Otto Witte fu un artista circense dalla mente geniale quanto perversa. Tra le sue bravate più famose la vendita di una falsa Monna Lisa e la messa in scena che lo portò a essere incorona Re di Albania, vivendo a palazzo per diversi giorni.
Ci sono truffatori avidi che mettono in piedi qualsiasi inganno pur di far soldi. Altri che dedicano il proprio genio a ingannare le persone che hanno vicino per ottenere favori sessuali o di altro tipo. Ci sono poi veri artisti, che con sprezzo del pericolo e non curandosi delle conseguenze, fanno della loro truffa un’opera d’arte che si ricorderà nei secoli.
Otto Witte è stato uno di questi. Un genio (o un pazzo) che con l’aiuto di un solo complice, ha ingannato una nazione intera, sedendo da impostore sul trono per diversi giorni e facendo traballare gli equilibri politici interni ed esterni del neonato regno di Albania.
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Chi è Otto Witte?
Conosciuto principalmente per le proprie performance artistiche e circensi, Otto Witte veniva da quasi tutti riconosciuto come un esuberante e simpatico mitomane. Bravissimi artista circense e ottimo attore, forse con qualche rotella decisamente fuori posto e molta confusione in testa.
Otto portò i suoi spettacoli in giro guadagnandosi da vivere onestamente grazie alle spiccatissime abilità artistiche e comunicative. Famosi al tempo i suoi racconti in cui si vantava di esser stato abilissimo mangiatore di spade, clown, acrobata, palombaro, prestigiatore e addirittura spia. Ciò che però era troppo irrealistico per esser preso sul serio, era quando raccontava di esser stato, seppur per pochi giorni, re d’Albania.
Poche persone riuscivano a prendere realmente sul serio le sue parole, non fosse che si trattava della pura e semplice verità. Difatti il 13 agosto del 1913 Otto Witte fu effettivamente incoronato come Otto I Re D’Albania.
Si trattava infatti di una delle più assurde e ardite truffe orchestrate da qualcuno nel corso del secolo passato. Facciamo però qualche passo indietro e andiamo a scoprire la storia di questo curioso personaggio e come è arrivato a spingersi a tanto.
La storia di Otto Witte
Andiamo ad Amburgo, in uno dei più particolari e famosi quartieri, Sankt Pauli. Esattamente in questo luogo, fino alla metà del novecento, una delle principali attrazioni del quartiere è stato per moltissimo tempo Otto Witte, un anziano signore che alloggiava in una roulotte da circo.
Turisti stranieri e tedeschi giunti dai luoghi circostanti chiedevano di continuo a Witte di raccontare la storia pazzesca delle sue gesta. Ad ogni racconto poi, la trama veniva arricchita da particolari inediti e aneddoti particolari, più frutto della fantasia che della memoria.
E tra una posa di fronte alla macchina fotografica di qualche curioso e le dediche lasciate ai fan che andavano nascendo grazie alla fama, non mancavano certo mirabolanti racconti delle sue gesta in giro per il mondo. Da quella volta che, raccontava Otto, in Africa ricevette l’onore della nomina di capo di una tribù di Pigmei, fino alle rocambolesche avventure di Addis Abeba, ove sosteneva di esser stato sul punto di fuggire con la più bella delle figlie dell’imperatore d’Etiopia.
Terminati i vari racconti dei più disparati aneddoti, ecco che arrivava il piatto forte. La mossa che sapeva per certo strappare espressioni di stupore e divertimento da chiunque. Dalla divisa estraeva un documento rilasciato dalla polizia di Berlino agli inizi del secolo. Era la sua carta d’identità, che recitava testualmente: “Otto Witte. Professione: Artista di circo ed ex re d’Albania”
Le vicende balcaniche
Siamo nell’anno 1912. Da poco liberata dalle pressioni turche in seguito alle guerre balcaniche, l’Albania si proclama finalmente indipendente, ma non riesce ancora a produrre un sovrano legittimo. Nel contempo a Londra, con il consueto fare paternalistico, i rappresentanti delle Grandi Potenze discutono su quale nazionalità dovesse avere il futuro re della neonata Albania.
Naturalmente nessuno si preoccupa di cosa realmente desiderassero gli abitanti della regione. I quali esprimevano già una preferenza per un sovrano che fosse della loro stessa religione. Halim Eddine, nipote del sultano di Costantinopoli, sembrava la figura che raccogliesse allora il più ampio consenso.
Nonostante la scontata ritrosia da parte delle grandi potenze europee al riguardo, con grande stupore ed eccitazione il generale Essad Pasha, allora a capo delle neonate forze armate albanesi e detentore provvisorio del potere, riceve da Costantinopoli un inaspettato telegramma. È l’8 agosto 1913 e la missiva ricevuta annuncia l’imminente, quanto inaspettata, visita a Durazzo del principe Halim Eddine. Visita finalizzata all’insediamento per prendere il comando delle truppe di istanza in quel luogo.
