Pressoché identico al Seven Card Stud, il Razz si gioca in modalità Ace-To-Five Lowball: vince il punto più basso, scala e colore non contano.
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Il Razz nasce poco dopo l’arrivo sul panorama mainstream delle varianti Stud del poker.
Correva l’anno 1971 quando una delle prime edizioni delle World Series Of Poker, il più importante evento mondiale che raccoglie ogni anno decine di migliaia di giocatori da ogni angolo del globo, hanno sdoganato questa divertentissima variante.
Il Razz poker subisce successivamente uno sprint in termini di popolarità di fronte al grande pubblico, grazie all’introduzione della modalità online su FullTilt nel 2004 e soprattutto su Pokerstars due anni più tardi.
Sempre nel 2004, il tavolo finale dell’evento Razz delle WSOP, segnato da una spettacolare vittoria di un carichissimo T.J. Cloutier, venne trasmesso sul canale ESPN scatenando una vera e propria corsa alla scoperta di questa variante del gioco.
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Da allora, la popolarità del Razz non ha fatto che aumentare, tanto da subire anche delle varianti al suo stesso interno, per esempio la famosa la cosiddetta London Lowball. Si tratta di una variante Pot Limit nella quale il punteggio viene calcolato Ace-To-Six Lowball (punto migliore: 6-4-3-2-A non tutte dello stesso seme), quindi considerando anche scala e colore come punti alti. Il nome a questa variante del gioco deriva dal fatto che è giocata quasi esclusivamente in Europa, partendo e trovando la sua massima diffusione proprio nella città inglese di Londra.
Come abbiamo già visto, il Razz è sostanzialmente la versione Ace-To-Five Lowball del Seven Card Stud, quindi riassumendo:
Per approcciarsi profittevolmente alle prime partite di Razz, è importante conoscere qualche piccolo dettaglio, per non ritrovarsi a strabuzzare gli occhi osservando movimenti al tavolo che potrebbero sembrare anomali:
Il Bring-in è la prima puntata che deve fare il giocatore che presenta la door card più alta, ma in caso di parità come si procede? Se due giocatori mostrano la stessa carta, si procede guardando il seme della stessa. La precedenza consiste nel disporre in ordine alfabetico i 4 semi della carte nella nomenclatura inglese, si procederà quindi secondo l’ordine (in senso di forza crescente):
A questo punto aprirà le puntate il giocatore con il seme della carta esposta più forte.
Se giocando a una partita di Razz ci si dovesse trovare malauguratamente in All-in già pagando l’ante, non si potrà ovviamente aprire le puntate con il Bring-in. A quel punto semplicemente l’incombenza passa al giocatore successivo che mostra la carta più alta.
Il Razz si gioca generalmente in un numero variabile da 2 a 8 giocatori per tavolo, ma può accadere che in una mano molti giocatori restino in gioco fino alla fine e il mazzo di 52 carte non sia sufficiente a distribuire la settima carta personale a tutti.
A quel punto il dealer poggerà al centro del tavolo una carta scoperta che potrà essere utilizzata da tutti i giocatori per costruire la propria miglior combinazione di 5 carte.
Il Razz è un gioco che ha avuto una diffusione impressionante in un lasso di tempo abbastanza esiguo. Possiamo dare una spiegazione a questo fenomeno partendo da qualche considerazione.
Nel Razz, come nelle varianti Stud in generale, soprattutto Limit e Pot Limit, l’abilità e l’esperienza hanno un peso importante rispetto alla fortuna nella vittoria o nella sconfitta. Ciò è dovuto a una maggiore possibilità di raccogliere informazioni circa il gioco degli avversari, l’evoluzione di ogni mano e della partita in generale e la limitazione dei danni in caso di Cooler (eventualità in cui due o più giocatori si trovano con un punto estremamente forte, quasi sempre imbattibile in altre situazioni) o Bad Beat (Situazione in cui si è in grande vantaggio, ma la carta sbagliata ribalta la situazione all’ultimo). Questo fattore da solo sarebbe sufficiente a spiegare perchè i giocatori più esperti o competitivi decidono di specializzarsi in queste varianti un po’ più macchinose, ma che certamente sanno dare grandi soddisfazioni.
Conoscere e giocare il Razz può essere un’utilissimo allenamento per approcciarsi al calcolo dei punti in situazioni Lowball o se si vuole approfondire la dinamica, in termini di calcolo delle probabilità, nelle varianti stud, Limit e Pot-Limit. Questo si dimostra particolarmente utile prima di lanciarsi in partite Hi-Lo Split, ove il piatto viene diviso tra il punto più alto e il più basso nella mano
Come saprà sicuramente chi ha giocato un po’ a poker nelle varianti No-Limit, magari in fase avanzata di torneo o in situazioni di cash-game, talvolta ci si trova in situazioni emotivamente faticose. Si passa magari dall’essere in attivo per la sessione e subire un cooler che ci porta in pochi secondi dal sentirsi Re Mida al contare gli spicci in fondo alle tasche, oppure vedere due giorni di faticoso torneo svanire a qualche posizione dalla Bubble (l’ultima eliminazione prima dei premi in un torneo) o dal tavolo finale. Giocare varianti Limit e Pot-Limit aiuta a limitare le oscillazioni nel bankroll o nello stack nella singola partita, limitando quindi anche gli effetti deleteri della tensione emotiva al tavolo da gioco o la depressione del vedere il bankroll calare velocemente, con la fatica di abbassare i proprio limiti di gioco per non rischiare di andare rotti.
Qualche semplice accortezza per non trasformare le tue prime partite a Razz in un lago di sangue:
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