George Russell è stata una delle grandi delusioni del primo GP, ma il giovane inglese ha voluto spiegare il perché di questo crollo in gara.
Spesso e volentieri chi non ha una conoscenza chiara della F1 è convinto che i piloti siano solamente degli accessori in più e che in realtà sia la macchina in grado di modificare le prestazioni, in meglio o in peggio, dei vari atleti che hanno il compito di poter far arrivare fino al traguardo le loro monoposto.
Non vi è dubbio alcuno sul fatto che nessuno possa essere in grado di vincere con macchine non attrezzate per il successo e per questo motivo è sempre difficile riuscire a valutare i piloti quando gareggiano per Scuderie inferiori e per questo motivo le critiche nei confronti di George Russell sono state davvero molto feroci in considerazione del suo pessimo andamento in Bahrain.
La Mercedes ha avuto pochissimi piloti da quando è tornata in F1 nel 2010 e tutti coloro che hanno guidato questo leggendario marchio sono stati degli assoluti numeri uno nel panorama internazionale e dei campioni che hanno potuto accrescere sempre di più il prestigio della monoposto.
All’inizio la speranza era quella di creare un favoloso binomio tutto tedesco, con Michael Schumacher e Nico Rosberg a correre con la vettura di Stoccarda, ma i primi anni sono stati di rodaggio, prima del passaggio all’era ibrida e al dominio assoluto di Lewis Hamilton che, assieme allo stesso Rosberg, ha saputo in questi anni crescere a tal punto da diventare un 7 volte campione del mondo.
Oltre a questi tre c’è stato soltanto la presenza di Valtteri Bottas, pilota finlandese che non può certamente essere messo a confronto con gli altri tre, ma che nel corso della sua esperienza ha saputo mettersi in mostra come un’ottima seconda guida di grande affidabilità.
Al termine della scorsa stagione si è però deciso per un importante cambio tecnico, passando dall’ex Williams a George Russell, un altro che in questi anni è riuscito a farsi le ossa proprio a Grove, non riuscendo però a ottenere tanti punti dato il crollo verticale della Scuderia.
La scelta di portarlo subito alla Mercedes ha lasciato molte perplessità e molti dubbi, tanto è vero che erano stati tanti a considerare ancora acerbo per certi palcoscenici l’inglese e dopo il Gran Premio del Bahrain sono ancora di più i suoi detrattori, ma George ha risposto per le rime cercando di salvare il proprio operato.
“Siamo piuttosto trascinanti, ma questo rimbalzo e che stiamo vivendo lungo il rettilineo ci rallenterà perché stiamo schiantando contro il terreno piuttosto che andare in avanti, penso che il deficit di tempo sul giro che abbiamo sia del 50% sul rettilineo e del 50% in curva”.
In questo modo Russell ha messo in chiaro le cose, ovvero che sia un problema legato alla monoposto che sta riuscendo in questo momento ad avere le prestazioni che possono essere del livello di Red Bull e Ferrari, e indubbiamente questo è un dato vedendo anche il piazzamento di Hamilton, ma serve autocritica.
George Russell e quella valutazione forse eccessiva del proprio valore
In questo momento la F1 sta vivendo un periodo di profondo cambiamento, tanto è vero che non ci sono dei veri e propri favoriti al vertice del Mondiale, con Ferrari e Red Bull che vogliono scappare e la Mercedes che cercherà il più velocemente possibile di rientrare in corsa.
È ancora troppo presto per dare valutazioni definitive su un pilota che ha fatto da poco tempo il salto da una piccola realtà a una di vertice, e che soprattutto non è stato nemmeno fortunato ad approdare nell’anno migliore, ma Russell in questo momento deve iniziare ad abbassare le ali e cercare i suoi limiti e non quelli della vettura.
La George Mania era iniziata nel 2020, quando proprio in Bahrain aveva dovuto sostituire Lewis Hamilton che era stato fermato dal Covid e le prestazioni del giovane britannico avevano davvero emozionato e impressionato.
Russell aveva chiuso al secondo posto in qualifica solamente dietro al veterano della monoposto Valtteri Bottas e in gara solo un problema meccanico gli aveva impedito di vincere e per questo motivo era iniziata la solita noiosa e fastidiosa cantilena che racconta di come Hamilton fosse un pilota capace di vincere solo per merito della macchina.
George è così finito sotto la lente d’ingrandimento nella scorsa stagione come uno dei più interessanti prospetti dell’automobilismo e per questo motivo è stato sempre esaltato e osannato per qualsiasi risultato, dimenticandosi però che, escluso il secondo posto della gara farlocca a Spa, il miglior risultato in stagione della Williams è stato ottenuto da Latifi con il settimo posto in Ungheria.
Per questo motivo forse si è caricata in maniera eccessiva e con troppe aspettative il suo arrivo in Mercedes in questa stagione e per questo motivo la delusione al primo appuntamento dell’anno è stato palpabile.
Il quarto posto è stato solamente frutto delle rotture delle Red Bull, ma a dare fastidio è stato soprattutto il misero nono posto in qualifica e una gara disputata prevalentemente a guardarsi le spalle dai vari Magnussen e Bottas, piuttosto che a sperare di poter effettuare qualche sorpasso in gara e anche se il Mondiale è ancora lunghissimo, un pizzico di umiltà in più non guasterebbe per quanto riguarda George Russell.