Oggi il poker è uno dei giochi di abilità più conosciuti e diffusi al mondo. Diviso tra decine di varianti con regole e complessità specifiche per ciascuna, dove ha le sue origini e come veniva giocato agli inizi?
Troppo spesso bistrattato o erroneamente relegato a semplice “gioco d’azzardo”, il poker è un gioco di un’enorme complessità, ove abilità ed esperienza la fanno da padrone nel decretare la sorte di un giocatore. Specialmente se guardiamo il lungo periodo.
C’è chi si è avvicinato principalmente per interessi legati alla matematica e allo studio delle probabilità, altri hanno iniziato ad appassionarsi per via dell’interessantissimo studio sui comportamenti sociali e le tecniche di inganno e depistaggio messe in campo dai player più esperti. Altri ancora amano il poker per quel briciolo di casualità che da un lato rende le cose un filo più imprevedibili ed emozionanti, dall’altro fa del poker un gioco in prima battuta accessibile a chiunque, anche ai meno esperti. Questo perché il colpetto di fortuna ogni tanto non relega i principianti a una lunga serie di inevitabili sconfitte iniziali, come accade nei giochi ove il fattore casuale è minimo, come ad esempio il gioco degli scacchi o Go.
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Indice dei contenuti
Dove nasce il gioco del poker? Le origini nel Far West
Le fonti storiche più autorevoli pongono le prime origini del gioco del poker a circa due secoli indietro nella linea temporale. Come tutti i giochi di carte però non è semplice porre una datazione certa o identificarne un primo ideatore delle versioni embrionali. La cosa che però sappiamo di certo è che il gioco del poker per come lo conosciamo oggi era presente già nei primi anni del diciannovesimo secolo nel variopinto West Americano. Famose erano le partite sui battelli a vapore che risalivano il Mississippi: in un periodo ove ancora le ferrovie non arrivavano ovunque servisse e i viaggi a cavallo erano spesso estenuanti e sempre a rischio di assalto da parte di qualche fuorilegge, i viaggi in battello erano per moltissime persone una reale necessità.
Oltre che ricoprire l’ovvia funzione di mezzo di trasporto, questi battelli erano spesso dei veri e propri casinò galleggianti. A bordo era possibile trovare ogni forma di divertimento in voga, dagli spettacoli “lascivi”, seguiti spesso da offerte di compagnia a pagamento, il servire gli alcolici e le cibarie preferite dai “pistoleri”, fino ai tanto amati giochi di carte o d’azzardo in generale. Il poker, in una versione molto più semplice di quelle giocate oggi, era spesso tra i divertimenti più gettonati. Con scommesse di importi da capogiro, armi da fuoco cariche sotto il tavolo e i bari pizzicati a truffare gettati fuori bordo, il poker ha avuto le sue prime origini in questa certamente pittoresca cornice.
Le fonti storiche
La primissima fonte storica accertata risale alle memorie scritte dall’attore inglese Joe Cowell. Questi trascorse gran parte della propria vita negli Usa e tra i tanti racconti della vita dell’epoca, narra che il gioco del poker era molto diffuso e praticato a New Orleans nel 1829. Molto differente dal gioco di oggi, si praticava con un mazzo di venti carte con partite di un massimo di quattro giocatori.
Le origini persiane del poker e l’origine del nome
Stando a quanto riportato da alcuni storici del gioco, il poker è un’evoluzione e rivisitazione del suo antenato giocato in Persia. Un gioco chiamato, in lingua persiana, âs nas. Pare che questo venisse insegnato con tutta probabilità ai coloni francesi di New Orleans da marinai, commercianti e viaggiatori di origini persiane. Altre versioni ricostruiscono la trasmissione del gioco dai persiani ai militari francesi di istanza in quelle terre, poi trapiantati negli Stati Uniti d’America. Pure le origini stesse del nome “Poker” sono abbastanza incerte. Il termine inglese “To poke” significa, tra gli altri, picchiettare, stuzzicare o attizzare. Il termine poker quindi potrebbe essere interpretato come attizzatoio, nel senso che questo gioco in particolare ci induce a “spingere” usando i famosi bluff.
Il ruolo della violenza e dell’illegalità nella diffusione del gioco del poker
Lasciando da parte l’incertezza circa le proprie reali origini, il poker certamente ha avuto la sua iniziale, grande diffusione negli Stati Uniti d’America. Qui ha col tempo trovato la sua evoluzione in termini di regole e ha iniziato a differenziarsi in moltissime specialità particolari. Molte delle situazioni in cui queso gioco, nelle sue diverse varianti, veniva praticato erano però quasi sempre su un confine sottile ai limiti della legalità. Quando proprio non praticato nella più totale illegalità dichiarata.
