Malgrado i recenti progressi, Ricciardo non sta convincendo i vertici McLaren. E il patron Brown fa tre nomi di possibili candidati.
Nel 2014 fece impazzire Sebastian Vettel, allora suo compagno di squadra, tanto da portarlo all’addio alla Red Bull che fino ad allora gli aveva regalato quattro titoli iridati consecutivi. Daniel Ricciardo è il classico esempio di sportivo di talento arrivato al posto giusto nel momento sbagliato.
Sì , perché quando a Milton Keynes avrebbe potuto raccogliere l’eredità del tedesco, il talent scout Helmut Marko decise di promuovere in F1 il suo pupillo Max Verstappen. In seguito deriso dal dirigente austriaco per aver deciso di cambiare aria e trasferirsi in Renault, una volta ad Enstone, a causa della mancanza di competitività dell’auto, farà semplicemente da figurante. E ora in McLaren le cose non stanno andando meglio.
Vincitore nel 2021 del GP di Monza, l’australiano non ha mai davvero convinto la dirigenza della scuderia inglese, ma soprattutto ha dato l’idea di soffrire il confronto con il giovane Lando Norris, apparentemente mite e timido ed invece un animale da palcoscenico quanto lui, nonché altrettanto veloce.
L’aggressività che lo aveva caratterizzato agli inizi, l’abilità di compiere il sorpasso ardito, ma nei limiti, sono parse scemare e anche se il patron del team Zak Brown riconosce un miglioramento, la sua posizione è senz’altro a rischio.
Dopo quattro gare il 32ebbe è undicesimo della generale con 11 punti contro i 35 del temibile vicino di box. Un divario importante, quello tra i due, figlio di un errore importante in occasione del GP di Imola quando, in partenza, si è toccato con la Ferrari di Sainz mandandola ko.
Ciò malgrado, forse per non mettere il dito nella piaga e rischiare un ulteriore tracollo, il CEO di Woking preferisce guardare al bicchiere mezzo pieno, evidenziando i passi avanti fatti rispetto a dodici mesi fa.
“E’ più forte sia in qualifica, sia in corsa“, ha argomentato al podcast F1 Nation. “Dai suoi commenti pre-evento si capisce che non ha ancora in mano la vettura al 100%, tuttavia ha un ottimo rapporto con il Lando e conosce bene il gruppo. Ritrovare la sua famiglia dopo due anni di assenza per la pandemia lo ha aiutato e ne siamo felici“.
Passando agli aspetti più pragmatici, il dirigente statunitense ha però tenuto a precisare che seppure il contratto in essere scada al termine del prossimo mondiale, tutto può ancora succedere. E il tutto in questione ha un nome e un cognome, ovvero Pato O’Ward, schierato in IndyCar dalla Arrow McLaren SP e già protagonista di un test ad Abu Dhabi. Non andasse in porto la trattativa con lui potrebbe essere ingaggiato un altro corridore a stelle e strisce come Colton Herta, piuttosto che il promettente 14enne, oggi impegnato con la Carlin nella F4 britannica Ugo Ugochukwu.
Per Daniel i prossimi gran premi saranno cruciali. Ne è consapevole in quanto è patrimonio comune che i tre piloti di cui sopra, sono in costante contatto con Brown.
“Non credo che la risposta arriverà a breve. Non c’è fretta“, ha chiosato cercando di non metterlo subito in allarme.
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