Schlepsig, collega e complice
Qualche anno prima degli eventi che andiamo a narrare, Witte conoscerà il suo futuro collega e complice Schlepsig durante un periodo di detenzione nel carcere di Barcellona. Entrambi si trovavano ospiti dello Stato per una grave condanna per truffa. La loro specialità.
Usciti dal carcere i due si rimettono subito all’opera sfruttando il famoso furto della Gioconda, avvenuto a Parigi nel 1911 per mano dell’imbianchino italiano Vincenzo Peruggia. Il quale era spinto più da deliri patriottici che dalle possibilità di guadagno che potevano derivarne, convinto che la Monna Lisa dovesse rientrare nei confini patri.
Otto Witte e Schlepsig colsero quindi la palla al balzo spacciandosi per i due autori del furto. Riuscirono a vendere quindi a peso d’oro una copia del quadro, comprata tempo prima per due spicci da un commerciante greco a Venezia.
L’idea malata di Otto Witte
Otto Witte, al tempo poco più che un bambino, già mostrava le sue doti circensi lavorando come domatore di leoni, mangiatore si spade e prestigiatore molto apprezzato dal pubblico.
Fu proprio durante la sua tournèe nei balcani che le circostanze gli fecero venire in mente la più assurda e audace idea della sua vita.
Era naturalmente la notizia più discussa quella del nuovo sovrano in arrivo quando un collega di Witte, Schlepsig, notando una foto del principe accanto a Otto, gli fece notare un’incredibile somiglianza. Lineamenti molto simili e stessi abbondanti baffi alla turca. Questo fu sufficiente per la brillante mente di Otto per fargli venire un’idea geniale.
L’arrivo del nuovo re d’Albania
Era il 10 agosto 1913. Con movimenti regali ed eleganti, adornato da una scintillante divisa da generale ricolma di medaglie e lustrini, ecco giungere al cospetto di Essad Pasha il futuro re d’Albania, accompagnato da un alto dignitario turco, con abiti di seta e un vistoso fez a cingergli il capo. Venne presentato come il braccio destro del futuro sovrano e uomo di assoluta fiducia del principe.
Dopo i convenevoli scambiati con il generale, il futuro re potè godere del primo bagno di folla festosa. Saputa la notizia, un fiume di cittadini si riversò nelle strade per dare il benvenuto all’amato principe per accompagnare i due, tra canti e cori di gioia, al centro della città.
Giunto allora in mostra di fronte all’intera città, chiamò Essad Pasha e diede l’ordine di radunare tutte le truppe a disposizione. “Dichiarerò guerra al Montenegro e poi marceremo su Belgrado”. L’entusiasmo che venne a crearsi a queste parole fu tale che le cariche più alte in quel momento decisero di procedere seduta stante alla proclamazione del nuovo re di Albania.
Più tardi, rimasti ormai soli, i due scoppiarono in una fragorosa risata, increduli che il piano pazzesco elaborato in pochi giorni abbia davvero funzionato. Erano riusciti a ingannare tutti i più alti funzionari e ottenere la corona.
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Il piano per ottenere il tesoro di corte e creare un harem
Sembra incredibile, ma il piano pare stia funzionando. I due, dopo essere riusciti a intrufolarsi in quello che sarebbe diventato il palazzo reale, dovevano discutere gli ultimi dettagli del piano.
Le loro intenzioni, oltre che divertirsi per la soddisfazione personale di aver ingannato una nazione intera con un piano elaborato in pochi giorni, avevano anche l’obiettivo di metter le mani sul tesoro di corte e, perchè no, costruire un vero harem, come giustamente si addice a un giovane sovrano musulmano.
Il giorno dopo l’arrivo in pompa magna dei due impostori, l’11 agosto, il falso principe annunciò la sua intenzione di accettare l’incarico e la corona e iniziò a fare pressioni affinchè la cerimonia ufficiale si svolgesse il prima possibile. La seconda richiesta ad Essad Pasha era poi quella realtiva alla costruzione del suo harem. Volle quindi che venissero radunate le più belle ragazze del paese, selezionate poi dal suo fido compagno.
Un’altra richiesta che avanzò fu quella di essere informato dettagliatamente circa le finanze del regno, in modo da poter utilizzare parte del tesoro di corte per offrirlo ai litigiosi capi delle tribù e alla sua guardia personale, così da garantire stabilità politica interna e fedeltà dai suoi collaboratori più stretti. Le richieste non sembravano neanche così assurde, tanto che incredibilmente vennero esaudite immediatamente.