Leggenda narra di questi famosi personaggi che giravano in lungo e in largo per la nazione in cerca sempre di qualche nuovo pollo da spennare. Naturalmente, visto il periodo, difficilmente questi giocatori professionisti viaggiavano senza la propria fedele compagna di ferro in tasca, sempre carica e pronta all’uso. Molte persone dell’epoca avevano il grilletto facile e sarebbe stato decisamente sconveniente trovarsi a mani nude di fronte a qualcuno che non accettava di buon grado la sconfitta al gioco.
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Doyle Brunson, i contrabbandieri e la variante Texas Hold’Em
Chiunque abbia seguito un po’ il poker, conoscerà certamente Doyle Brunson, soprannominato “Texas Dolly”. Classe 1933, leggenda vivente del poker, è stato uno dei principali promotori della diffusione della versione Texas Hold’Em del poker. Ad oggi la più conosciuta e giocata in tutto il mondo. Proprio a lui, inoltre, si devono molte delle testimonianze e dei racconti dell’evoluzione del gioco nello scorso secolo. Un famoso aneddoto, per esempio, riguarda un contrabbandiere del West Virginia con il quale stava disputando una grossa partita. Nel momento in cui le perdite del delinquente con il nostro Doyle iniziavano a superare i 50.000 dollari, estrasse fuori dalla tasca una grossa pistola, la poggiò sul tavolo con aria minacciosa e lo invitò “educatamente” a finirla di vincere tutti i suoi soldi.
Altri racconti parlano delle numerose e continue rapine subite a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Frequenti i pestaggi e le risse. Intorno al tavolo da poker in quei caldi anni non si sprecavano neppure le peggiori minacce e addirittura gli omicidi e le violenze di ogni sorta. Doyle Brunson, tra le altre cose, fu anche l’autore della diffusione della variante Texas Hold’Em a Las Vegas. Insieme ad altri giocatori texani fece scoprire alla capitale globale del gioco, verso la fine degli anni Sessanta dello scorso secolo, la variante di poker a oggi più popolare, specialmente agli occhi del grande pubblico.
Il cinema e la diffusione dell’immaginario di massa del poker
Poco alla volta la specialità Texas Hold’Em del poker si diffuse, fino a trovare i primi giocatori sul suolo europeo e in ogni angolo del globo. Verso la fine dello scorso secolo, il successo di questo gioco ebbe un boost incredibile anche tra la massa “comune” grazie anche al famosissimo film “Rounders” del 1998, con protagonista il celebre Matt Damon. Un altro motivo dell’enorme diffusione di questo gioco è stato anche il fatto che, specialmente nelle versioni torneo e Sit and Go, il giocatore può sapere in anticipo la cifra che andrà ad investire. In questo modo è molto più semplice tenere sotto controllo il rischio di perdere soldi che non ci si può permettere ed è anche decisamente molto sostenibile giocare in modo abituale o comunque molto spesso, senza avere grossi danni alla propria situazione finanziaria, in caso di perdite frequenti, anche nel lungo periodo.
Chiaramente per godere di questi vantaggi è fondamentale una corretta gestione del proprio bankroll. (A tal proposito ti consiglio caldamente, qualora ancora non l’avessi fatto, di leggere la nostra guida sulla gestione del proprio capitale da dedicare al gioco, disponibile gratuitamente online qui: Come non finire in mutande: l’importanza del Bankroll Management). Altro fattore decisamente invitante, la possibilità di vincere somme da capogiro con una piccolissima tassa di iscrizione. Nel momento in cui un torneo raccoglie un gran numero di partecipanti, le cifre in palio possono davvero diventare enormi. Sono numerosi, soprattutto negli anni successivi all’introduzione del gioco online, i player diventati milionari investendo solo pochi dollari. Decisamente non male per aver semplicemente deciso di risparmiare un paio di birre o qualche caffè.
Le star del cinema come testimonial
Negli ultimi decenni, inoltre, la grande diffusione della passione per il poker anche tra il grande pubblico, ha permesso maggiori investimenti e le case da gioco hanno potuto assoldare anche celebrità davvero importanti. Parliamo di personaggi dello spettacolo che sono stati presi sia come testimonial, che come giocatori sponsorizzati. Solo per citarne alcuni parliamo di celebrità del calibro di George Clooney, Robbie Williams, Ben Affleck, il già citato Matt Damon. Tra gli italiani più celebri troviamo Buffon, Vieri, Magnini e Totti, oltre a moltissimi altri.
