Come abbiamo più volte ricordato, la sfida che stiamo osservando in questo 2021 tra Red Bull e Mercedes va ben oltre i confini delle piste di tutto il mondo. L’assoluto dominio del team di Brackley osservato nelle passate stagioni aveva dato l’immagine di una F1 piatta, dove i colpi di scena non erano così frequenti come una volta.
In questa stagione invece, il team di Christian Horner ha fatto uno step impressionante, coadiuvato anche dal grande miglioramento della power unit Honda. Il colosso giapponese, dopo anni di umiliazioni al fianco della McLaren e di Fernando Alonso, è tornato alla vittoria già nel 2019, per poi giocarsi un mondiale quest’anno. L’ultimo titolo dei nipponici da motoristi risale al 1991 con Ayrton Senna, ai tempi della prima collaborazione con il team di Woking.
Fino al GP d’Austria, la netta sensazione era che l’unità propulsiva dei giapponesi fosse superiore a quella della concorrenza prodotta a Brixworth, cosa di cui Lewis Hamilton si lamentava di continuo. La superiorità della RB16B di Max Verstappen fu nettissima specialmente tra la Francia e le due gare del Red Bull Ring, dove dalle velocità di punta si evinceva un chiaro vantaggio di potenza.
Da Silverstone in avanti invece, la situazione si è totalmente capovolta, e la cosa è stata fin troppo evidente a Monza. A livello di performance, la W12 aveva mostrato un netto strapotere sui rettilinei del tracciato lombardo, e solo errori di team e piloti non hanno consentito alle frecce nere di dominare quel week-end.
Emblematico anche il duello tra Sergio Perez ed in campione del mondo in Turchia, dove il confronto delle top speed ha fatto scalpore: Lewis, con solo la scia a disposizione visto il DRS non disponibile per via della pioggia, ha toccato i 327 km/h, contro gli appena 302 del rivale messicano.
Una differenza abissale considerando il mancato utilizzo dell’ala mobile, senza il quale è ormai difficile pensare di poter effettuare un sorpasso. L’immagine aerea ha evidenziato l’allungo deciso che la Mercedes ha avuto sulla Red Bull dall’uscita dell’ultima curva sino a metà rettilineo.
Quanto visto nelle ultime gare ha ormai fugato ogni dubbio: la freccia nera è tornata la macchina da battere, ed il motore che ha a disposizione ha consentito un deciso allungo sulla Red Bull. Anche la McLaren, tra Monza e Sochi, ha evidenziato tali progressi, anche se la monoposto di Woking si esalta da anni sui lunghi rettifili a causa del poco drag che genera.
Dopo la gara, il team principal del team anglo-austriaco Christian Horner ha parlato della situazione motoristica, ribadendo l’inferiorità ormai palese delle sue power unit: “In termini di velocità sui rettilinei hanno fatto un passo in avanti evidente. In questo circuito la cosa è stata netta, Lewis era nettamente più veloce pur usando un’ala posteriore più carica della nostra. Ora non possiamo più avvicinarci a loro neanche girando con un assetto più scarico“.
Riguardo alla richiesta di chiarimenti fatta dalla Red Bull in merito al motore Mercedes, Horner ha aggiunto: “Non abbiamo protestato, ma posto delle domande come fanno tutte le altre squadre. Spetterà alla FIA ora controllare e valutare le sue conclusioni, ma quando vedi una vettura che sugli allunghi va più forte di un’altra che ha il DRS beh, la cosa è abbastanza impressionante“.
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Le parole del manager britannico sembrano essere un monito alla Federazione Internazionale. La battaglia politica tra i due team è ai massimi storici, e l’occasione per vincere il mondiale è troppo ghiotta per Max Verstappen e soci. Le ultime gare saranno dure e la Red Bull dovrà massimizzare il proprio potenziale per sperare di farcela.
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