Salernitana in piena crisi di risultati già dopo tre giornate. I numeri parlano chiaro sull’andamento fin qui mostrato.
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Se i granata si erano salvati, almeno nel gioco, nel debutto al Dall’Ara (2-3), le due pesantissime sconfitte subite ad opera di Roma e Torino lanciano l’allarme. I granata, si sapeva, viste le modeste risorse estive impiegate sul mercato, e il caso Lotito con il rischio addirittura di essere estromessi dalla massima serie, si candidavano come Cenerentola del campionato.
Triste ammetterlo ma è così. Ad oggi i campani però appaiono addirittura di una spanna inferiori rispetto alle altre concorrenti alla permanenza in serie A. Qui si non si tratta assolutamente di pensare di competere con le grandi realtà, medio-grandi, del torneo. Ma i sostenitori dell’Arechi speravano almeno che Bonazzoli e compagni, al ritorno nell’Olimpo del Calcio Italiano, potessero quanto meno regalare alla città, alla piazza, una stagione dignitosa. Guerrieri, combattenti, mai domi fino alla fine. E’ pur vero che siamo solo alla quarta giornata (ancora da disputare), ma 8 reti subite nelle ultime due sfide, dai giallorossi di Mourinho e dai granata di Juric, hanno gettato nello sconforto l’ambiente.
In queste ore, il ds Fabiani, sta valutando, di concerto con la società, l’esonero di mister Fabrizio Castori. Nel pallone si sa, le vittorie appena conquistate qualche mese prima, le promozioni da una categoria all’altra, l’anno successivo restano nella storia, ma non contano più. E fin ora, l’ex tecnico di Carpi e Cesena, ha deluso ampiamente le aspettative. Indipendentemente dal fatto che l’organico appare modesto, ma non così inferiore alla concorrenza.
Castori poi, proprio alla guida del Carpi, nel 2014-2015, dopo un’altrettanta promozione l’anno precedente, non seppe ripetersi e fu esonerato per fare spazio a Sannino. Servì a poco visto che la squadra arrivò ad un passo dalla salvezza, (18esima), ma retrocesse.
Corsi e ricorsi storici, torniamo per un attimo alla fugace serie A di 23 anni fa. Correva la stagione 98-99, e la Salernitana approdava per la seconda volta nella sua storia nella massima serie del calcio italiano, dopo l’apparizione del 47-48. Un altro calcio, altri tempi, quando un certo Boniperti era 19enne e vinse il titolo di capocannoniere. E quando il Torino di Valentino Mazzola vinse il tricolore. Nel maggio 98, Salerno calcistica trionfa nel campionato di serie B.
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In panchina c’è un certo Delio Rossi, in campo ci sono i vari Tedesco, Breda, Giovanni Pisano, Vannucchi, Di Vaio, giocatori indimenticabili nella storia granata. Rossi, l’allievo di Zeman, nella stagione successiva, fu protagonista di un girone di andata disastroso.
Solo con Francesco Oddo in panchina, nel girone di ritorno, la Salernitana riprese quota e retrocesse con l’onore delle armi. In queste ore in città circola di nuovo con insistenza il nome di Rossi. Ora potrebbe essere lui a subentrare in corsa. Salerno potrebbe concedergli una nuova grande occasione. Un pò fuori dal giro da qualche anno, dopo tanta serie A con Lazio, Palermo, Fiorentina, per Delio Rossi il granata è da sempre il colore del cuore. Se lo chiamassero, tornerebbe al volo, non ci sono dubbi. Riaccendere l’entusiasmo della piazza, dare una scossa alla squadra. Senza pensarci nemmeno un attimo, Rossi direbbe subito sì a Fabiani. Per provare a centrare quello che appare come un vero e proprio miracolo calcistico da raggiungere.
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