La nuova Red Bull è stata la monoposto che ha destato più curiosità nei test di Barcellona. La RB18 colpisce anche un ex pilota.
In casa Red Bull si spera in una monoposto che possa dominare la scena. La RB18 è nata seguendo questa filosofia, quella che Adrian Newey ha sempre seguito: l’estremizzazione di ogni concetto, portarlo al limite per riuscire a creare un bel gap sulla concorrenza, come tante volte è riuscito a fare nella sua carriera.
Il geniale progettista britannico fu tra i pionieri delle sospensioni attive, che riuscì a portare ad un livello superiore, nel 1992, mettendo le ali alle Williams di Nigel Mansell ed Alain Prost. Dopo le vittorie con il team di Sir Frank, Newey venne chiamato a Woking per risollevare la McLaren, cosa che fece alla grande portando Mika Hakkinen alla conquista di due titoli mondiali.
La Red Bull, nel 2007, fu scaltra a capire la genialità di questo personaggio, portandolo a Milton Keynes e dominando la scena per quattro anni con Sebastian Vettel. Il team anglo-austriaco ha sofferto, in seguito, l’eccessiva superiorità delle power unit Mercedes, accontentandosi di battagliare con la Ferrari per il secondo posto tra i costruttori sino al 2019.
L’avere un fenomeno come Max Verstappen nel box e la crescita del motore Honda hanno cambiato gli scenari nel 2021, quando si è finalmente tornati alla conquista del titolo mondiale piloti. Eliminata la pressione della vittoria che sfuggiva, a Milton Keynes hanno preparato una vettura che, a guardarla, assomiglia più ad un aliscafo o ad un aereo.
La lavorazione della zona dei sidepod, con quella specie di doppio canale aperto sotto alla strettissima imboccatura delle pance fanno della RB18 un capolavoro, che deve essere supportato dal cronometro. Tra meno di una settimana, le squadre torneranno in pista sul tracciato di Sakhir, dove è prevista la seconda tornata di test invernali.
Stando alle indiscrezioni, sia sulla RB18 che sulla W13 dovrebbero esserci delle importanti modifiche, volte a superare le piccole magagne che si sono palesate a Barcellona. Verstappen e Sergio Perez avevano lamentato qualche problema di bilanciamento, del tutto normale in questa prima fase di sviluppo.
Il Super-consulente del team, Helmut Marko, aveva individuato un’altra problematica: “L’unico guaio che abbiamo in questo momento riguarda un peso eccessivo, ma quasi tutti hanno riscontrato questo problema. Ora, la speranza è che la FIA alzi il peso minimo, dal momento che solo una squadra (l’Alfa Romeo Racing, ndr) si è avvicinata al minimo consentito di 795 kg“.
Red Bull, Jolyon Palmer crede che nasconda qualcosa
I nuovi regolamenti hanno portato ad una rivoluzione delle forme delle vetture, che dal 2022 torneranno a sfruttare l’effetto suolo. Le vetture che hanno catturato maggiormente l’attenzione di tifosi ed addetti ai lavori sono la Red Bull e la Ferrari, i due progetti più estremi presenti in griglia.
L’ex pilota Jolyon Palmer, ex pilota della Renault, ha commentato quanto ha visto presso il tracciato catalano in un’intervista riportata da “RacingNews365“: “È stato un buon inizio per la Red Bull, che ha mostrato la sua vettura a Barcellona per la prima volta. La RB18 aveva dei sidepod molto accattivanti. Fare tanti chilometri era la priorità e Verstappen ha guidato senza problemi, mentre Perez ha avuto qualche difficoltà“.
Palmer ha poi aggiunto: “Sembra che la Red Bull sia in una posizione molto favorevole per se stessa, anche se ammettono che c’è ancora molto lavoro da fare. Inoltre, secondo me hanno tenuto il loro potenziale nascosto molto più di tutti gli altri team. Ecco perché noi devono dare loro lo terranno d’occhio durante i giorni di test in Bahrain“. Il nuovo missile affidato al campione del mondo incute timore solo a guardarlo, ma sarà il cronometro a fornirci il giudizio finale.