Il tilt nel poker è quello stato mentale che in genere arriva dopo una serie di brutte batoste. Se non riusciamo a recuperare la calma velocemente, non ci permette più di ragionare in modo razionale e spesso crea un vero e proprio disastro al nostro bankroll.
Tornare a uno stato mentale ed emotivo adatto a giocare al meglio delle nostre potenzialità non è semplice quando il tilt prende il sopravvento. Un giocatore tiltato può fare azioni e prendere decisioni completamente diverse, se non opposte, a quanto il buon senso, l’esperienza e la tecnica suggeriscono. Spesso ci si rende subito conto degli errori fatti e ciò non fa che alimentare il nervosismo, l’agitazione e la frenesia che il tilt ci provoca.
Si va in questo modo a creare un circolo vizioso che in pochissimo tempo può bruciare una parte considerevole del nostro bankroll, magari mandando in fumo le decine o centinaia di ore spese giocando in modo concentrato e attento al tavolo. Fermare rapidamente questa caduta nel baratro è essenziale, dal momento che più la cosa peggiora e maggiore sarà la fatica necessaria per riprendersi. Vediamo ora qualche tecnica utilizzata dai campioni su come recuperare velocemente la concentrazione che ci serve al tavolo.
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Il tilt è uno degli eventi più pericolosi in assoluto per il nostro bankroll e per la nostra serenità. Proviamo a pensare a quante volte istintivamente ci veniva di fare un’azione al tavolo, poi ragionandoci anche solo pochi secondi ci siamo resi conto che sarebbe stato un grossolano errore e lasciamo perdere. Oppure a quante volte sentiamo salire l’istinto di fare una mossa sbagliata, magari perdendo consapevolmente denaro, con il solo scopo di “punire” qualche avversario o prendersi una qualche rivincita che va ad alimentare l’orgoglio, pesando sul portafogli. Anche qui, se siamo un minimo razionali, in genere riusciamo a controllare e sopprimere questo prurito e razionalizzare la cosa ragionando sul fatto che non ha minimamente senso spendere soldi in quel modo. Si gioca o per vincere o per togliersi dei pruriti. Non si può fare entrambe le cose, altrimenti non si otterrà nè l’una, nè l’altra.
Se giochiamo per vincere, mantenere un mindset adeguato per tutta la durata di ogni mano che giochiamo è fondamentale. Fa anche però parte della natura umana l’innervosirsi e avere carichi emotivi che non possiamo fermare del tutto sul nascere. Nessuno pretende di trasformarci in robot. Messo in conto che di tanto in tanto chiunque avrà qualche momento di tilt, o almeno ne subirà un inizio, è decisamente importante e utile avere nella nostra cassetta degli attrezzi del buon giocatore qualche strumento rapido ed efficace per recuperare velocemente la situazione in carreggiata e non cadere vittima di quella spirale infernale che è il tilt nel poker. Partiamo subito con i cinque metodi dei pro player, semplici ma decisamente efficaci, per recuperare in fretta la calma e la concentrazione.
Il primo rimedio, non tanto per recuperare velocemente, quanto per limitare il più possibile i danni del tilt, è quello di contrastare la frenesia dovuta all’alterazione dell’umore e al nervosismo, rallentando il proprio ritmo di gioco. Ogni volta che sentiamo lo stimolo ad agire di fretta, magari in modo impulsivo senza aver valutato bene tutte le ipotesi, abituiamoci a far passare almeno dieci secondi.
Staccando in modo temporale il momento in cui sentiamo un spinta emotiva verso una decisione e il momento in cui effettivamente eseguiamo l’azione scelta, diamo tempo al nostro cervello di fare sicuramente qualche valutazione in più in modo razionale e magari salvarci da qualche disastro. I picchi emotivi in genere tendono inoltre a durare davvero pochi secondi, ritardando il momento dell’azione ci accorgeremo che spesso e volentieri verrà automatico fermarsi prima di fare danni, ragionare sul da farsi e poi agire in modo razionale, nonostante pochi secondi o minuti prima le avremmo messe tutte al centro in preda agli ormoni impazziti.