L’incoronazione di Otto Witte come Otto I, Re di Albania
Il 13 Agosto, con una sfarzosa ed elegante cerimonia nella moschea di Tirana, Witte venne incoronato Re di Albania. Iniziatore di una nuova dinastia. Alla cerimonia erano presenti dignitari locali e ambasciatori e consoli stranieri.
L’entusiasmo per la proclamazione fu tale che nessuno lì per lì notò l’assenza la delegazione di una potenza chiave nei Balcani, l’Austria-Ungheria. Il console generale austro-ungarico, Alfred Rappaport Ritter Von Arbengau, infatti non presenziò. Dalle sue memorie si evincerà poi come avendo avuto il sentore che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, informò Vienna dei sospetti, che concordò per l’astensione.
Tutto sembrava scorrere per il verso giusto e i due compari sembravano aver fatto centro. I festeggiamenti dureranno per ben due giorni. La selezione per l’harem personale del nuovo re proseguiva veloce e la popolazione era entusiasta per le dichiarazioni riguardo le prese di posizione contro i montenegrini.
Ma di li a breve le cose sarebbero rapidamente precipitate.
La caduta del regno dopo appena cinque giorni
Dopo appena cinque giorni dall’incoronazione, successe l’irreparabile. Un soldato turco si presentò di corsa nell’ufficio di Essad Pasha con un telegramma in arrivo da Costantinopoli. Questa volta era il vero Halime Eddine annunciava il suo arrivo in città, adirato per l’incredibile farsa di cui fu vittima e minacciando dure ritorsioni per l’accaduto.
Il generale Pasha ormai, conscio della propria assurda ingenuità con la quale si è fatto prendere in giro da due circensi da quattro soldi, non aveva alternative per farsi perdonare che arrestare personalmente i due truffatori.
L’ennesimo colpo di genio di Otto Witte per fuggire dall’arresto
Capito ormai di esser stato smascherato, Otto Witte si trovò nuovamente a dover usare il proprio genio per uscire dalla situazione. Alla vista quindi dei soldati giunti sul posto per arrestarlo, Otto non si fece prendere dal panico. Senza perdere la calma improvviserà sul momento l’ennesimo piano degno del più grande artista della truffa.
Otto Witte, con la solita calma e compostezza, lamentò una rivolta a palazzo e accusò proprio il generale Pasha come il capo della ribellione, comprato dai montenegrini e sulla base di un falso telegramma.
Essendosi garantito la fedeltà della guardia reale con la donazione di parte del tesoro di corte, non ebbe difficoltà a far rinchiudere il generale Pasha. Trovandosi dietro le sbarre quindi non potè nulla per far arrestare i due impostori, i quali, con tutta la calma del mondo, organizzarono un piano di fuga.
Travistiti da donne musulmane i due complici riuscirono serenamente ad uscire da palazzo, non prima di aver fatto scorta di monete d’oro e preziosi. Con questi nuovi fondi a disposizione riuscirono a pagare dei marinai che Durazzo li accompagneranno a Bari.
I dubbi sulla versione ufficiale
I dubbi sulla versione ufficiale raccontata da Otto Witte non sono però pochi. Chi poteva aver passato tutte quelle monete d’oro ad un artista circense? E per quale ragione alla cerimonia di incoronazione non era presente la delegazione austriaca?
Da Vienna sappiamo che Alfred Rappaport, il responsabile consolare per quanto riguarda l’Oriente, aveva già avvertito i suoi di non presenziare all’incoronazione perchè si trattava di qualcosa di poco chiaro.
Se quindi fosse proprio Rappaport da Vienna ad organizzare tutto e fornire ai due i fondi e gli strumenti necessari al colpo? D’altronde questo fu solo l’ultimo disastro diplomatico dei turchi. La figuraccia fu tale che non si parlò mai più di un principe ottomano al potere in Albania e il vero Halime Eddine non si mise mai in viaggio alla volta di Durazzo.
Otto Witte dopo la fine del suo breve regno
Otto Witte sfrutterà per molto tempo il racconto di questa pazzesca avventura per far colpo su turisti e curiosi. Grazie a questa incredibile storia Witte divenne una sorta di celebrità ad Amburgo, dove ha vissuto fino a 87 anni di età, spegnendosi da ex Re.
Ancora oggi ad Amburgo, è possibile visitare la tomba di Otto Witte, sulla quale è ancora presente la dicitura “Ex Re di Albania”
Molti sono comunque i dubbi su molti dettagli della vicenda. D’altronde non è semplice fidarsi dei racconti di un così abile truffatore, ma di certo è che la storia ancora è viva e rapisce l’attenzione dopo un secolo. Tanto che ha ispirato anche una piece teatrale di successo, a Parigi, che viene presentata con queste parole: “Otto Witte, Re e clown, inventa senza sosta la sua vita. Corre verso l’impossibile. Spinto da una sete insaziabile, da un robusto appetito, sempre pornto a vivere. Più Forte!”