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Che maledizione per Perez: una statistica lo inchiodava prima del via

Sergio Perez è stato grande protagonista del weekend, ma la sfortuna si è messa in mezzo con i suoi piani di trionfo e così ha chiuso quarto.

In molti casi la F1 sa essere davvero spietata e non guarda in faccia nessuno quando deve essere crudele, tanto che spesso riesce a rovinare anche i sogni più belli come quello che stava vivendo a tutti gli effetti Checo Perez, con il messicano che aveva stupito il mondo intero riuscendo a piazzarsi al primo posto in qualifica in Arabia Saudita.

Sfortunatamente per lui il destino si è materializzato sotto forma di Nicholas Latifi, con il canadese che si è schiantato contro il muretto proprio subito dopo il rientro ai box del messicano, permettendo così a chi gli stava davanti di poter effettuare un comodo sorpasso in regime di Safety Car.

Sergio Perez Red Bull (Ansa Foto)

Doveva essere il grande weekend targato Sergio Perez che è diventato a tutti gli effetti un eroe nazionale, diventando infatti il primo messicano della storia a ottenere la Pole Position in F1, dimostrando come nulla possa essere impossibile nella vita, ma per la doppietta con il successo in gara bisognerà ancora aspettare e non poco.

Sergio Perez in Arabia Saudita è diventato il pilota che ha dovuto impiegare il maggior numero di tentativi prima di ottenere la prima Pole Positon della carriera, dato che ha dovuto correre ben 215 qualifiche prima essere il più veloce di tutti, polverizzando il precedente record che apparteneva a un altro uomo Red Bull, l’australiano Mark Webber a quota 134.

A questo punto tutto il mondo quasi tifava per un successo del messicano, dato che Checo è davvero amatissimo da tutti, anche chi non tifa per la Red Bull, e la partenza era stata davvero ottimo e fantastica riuscendo a mantenere alle sue spalle un aggressivo Charles Leclerc, così la Scuderia ha deciso di puntare fortissimo su di lui.

Gli austriaci hanno scelto per una mossa anticipata facendolo rientrare prima di tutti per spiazzare la concorrenza della Rossa, ma la sfortuna è stata davvero nera, dato che subito dopo le telecamere hanno inquadrato la Williams di Nicholas Latifi spiaccicata contro il muretto, situazione che ha logicamente portato all’ingresso della Safety Car.

Una mazzata di proporzioni clamorose per il messicano, perché a quel punto Leclerc, Sainz e il suo compagno di squadra Max Verstappen, hanno potuto rientrare ai box per il cambio gomme, mentre Checo doveva rallentare perché si era in regime di Virtual Safety Car e quindi ha permesso ai tre rivali di tornare in pista davanti a lui.

È un po’ doloroso in macchina, ma queste sono le corse. Perdere la gara, specialmente in questo modo è difficile da accettare anche se queste cose possono succedere, oggi c’è stata un po’ di sfortuna”.

Così ha parlato alla fine della gara un amareggiato Sergio Perez che ha così dato il seguito a una maledizione che ormai sembra aver colpito tutti quei piloti che ottengono la prima Pole Position della carriera, perché con lui siamo a sette consecutivi che non sanno confermarsi il giorno seguente in gara.

Sergio Perez continua la tradizione: la doppietta alla prima Pole manca dal 2012

Sergio Perez continua dunque la tradizione negativa che vede i piloti ottenere la prima Pole Position e non riuscire a confermarsi poi in gara il giorno seguente, diventando così il settimo consecutivo e ormai sembra chiaro a tutti come la pressione sia davvero in grado di limitare tantissimi piloti.

È successo in passato anche a grandissimi nomi come Max Verstappen, Charles Leclerc o Lando Norris, ultimo della lista che era stato in grado l’anno scorso in Russia di partire dalla prima fila, per poi sciogliersi nel pazzo finale di gara di Sochi chiudendo solamente settimo.

Per arrivare all’ultima doppietta bisogna tornare al 2012 e al Gran Premio di Spagna con clamorosa sorpresa completata per tutta la settimana dal venezuelano Pastor Maldonado, con il sudamericano che è riuscito a sconvolgere il mondo a bordo della sua Williams realizzando prima la Pole Position e poi il successo in gara.

Un traguardo che ha lasciato a bocca aperta chiunque, dato che sembrava dover essere una grande e fortunosa giornata quella del sabato per Maldonado che invece riuscì a confermarsi anche la domenica, forse perché per lui non c’era la benché minima aspettativa e pressione, ecco allora come ha fatto a completare il capolavoro.

Indubbiamente correre per una vettura che non ha ambizione di titolo permette di realizzare dei piccoli miracoli sportivi, perché tanto se non dovessero essere realizzati nessuno si lamenterà mai del fatto che non sono stati ottenuti, molto più diverso invece se un grande traguardo viene ottenuto con monoposto di grande livello.

Sergio Perez infatti è sempre stato accusato di essere un ottimo pilota in gara, ma troppo lento in qualifica, in particolar modo in qualifica ed è per questo motivo che non ha mai avuto dalla propria parte grande fiducia attorno a sé, subendo molte critiche anche dopo la passata stagione.

La Pole nel secondo GP più veloce della stagione, e indubbiamente quello più pericolose, era stato un gran bel messaggio di crescita da parte del centroamericano e per questo motivo Checo Perez ha comunque dimostrato di essere ancora di più migliorato in questa stagione, diventando la prova vivente che non è mai troppo tardi per diventare dei potenziali numeri uno o piloti da grande Scuderia.

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