 4‘, mentre oggi quasi tutti i piloti vincono un GP all’interno di una stagione. Ad alcuni potrà piacere questa maggiore competitività, mentre i tradizionalisti preferiscono i piloti forti staccati dagli “altri”. Infatti, se tutto è cambiato, è merito anche delle regole, e queste hanno fatto storcere il naso a qualche appassionato. Andiamo per gradi.
La veloce evoluzione della MotoGP
Tutto è cambiato in una domenica, dove il numero 61 fu distrutto dal fulmine a ciel sereno, Jack Miller. Partiamo da tre anni prima, il 2013. Per tre anni e mezzo, dal 2013 appunto, fino all’estate del 2016, soltanto quattro piloti erano capaci di vincere un GP. Le due ruote erano ostaggio di Marc Marquez, 26 vittorie; Jorge Lorenzo, 20 vittorie; Valentino Rossi con 9 e Dani Pedrosa con 6, prima della vittoria di Miller, ad interrompere quello che effettivamente diventò un pezzo di storia.
Ad Assen, Miller aprì le porte agli altri piloti. Non si andava più a gareggiare dietro le quattro frecce la domenica, ma si gareggiava per vincere. Il fatto che quella vittoria segnò la fine di un periodo, è dato da tutto quello che ne è venuto dopo. Quell’anno, tagliarono il traguardo per primi, anche Andrea Iannone, Cal Crutchlow (2 volte), Maverick Vinales e Andrea Dovizioso. Comunque vinsero in altre occasioni, anche Marquez, Lorenzo e Pedrosa, ed alla fine fu proprio Marquez a vincere il titolo.
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E pensate come sarebbe andata la storia, se Valentino Rossi si fosse ritirato prima, cosa a cui a sua detta, pensò diversi anni fa. Nel 2017, a 38 anni, il centauro di Tavullia si regalò l’ultima vittoria, davanti ad emergenti e campioni fatti, in quel di Assen. Nel 2020 intanto, dopo l’infortunio di Marquez, furono ben cinque i piloti a conquistare la prima vittoria in carriera, tutti nello stesso campionato. Furono: Fabio Quartararo in Spagna, Brad Binder a Brno, Miguel Oliveira a Stiria, Franco Morbidelli al GP di San Marino e Joan Mir al GP d’Europa, prima di vincere in quell’anno, il Mondiale.
Cosa è realmente cambiato, dicevamo, solo la bravura dei piloti? Forse i giovani di oggi sono più bravi di quelli di un tempo, ma facevamo riferimento alle regole. Con l’avvento delle concessioni, diverse case hanno portato il loro pilota in vetta ad un GP, almeno una volta negli ultimi anni. Nel 2021, c’è stata la prima vittoria di una KTM, ma si sono alternati a Quartararo, anche Jorge Martin in Pramac Racing e Francesco Bagnaia con Ducati Lenovo Team. Negli ultimi anni, abbiamo visto 18 vincitori diversi. Il numero, tra l’altro, pare destinato a diventare ancor più alto.
Basterà leggere la griglia iniziale del 2022, per capire quanta qualità ci sarà in pista. Se passa al secondo anno in classe regina, il fratello di Valentino Rossi, Luca Marini, ci saranno anche giovani italiani come Bastianini e Di Giannantonio a cui fare attenzione, ma non solo. In attesa della propria prima vittoria, ci sono piloti come Johann Zarco, Pol Espargaro, Aleix Espargaro ed ancora altri ragazzi prodigio. Sicuramente almeno un podio, sarà conquistato da uno di questi nuovi campioni.