Questo è un rimedio utile per i giocatori che possono permettersi di fare abbastanza facilmente una pausa dal gioco senza grossi problemi. Coloro quindi che stanno giocando cash game o sono proprio nelle fasi iniziali di un torneo con alta giocabilità (o che sono talmente deep da non doversi preoccupare di perdere qualche buio mentre non si è al tavolo). Prendersi una lunga e rigenerante pausa dal gioco quando abbiamo bruciato un numero considerevole di stack o buy in è forse il consiglio più scontato e banale, ma di certo è tra i più efficaci in assoluto.
Vale nel poker quanto nella vita. Provare a prendere decisioni importanti con la mente annebbiata, quasi mai porta qualcosa di buono. Se abbiamo appena terminato un’acceso diverbio con il/la proprio/a partner, se abbiamo appena litigato animatamente con qualcuno, prendere subito dopo una decisione importante in genere è sempre il preludio di un disastro di cui ci pentiremo amaramente. In una partita di poker funziona esattamente allo stesso modo. Se abbiamo accusato diversi colpi storti, farsi una sana passeggiata per sbollire non può certamente che far bene. Spegniamo quindi la testa, aspettiamo che si calmi il bollore e, tornati freschi e sereni, possiamo sederci nuovamente e ripartire alla grande.
In fondo, quando lavoriamo su un pc windows che si impalla per qualche motivo, serve a poco continuare a cliccare nervosamente da tutte le parti o sbattere le mani sulla tastiera sperando miracolosamente che la macchina si spaventi e torni a funzionare. Si spegne tutto. Si aspetta un attimo che si raffreddi il processore. Poi si riaccende e persino il sistema operativo a finestrelle sembrerà tornato a funzionare in modo stabile.
Questo metodo riguarda principalmente chi grinda sit and go e tornei. Se notiamo che la sessione in corso sta prendendo un brutta piega e anche il nostro stato mentale ed emotivo inizia a risentirne in modo evidente, la cosa migliore è non aprire altri tavoli e terminare quelli ancora in corso. Finite le partite aperte, è certamente una buona idea prendersi il tempo necessario per recuperare il mindset adeguato e non rischiare di peggiorare o dar via al tilt.
Quando mettiamo in fila una serie di sconfitte che ci costeranno comunque una parte del nostro amato bankroll, la tentazione di cercare di recuperare tutto il prima possibile si farà sempre sentire. Si tratta della cosa più naturale del mondo, è inutile raccontarci che non sia così. Resistere a questa tentazione è una delle prove più importanti per un giocatore serio e che vuole costruire un sistema di gioco solido. Altrimenti si è semplicemente vittima della sindrome del giocatore d’azzardo. E non credo serva aggiungere molto altro circa le conseguenze di questa.
“Quando una sessione è partita male, non disperare: può ancora peggiorare”
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Se siamo in una situazione nella quale sembra che la Dea bendata abbia deciso di dimenticarsi di noi per diverso tempo e sembra che non ne centriamo una neanche per sbaglio, la cosa migliore sarebbe chiaramente quittare e riprovare passato il momento no. Se invece vogliamo comunque fare la nostra sessione e ci sentiamo in ogni caso in grado di mantenere o recuperare velocemente la calma senza cadere nella spirale del tilt, allora possiamo sfruttare un sistema semplicissimo per abbattere gli effetti negativi della varianza che ci sta attanagliando.
