I due nuovi tecnici di Roma e Napoli nei giorni scorsi si sono rispettivamente presentati alla stampa. Nulla è passato inosservato.
La settimana che va per concludersi ci ha regalati due splendidi esempi di comunicazione. Il calcio, sport, isteria e spesso follia di massa sa ancora regalarci splendidi esempi di approcci, di primi approcci alla stampa da parte di tecnici che fanno per inaugurare una nuova collaborazione, una una nuova avventura, una nuova esperienza calcistica. Josè Mourinho si è presentato alla Roma, Luciano Spalletti al Napoli, niente è stato banale, niente immaginabile. Calcio, personalità, valori, e voglia di mostrarsi fieri della scelta fatta.
Ciò che ha contraddistinto le due interviste, i due momenti offerti alla stampa, ai tifosi ed alla città da parte dei due tecnici è stata senza dubbio la cura di ogni minimo dettaglio, il fatto di concepire quel momento come la vetrina delle vetrine, la prima impressione le prime considerazioni di tifosi e giornalisti. Josè Mourinho da Setubal, impeccabile con quell’aria di chi senza al massimo il peso soltanto di se stesso. Dall’altra parte Luciano Spalletti il toscano, pacato, flemmatico, sempre in attesa di andare a guardare li, dove qualcuno si illude di averlo portato con l’inganno. Luciano legge, reagisce e da la stoccata finale.
Mourinho parla di Conte, di quanto sia inopportuno che qualcuno lo accosti alla storia dell’inter, qualcuno o se stesso. Spalletti si ricorda di quanto invece Totti abbia sfruttato la sua immagine nella concezione della ormai nota serie tv sulla sua vita, il succo è tutto qui, niente lasciato al caso, due momenti quasi storici per due tecnici che hanno voglia di riprendersi il calcio.
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Mourinho Spalletti, da Conte a Totti: dettagli di una operazione per niente casuale
Niente di casuale cosi come accennato, l’idea precisa di andare li sapendo cosa fare e cosa dire. Mourinho l’ha preparata, anticipando di parecchio la carrellata di immagini che hanno anticipato il suo appuntamento con la stampa. Il suo arrivo in città, i tifosi festanti in strada, le citazioni su Roma, imperiale ed immortale, niente di più congeniale all’estro comunicativo del portoghese. Roma ai romani, un portoghese alla guida di un impero che attraverso il calcio tornerà a splendere. La sfida e lanciata, i tifosi sognano, niente, proprio niente è lasciato al caso.
I giornalisti osservano, cercano la domanda opportuna, ma Josè è come se anticipasse tutti, trasformando ogni risposta in un incredibile ed imperdibile mini show per niente improvvisato. A Napoli Spalletti chiede chi sia tra loro il più cattivo, fa pretattica, o almeno loro, credono ne faccia. La frecciata a Totti, direttamente da sotto il Vesuvio, per un discorso mai chiuso, e che forse durerà ancora molto. Napoli, la prospettiva, l’orgoglio montato dietro la consapevolezza di far parte di una piazza che è già motivazione pura. Solo alcuni calciatori, sono quelli selezionati per testa, gambe e cuore.
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Il cuore grande di certi tecnici, lo spessore tattico ed intellettuale fanno di certi ritorni, momenti entusiasmanti che dovrebbero non finire mai. Mourinho arriva a Roma dopo l’esperienza negativa al Tottenham e le incomprensioni di Manchester, sponda United. Spalletti, al Napoli dopo l’incerta ma non del tutto esperienza nerazzurra e le continue polemiche con Roma ed il suo eterno capitano. Il riscatto passa di li, per quelle due città. Napoli e Roma, Spalletti e Mourinho, perchè ciò che si ha davanti agli occhi, a volte, non è mai quel che sembra.