Giorgio Chiellini, classe 1984, rappresenta in assoluto, in questo momento più che mai, l’emblema della rinascita del calcio italiano.
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Giorgio Chiellini: il gladiatore della Juve e della Nazionale
37 anni, fresco campione d’Europa con la nazionale azzurra di Roberto Mancini, simbolo da oltre un decennio di una Juventus che è stato capace di prendere per mano nei momenti difficili. Conducendola a traguardi significativi. Uomo in grado di riprendersi dai recenti infortuni, legati anche all’età, con coraggio e abnegazione allo “spirito bianconero”, entra di diritto nella storia dei difensori juventini e lascerà di certo un ricordo indelebile nel cuore dei tifosi.
Come Cabrini, come Scirea. E’ già nella storia bianconera
Come Cabrini, come Brio, come il compianto Scirea, Giorgio Chiellini ha vinto tutto con la maglia della Juventus, e ancora ha voglia di conquistare trofei. L’Europeo e gli scudetti non gli mancano in bacheca: vorrebbe la Champions (due finali perse), sicuramente è un obiettivo che si pone di conquistare prima di chiudere una carriera straordinaria. Rude al punto giusto con gli attaccanti avversari ma mai scorretto, temuto e rispettato. Giorgio Chiellini si sta già costruendo una brillante carriera post-calcio. E’ uno che pensa al futuro Re Giorgio, consapevole che a 40 anni comincia una nuova vita per un un giocatore, che ha ancora davanti a sè scelte infinite, possibilità, strade nuove da percorrere.
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Giorgio Chiellini e le due lauree
Pochi sanno che Chiellini ha ben due lauree. E non a torto va considerato come il calciatore più “acculturato” della serie A, tra i più titolati a livello europeo per percorso di studio.
Il Gigante Buono vuole Champions e Mondiale
Il Gigante Buono della Juventus, infatti, si è prima laureato in economia e commercio all’Università di Torino. Titolo ottenuto nel 2010 con votazione di 92/110. Eccolo nel 2017, proseguire lungo un ipotetico percorso di figura manageriale, magari sempre legato al mondo dello sport. Ecco la laurea in Business Administration con 110 e lode. La Federazione, la stessa Juventus, il Governo, potrebbero guardare a lui come figura di riferimento tra il mondo manageriale e lo sport, per il prossimo futuro, ripercorrendo magari le orme di personaggi come la Vezzali.
Un futuro da manager juventino?
Di sicuro la Juve non la lascerà andare così facilmente dopo il suo ritiro, che per ora Giorgio non ha annunciato e a cui presumibilmente penserà dopo i mondiali in Qatar, altro grande obiettivo. Visto che in quella finale del 2006 lui era giovanissimo, aveva già esordito con gli azzurri nel 2004, ma non fu convocato. Con due come Cannavaro e Nesta in campo non era ancora il suo momento.