In MotoGP non si registrano più vittorie delle wild card da tantissimi anni. Jonathan Rea, leggenda della Superbike, spiega il perché.
La MotoGP si sta godendo un periodo di pausa in attesa dell’avvio della prossima stagione. Il 14 novembre è andato in archivio il Motomondiale 2021, che ha segnato la vittoria iridata di Fabio Quartararo e della Yamaha tra i piloti, con la Ducati che ha fatto la voce grossa tra i costruttori e le squadre.
La casa di Borgo Panigale sembra essere la grande favorita per il 2022, anche se è ancora troppo presto per dare delle certezze. Al via delle ostilità mancano solo due mesi, dal momento che il primo semaforo verde è previsto per il 6 marzo in Qatar, tracciato dove la Desmosedici si è sempre esaltata.
La MotoGP dovrà fare a meno di Valentino Rossi, ma ha tanti giovani rider pronti a fornire un grande spettacolo. Un aspetto molto importante nel mondo delle due ruote è quello relativo alle wild card, ovvero piloti che partecipano ad un singolo evento durante l’anno, oppure a poche gare. Un esempio è Michele Pirro, che nelle tappe italiane prende il via delle competizioni in sella alla Ducati ufficiale.
L’ultimo successo di una wild card è datato 29 ottobre 2006, giorno del mondiale vinto da Nicky Hayden ai danni di Valentino Rossi in quel di Valencia. In quella domenica, a fare festa fu Troy Bayliss, che con la Ducati aveva appena vinto il suo secondo titolo in Superbike. In quell’occasione, l’australiano prese il via del GP della Comunità Valenciana, dominando la scena. Divenne così il primo a vincere, nella stessa stagione, almeno una gara tra top class e Superbike.
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Da quel giorno in poi, la MotoGP non ha più visto trionfare le wild card. Troy Bayliss resta l’ultimo ad esserci riuscito, ed il sei volte campione del mondo delle derivate di serie, Jonathan Rea, ha provato a spiegarne i motivi. Il nordirlandese ha trionfato in Superbike dal 2015 al 2020 con la Kawasaki, arrendendosi pochi mesi fa alla Yamaha di Toprak Razgatlioglu.
Rea ha rilasciato un’intervista riportata da “Motorsport.com“, in cui ha analizzato la situazione: “Il successo di Bayliss a Valencia, nel 2006, fu bellissimo e credo che non si ripeterà mai più. In passato c’erano molte wild card in MotoGP o in Classe 500, con grandissimi piloti che riuscivano subito ad essere veloci. Oggi è quasi impossibile salire sulla moto ed essere davanti a tutti“.
Nel 2012, Rea corse a Misano ed Aragon in sostituzione dell’infortunato Casey Stoner, ma non riuscì ad ottenere risultati di rilievo: “In quell’occasione chiusi settimo a mezzo minuto dal primo, decisamente troppi. Oggi, a differenza di dieci anni fa, se ti becchi trenta secondi arrivi ultimo e non tra i primi dieci“.
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“Le moto oggi sono molto vicine ed il livello è altissimo, anche parlando di piloti. Anche i team satellite lavorano bene e possono ottenere una vittoria, come accaduto a Miguel Oliveira. Se stai lottando per il titolo, nel Motomondiale di oggi non puoi permetterti di non essere competitivo in un fine settimana, poiché rischi di chiudere ben lontano dai primi dieci“.
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