La settimana del motorsport ci ha offerto, come sempre, tanti spunti di interesse. Red Bull, Hamilton e Puig sugli scudi in questi giorni.
Giorni di grande fermento in F1, all’interno di una settimana che ha messo in mostra ben due gare. Domenica scorsa si è disputato il Gran Premio di Gran Bretagna, dove la Ferrari ha spezzato l’egemonia della Red Bull imponendosi con Carlos Sainz. Il Cavallino era a secco da quasi tre mesi, ma il successo dello spagnolo, il primo delal sua carriera, è stato amaro per la gran parte dei tifosi e per Charles Leclerc.
Il monegasco non ha potuto approfittare di una delle rare giornate storte di Max Verstappen, rallentato da un problema al fondo della sua RB18 causato da un contatto con un detrito lasciato in pista dall’AlphaTauri di Yuki Tsunoda. L’olandese è stato così costretto ad una gara di sofferenza, chiudendo settimo dopo uno splendido duello finale con la Haas di Mick Schumacher, dalla quale si è difeso egregiamente nonostante i guai alla sua monoposto.
La Ferrari, come dicevamo ed ormai è ben noto, è riuscita a guadagnare 6 miseri punti con Leclerc, solo quarto al traguardo a causa di una strategia suicida. Inspiegabilmente, il muretto guidato dallo stratega Inaki Rueda non ha richiamato il monegasco a pochi giri dalla fine per montare le Soft, come fatto da tutte le altre monoposto. Guidando in maniera egregia, Charles ha concluso al quarto posto, dopo aver provato a tenere dietro la Red Bull di Sergio Perez e la Mercedes di Lewis Hamilton.
La Red Bull sta facendo la differenza grazie ad una monoposto velocissima, ad un fenomeno come Max Verstappen e ad un muretto che gestisce al meglio le fasi più delicate, l’esatto contrario della Ferrari. Il team principal Christian Horner ha mandato una frecciata non da poco a Mattia Binotto, dichiarando.
“Suppongo che la chiamata che ho capito meno non fosse quella di far rientrare entrambe le vetture, o certamente Charles, per la gomma Soft“. Una vera e propria battuta al veleno, ma che ci sta tutta. La bravura di un boss di un team di F1 sta anche nel provocare gli avversari, cosa che in Ferrari non accade praticamente mai, anzi, si tende a mettere spesso e volentieri le mani avanti.
La Red Bull può fare il vuoto in classifica nel Gran Premio d’Austria, dove Max Verstappen ha staccato la pole position per poi vincere la Sprint Race. Charles Leclerc e Carlos Sainz dovranno fare un miracolo per battere i padroni di casa, su una pista dove la RB18 si esalta e dove il campione del mondo ha già vinto per quattro volte dal 2018 in avanti. Per approfondire la notizia leggi qui.
Momento non facilissimo per Lewis Hamilton, che ha comunque reagito da campione alle difficoltà di inizio anno. Il sette volte campione del mondo ha approfittato alla grande di una Mercedes rivitalizzata, conquistando il podio per due volte consecutive tra Canada e Gran Bretagna.
Tuttavia, qualche problema si è ripresentato nel fine settimana attualmente in corso, ovvero quello del Gran Premio d’Austria. Nel momento in cui stava lottando per la seconda fila, Lewis è finito contro il muro nel corso delle qualifiche del venerdì pomeriggio, valide per la formazione della griglia della Sprint Race corsa al sabato.
Nessun problema fisico per Hamilton, che è però dovuto partire dalla decima posizione. Il nativo di Stevenage è scattato molto male, cosa che lo ha portato a retrocedere ulteriormente. Sir Lewis ha chiuso poi ottavo, dopo uno splendido duello con la Haas di Mick Schumacher dal quale è uscito vincitore, ma non senza difficoltà.
Negli ultimi giorni, il pilota della Mercedes ha ricordato quanto accaduto lo scorso anno ad Abu Dhabi, dove perse il mondiale all’ultimo giro contro Max Verstappen: “Ricorderò sempre quello che è successo ad Abu Dhabi. È stata un’esperienza molto traumatica. In un certo senso è normale. Quando perdi qualcosa per cui hai lavorato così duramente, provi molto dolore. Quindi penso che sarà sempre così. Mi piacerebbe pensare che sono diventato più forte grazie a quello che è successo in quella gara.
“A dire il vero non è una cosa che mi ricordo sempre. Sono uno di quelli che guarda avanti. Sono grato perché amo il mio lavoro, amo questo sport e mi sento supportato all’interno dello sport. È emozionante vedere i cambiamenti che, a poco a poco, stanno iniziando a verificarsi“. Per approfondire la notizia leggi qui.
Il dominio della MotoGP non è più in mano alle case giapponesi, anche se la Yamaha è davanti a tutti nel mondiale piloti, ma solo grazie al talento di Fabio Quartararo e non per via della superiorità della M1. Le più veloci, come ben sappiamo, sono ormai quasi sempre le Ducati e le Aprilia, che sino all’ultimo cercheranno di giocarsi il mondiale. Albert Puig, boss della Honda, ha lanciato una frecciata alle moto tricolori. Per approfondire la notizia leggi qui.
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