Un legame speciale, che caratterizza anche il numero di gara di Pol Espargaro, con un ex pilota: ma come mai proprio lui?
L’attuale centauro della Honda, il classe ’91, Pol Espargaro ha le idee chiare. Il catalano sa benissimo chi è secondo lui il miglior pilota in circolazione, dando una grande investitura al conterraneo, Marc Marquez. Ovviamente poi, come un po’ tutti gli sportivi, ha anche un ex collega a cui ispirarsi.
Nonostante fino a ieri fosse ancora in pista, moltissimi piloti hanno oggi come idolo maggiore, Valentino Rossi, come ovvio che sia, viste le vittorie ottenute in giro dall’italiano. Qualcuno invece, ricorda che quando era più giovane, c’erano altri grandi come Casey Stoner e Jorge Lorenzo. Ma Pol Espargaro ha qualcosa di particolare da raccontare.
Ecco l’idolo di Pol Espargaro
Lo stile di guida è ovviamente, sempre personale, ma anche i più grandi hanno la loro fonte di ispirazione. Così, se Fabio Quartararo vuole essere come Valentino Rossi, Pol Espargaro vuol diventare il nuovo Alex Barros. Qualcuno fa fatica a ricordarlo, parliamo di un pilota brasiliano che è stato in MotoGP fino al 2007 ed oggi ha 51 anni. Ecco l’ammissione di Pol Espargaro: “Non ricordo molto bene quando ero bambino. Ma ricordo di aver visto tutte le gare della MotoGP a casa con mio padre e mio fratello quando non ci allenavamo. Un ricordo è quando Alex ha guidato una moto gialla per il team Sito Pons”.
Ma ricorda di certo le corse di Barros, che quando entrò in MotoGP, nel 2002, veniva seguito da un undicenne Pol. A riprova di ciò, il brasiliano correva con la numero 4, mentre il catalano scelse il doppio ‘4’ e per anni, ha usato il 44. “Cercavo di costruire la mia identità attorno al numero 4. Quello era il suo numero. Ricordo di aver provato a usare quel numero, ma non era più disponibile. Quello è per questo ho optato per il 44″, ha spiegato il catalano.
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Il più giovane dei due Espargaro della MotoGP, ricorda anche di aver incontrato da giovane, proprio Barros, che lo ha anche invitato nel suo camper, probabilmente dopo che il catalano gli ha spiegato di non avere altri piloti preferiti che lui. Bizzarra però, infine, l’ammissione dello spagnolo: “Non ricordo nessuna gara specifica di Alex. So solo che aveva uno stile di guida molto insolito che mi ha impressionato. Il suo stile di guida era uno dei piloti della vecchia scuola, proprio come Kevin Schwantz”.