Norris allarmato dopo il Bahrain: la McLaren è un vero disastro

Dopo un GP del Bahrain piuttosto difficoltoso, il pilota McLaren Norris non nasconde le proprie preoccupazioni per il prosieguo.

Cita Sam Fender Lando Norris quando deve analizzare la prestazione della sua McLaren in occasione del primo GP della stagione svoltosi in Bahrain. “Long way off” è stato il suo perfetto riassunto di una notte sul Golfo da incubo per un team che lo scorso anno ha vinto una gara ed è salito più volte sul podio.

Lando Norris (Ansa Foto)
Lando Norris (Ansa Foto)

Quindicesimo, appena una posizione  più indietro rispetto al compagno di squadra Daniel Ricciardo, l’inglese ha riconosciuto come a Woking abbiano ancora parecchio da fare prima di trovare la quadra.

Complici monoposto piuttosto diverse da quelle in uso dal 2014, principio dell’era ibrida della F1, la scuderia inglese ha perso tutto il terreno guadagnato dopo il divorzio dal motorista Honda e in un attimo è stata ricatapultata nell’incubo di quei giorni in cui Fernando Alonso urlava via radio, incapace di tacere il proprio disappunto per una velocità mancante e per un’affidabilità altrettanto zoppicante.

Il problema per la “papaya” non ha riguardato soltanto la distanza, ma pure le qualifiche sono state pessime, visto che entrambe le auto non hanno potuto accedere al Q3.

McLaren a caccia della performance perduta

Chiaramente frustrato per una realtà piuttosto distante da quella sperata, il #4 si è sforzato di analizzare la situazione con freddezza. Certo, se immaginava di poter ottenere quella vittoria che gli era mancata nel 2021, in tempi brevi non sarà possibile.

Abbiamo concluso dove ci troviamo al momento. E’ così“, ha ammesso candidamente confermando un passo del gambero destinato a non essere la questione di un weekend. “Dovremo solo farci l’abitudine“.

Certamente nelle ultime stagioni le aspettative interne alla squadra erano piuttosto alte e così anche da parte di chi ci guardava dall’esterno. Per adesso non siamo sul pezzo. E non poco. Siamo parecchio distanti“, ha proseguito sostenendo l’importanza di fare il punto della situazione, ora che il primo gran premio è terminato, per cercare una soluzione.

Un impegno, questo, che non potrà risolversi nel breve periodo. “Di certo non potremo sistemare il tutto per la prossima settimana in Arabia Saudita. Ci vorranno dei mesi per comprendere cosa non va e come migliorare“, l’amara presa di coscienza.

Eravamo in questo stato anche qualche anno fa. Dunque sarà cruciale rimanere ottimisti sia in circuito, sia in fabbrica“, ha sollecitato il gruppo di lavoro a non farsi prendere dall’ansia e dal pessimismo.

La mancanza di downforce, di spunto sul dritto e di maneggevolezza rappresentano la principale preoccupazione tecnica. “La MCL36 è insidiosa e pure le gomme sono difficili da far funzionare. Quando non si dispone di carico, le coperture faticano e non si riescono ad utilizzare nella giusta finestra“, ha spiegato i motivi dell’inguidabilità della macchina. “Si finisce per passare dal sottosterzo, al sovrasterzo“.

Per il britannico, il primo punto da risolvere riguarda proprio la mancanza di prevedibilità della sua vettura. Un aspetto cruciale, senza il quale è impossibile tirare fuori il massimo da quanto si ha a disposizione. “Abbiamo bisogno di più anteriore e posteriore. A parole sembra facile, ma da mettere in pratica è complicato“, ha concluso quasi rassegnato ad un campionato di lotta in fondo schieramento.

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