Si tratta di abbassare, magari anche della metà o più, il nostro buy in medio. Se quindi giochiamo in genere tavoli sit and go da $10, possiamo passare per questa sessione a giocare quelli da 5 o da 3 dollari. Certo, è una scelta un po’ fastidiosa, ma se tanto abbiamo capito che gira male e non vogliamo prenderci una pausa, tanto vale limitare i danni finche la situazione non rientra. Giocando a limiti più bassi, mettiamo in gioco una fetta molto meno significativa del nostro bankroll. Ciò non può che aiutarci a tornare più tranquilli e non preoccuparci troppo delle eventuali bad beat in arrivo, in quanto saranno decisamente molto meno costose del solito.
Harry Houdini fu il più celebre escapologo che la storia ricordi. La sua arte consisteva nell’impresa di liberarsi dalle più impensabili situazioni. Si faceva ammanettare e seppellire vivo, legare con delle catene e bendato e immerso in un cilindro pieno d’acqua. Dopo qualche minuto però lo si vedeva sempre spuntare, con stupore del pubblico che non riusciva a venire a capo di come il grande illusionista fosse riuscito a liberarsi e riapparire poco dopo come nuovo.
Cosa ci insegna quindi Harry Houdini sul poker? Semplicemente ad uscire dalla trappola psicologica del tilt. Quando stiamo partecipando a una partita di cash game e sentiamo salire per la schiena il nostro tilt, una delle migliori contromisure che possiamo adottare consiste nel passare pre flop tutte le mani che arrivano per un certo lasso di tempo che stabiliamo a priori.
Ciò significa passare anche eventuali A-A, K-K, Q-Q, A-K che dovessimo ricevere. Anche se effettivamente può apparire come un consiglio folle, c’è una motivazione molto forte dietro questa tecnica: recuperare il controllo di sè stessi e del proprio gioco anche se è già iniziato il tilt.
Significa banalmente riprendere il controllo della situazione. Se decido volutamente di passare tutte le mani che arrivano, quali che siano, per un certo lasso di tempo che ho stabilito io, semplicemente ho ripreso io il controllo della situazione e questa non dipende più dalle carte o da altro. Recuperato questo stato mentale positivo e, soprattutto, onorata l’imposizione che ci siamo dati, possiamo ripartire con il giusto mood e mettere in campo il nostro miglior gioco.
Un’altra tecnica che ho trovato anche personalmente di un’efficacia senza eguali, nel poker e nella vita, è quella di imparare a guardarsi in terza persona quando si sente che non si è del tutto presenti o l’emotività sta prendendo il sopravvento.
Si tratta di una tecnica molto antica e riproposta e rivista in mille salse in diverse pratiche di meditazione o addirittura religiose, per recuperare il controllo di se stessi e delle proprie emozioni. Ad oggi diversi studi in campo di neuroscienze e terapia hanno mostrato evidenti potenzialità e dimostrato l’efficacia di questa manovra di emergenza mentale. Questo metodo consiste in poche parole nell’osservarsi mentalmente come se fossimo completamente all’esterno del nostro corpo. Immaginare di vedere il nostro presente come se fosse una pellicola che vediamo scorrere e noi stessi come uno degli attori del film.
Fare questo ci porterà in modo naturale a subire in modo nettamente inferiore l’influenza negativa delle emozioni che iniziano a pervaderci, con la lieta conseguenza di recuperare rapidamente calma e concentrazione.
Quante volte capita di sentire la storia di un nostro amico che ha reagito in modo errato in una tale situazione, perchè preso dall’agitazione del momento e non capire come non sia arrivato naturalmente alla soluzione razionalmente corretta, che durante il racconto ci appare semplice e scontata? Ciò accade proprio per il fatto che non essendo coinvolti in prima persona, riusciamo ad analizzare i fatti per quello che sono e ragionarci sopra senza gli ostacoli che nervosismo e apprensione seminano per la mente.
La tecnica dell’osservarsi in terza persona, fa sì che diventiamo noi stessi l’amico in difficoltà in preda all’emozione, ma distaccandoci possiamo darci lo stesso consiglio saggio che daremmo dal di fuori. Provare per credere.
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