Le differenze tra il Texas Hold’Em e il 5 draw, chiamato anche poker all’italiana, sono molte. Una di quelle che suscita sempre qualche perplessità è la coppia Full House VS Colore.
Al netto delle diversità circa il modo di giocare, le regole e di conseguenza le relative strategie da poter adottare nell’uno o nell’altro gioco, un fatto davvero curioso riguarda la forza dei punti che si possono chiudere. Sono i medesimi per tutte le combinazioni, tranne appunto per quanto riguarda la coppia full house/colore. Nel poker all’italiana il colore batte tutte le combinazioni che supera anche nella versione Texas Hold’em, oltre a superare anche il full house. Nel Texas Hold’em invece l’esatto opposto. Dal momento che il resto della nostra classifica di punti è lo stesso, per quale motivo questa differenza?
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L’italia ha offerto un grande palcoscenico mondiale per quanto riguarda il gioco del poker in generale. Non mancano celebri film in cui famosissimi attori mettevano in scena le più disparate partite di poker. Famosissimi anche i siparietti comici legati a questo diffusissimo gioco che ha rapito tutti i tipi di giocatori nel Belpaese. Dalle bische e i retrobottega dei bar malfamati, fino alle partite private dell’alta società su sfondi mozzafiato in ville da urlo e location meravigliose, il gioco del poker a cinque carte ha caratterizzato molti decenni di storia della nostra Italia.
Prima della diffusione enorme che ha avuto il Texas Hold’em qualche decennio fa, in Italia il poker era un gioco molto comune e apprezzato da tantissimi giocatori. La variante più diffusa era il 5 Draw, chiamato anche per l’appunto “Poker all’italiana”, proprio per la sua diffusissima presenza nella penisola.
Il poker all’italiana, nella sua versione più comune, prevedeva la distribuzione di 5 carte coperte ad ogni giocatore. Si poteva poi procedere con un “cambio“, ossia a turno si decidere di scartare una o più carte ricevendone un pari numero. Lo scopo era quello di chiudere la miglior combinazione. Nel caso non si fosse voluto cambiare carte, era sufficiente annunciare “servito”. Ogni passaggio prevedeva poi un giro di puntate. Sul discorso puntate è difficile tracciare una linea netta e precisa.
Diciamo che in buona parte delle partite, come si fa ancora oggi nelle case da gioco regolari, gli importi erano limitati dalla quantità di denaro o fiches già sul tavolo prima dell’inizio della mano. Nelle partite di poker all’italiana non era raro però che si accettassero anche puntate per importi non messi in gioco. Famosi gli aneddoti di persone che hanno scommesso la propria casa con poker d’assi, perdendola poi contro una scala reale, o storie del genere, spesso narrate in modo stereotipato o con sfumature comiche anche nei film del periodo.
Molti giocatori di poker della “vecchia guardia” in Italia, sono quelli che hanno iniziato con il poker all’italiana per poi adattarsi al Texas Hold’em. D’altra parte se non ci si vuole scontrare sempre con le stesse persone, le nuove varianti del gioco sono diventate da qualche decennio un vero e proprio must. Questi giocatori spesso li si riconosce subito. Molto più propensi a un gioco psicologico di pressione e bluff e meno attenti a quelli che sono gli aspetti matematici del gioco.
Nella variante del poker all’italiana, infatti, oltre al fatto di poter cambiare alcune delle proprie carte e sapere quante carte hanno cambiato gli avversari, se ne hanno cambiate, il calcolo delle probabilità risultava marginale rispetto alla guerra psicologica nei momenti delle puntate. Inoltre, se si giocava realmente No Limit, nel poker all’italiana era possibile con una singola mano recuperare le perdite fatte in molto tempo, ma anche perdere tutto per una semplice piccola distrazione. Questo aspetto denota un’altra grande differenza con il Texas Hold’Em e il poker in generale per come viene inteso oggi. I veri professionisti non cercano più il colpaccio della vita come tempo fa, i pro player moderni ragionano sempre sul lungo periodo.
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Come già anticipato in apertura, il poker all’italiana e il Texas Hold’em presentano la medesima classifica circa il valore dei punti che si possono ottenere con una combinazione di cinque carte. Ma Full house e colore no, sono rispettivamente invertiti. La motivazione, banalmente, è che nel poker all’italiana spesso non viene utilizzato tutto il mazzo di 52 carte, ma a seconda del numero di partecipanti alla partita, si toglievano anche tutte le carte dal due al sei.
Con questa semplice ma sostanziale modifica l’effetto nella pratica sarà una diversa possibilità di chiudere alcune combinazioni piuttosto che altre. Vediamo subito cosa cambia dal punto di vista matematico:
Come sappiamo il calcolo statistico delle probabilità e la matematica in generale ricoprono un ruolo fondamentale quando si parla di giochi come il poker. L’assegnazione di un valore a un punto, quindi a una determinata e particolare combinazione di carte, viene riconosciuta più o meno forte a seconda della probabilità che si ha di ottenerlo. Come in molti altri ambiti, più qualcosa è raro e difficile da ottenere, maggiore è il valore che gli viene attribuito.
La differenza di valore tra il Full House e il colore nelle due varianti di gioco che stiamo analizzando, sta semplicemente in questo. Nel Texas Hold’Em il colore capita con una frequenza maggiore rispetto al full house, mentre nel poker all’italiana è l’esatto opposto. Nel Texas Hold’em sappiamo che si gioca con 52 carte, 13 per ogni seme. Tralasciando per comodità la parte legata ai calcoli, a queste condizioni possiamo chiudere colore, tra tutte le combinazioni possibili, 5,108 volte. Per quanto riguarda il full house, le combinazioni possibili sono invece soltanto 3,744.
Nel caso invece prendessimo in esame il poker all’italiana con ad esempio solo 32 carte, la faccenda cambia parecchio. La probabilità di chiudere colore cala in modo direttamente proporzionale al calare del numero di carte utilizzate. In questa maniera, nella variante del poker all’italiana in cui si usa un numero di carte inferiore, il colore avrà di conseguenza una probabilità meno alta di arrivare. Questo, di base, è il motivo per cui nel poker all’italiana il colore batte il full, mentre nella variante Texas Hold’Em accade l’esatto opposto.
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