Le origini e la diffusione del poker online
La prima partita online a soldi veri fu disputata nel 1998. In italia, invece, il primo torneo di poker online regolare venne portato nel settembre del 2008 da Gioco Digitale. Da allora, solo nel Belpaese, oltre 3 milioni di persone hanno giocato almeno una volta a poker nella versione di gioco online. Cavalcando l’enorme – e per certi versi inaspettata – diffusione della passione per il poker, specialmente nella versione Texas Hold’Em, sono nate decine e decine di poker room online.
Dalle lontane origini all’era del gioco online: l’effetto Moneymaker
Agli inizi del Duemila, un perfetto sconosciuto è divenuto famoso in tutto il mondo per essersi qualificato con soli 39 dollari al Main Event delle World Series Of Poker di Las Vegas vincendo il primo posto dell’evento e intascando ben due milioni e mezzo di dollari. Parliamo di Chris Moneymaker, un nome una garanzia. Classe 1975, quello fu il primo torneo della sua vita giocato dal vivo. Da quel momento il boom del gioco online fu inevitabile. Chris fu la prova vivente che il poker, se studiato a dovere e fatta la necessaria esperienza e il dovuto allenamento, può permettere davvero a chiunque di sfondare. Anche senza nessun capitale di partenza, il successo era a portata di mano.
Negli anni successivi un gran numero di ragazzi, anche giovanissimi, ha tentato il successo partendo online con pochi dollari o addirittura senza alcun investimento. Molte poker room online infatti offrono costantemente tornei freeroll, ossia dei tornei con somme più o meno gustose in palio, ove può partecipare chiunque. Senza dover pagare alcuna tassa di iscrizione.
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Dove giocare a poker online in Italia: le regole dell’A.A.M.S.
Urge fare una piccola digressione circa le modalità di gioco online disponibili in Italia. A partire dal 2009, chiunque si colleghi dall’Italia può giocare solamente su piattaforme .it, ossia le poker room autorizzate e sottoposte alle regole dell’A.A.M.S. (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Come per tutti gli altri giochi con vincite in denaro, anche il poker online da quel momento deve sottostare alle regole e all’enorme tassazione imposta dallo stato italiano. Se questo da un lato ha tagliato le gambe alle numerosissime piattaforme truffaldine con sede in paesi non proprio regolamentati, dall’altro i rake (la quota della tassa di iscrizione o del piatto in una partita cash game trattenuta dalla casa di gioco) sono diventate enormemente meno convenienti rispetto alle alternative estere.
Per fare un rapido esempio, su Pokerstars.it un torneo con buy-in di cento euro, ha una trattenuta media di ben 10 euro. Sulla versione .com di pokerstars invece, la quota trattenuta, sempre su base 100, è spesso inferiore ai 4-5 dollari. Oltre a questo fatto, già di per sè sufficiente a spingere molti giocatori professionisti a trasferirsi all’estero, ci sono state enormi ripercussioni anche sul traffico e sul numero di iscritti che si può raggiungere nei tornei o ai tavoli cash game. Viene naturale che una piattaforma accessibile ai soli giocatori italiani ha enormemente meno traffico della stessa, ma aperta a giocatori di tutto il mondo. Può sembrare una banalità, ma poter giocare a qualsiasi ora del giorno e della notte trovando milioni di avversari da qualunque fuso orario, è tutta un’altra vita. Oltre al fatto di vedere sul .com tornei da pochi dollari raggiungere montepremi di centinaia di migliaia, quando non milioni, di dollari non è certo una cosa fattibile quando si gioca solo tra connazionali.
Chi sa destreggiarsi un minimo con la tecnologia saprà certamente come aggirare facilmente questa restrizione simulando una connessione dall’estero. La cosa che però mi preme ricordare è che non sono pochi i player che hanno avuto problemi anche importanti con l’Agenzia delle Entrate italiana per aver aggirato il sistema. Attenzione quindi, certamente non è piacevole vedersi sequestrati i frutti di tanto tempo di gioco e trovarsi magari con multe salate o, nei casi peggiori, procedimenti penali per aver fatto entrare in Italia soldi irregolari dall’estero. Poi, se proprio non potete fare a meno di provare l’ebrezza del poker sul .com, quanto meno un investimento di 50-100 euro per un consulto legale da parte di un professionista, che sappia consigliare e informare adeguatamente circa i rischi e le modalità per ridurli al minimo, sono di certo un investimento d’oro e che può risparmiarvi un imprecisato numero di grane. Parliamo sempre di problematiche che possono condizionare la vita di una persona anche per diversi anni. Consiglio da amico: non ne vale proprio la pena!
(NB. quanto scritto in questi paragrafi è solo a titolo puramente informativo e divulgativo. Non è per nulla da intendersi come promozione di condotte illegali o scorrette, anzi, se ne sconsiglia caldamente la messa in pratica)