Si ritirerà a fine stagione, uno dei piloti più amati di tutti, Sebastian Vettel, eppure, forse non tutti la pensano così.
Alla fine della stagione di Formula 1 in corso, Sebastian Vettel, si ritirerà all’età di 35 anni. Paradossale, che in Aston Martin, cederà il passo ad un altro ‘vecchietto’, ben più grande di lui, ma che di smettere di correre, non ne vuol proprio sapere: Fernando Alonso. Cos’hanno i due in comune? Certamente una gran passione per i motori ed un passato nella Scuderia Ferrari.
Seb, in rosso ci ha corso per ben sei anni, senza però mai riuscire a vincere un Mondiale. Cosa che aveva fatto per quattro volte con le allora imbattibili Red Bull, per poi abbandonarsi ad una carriera meno ricca di successi. Due però, i secondi posti finali a Maranello, per poi passare alla Aston Martin che certamente non ha pretese di vittoria ed in cui l’anno passato, Seb ha portato a casa 43 punti.
Quando Sebastian Vettel arrivò a Maranello
Ora però, è venuto il momento di lasciare, magari dedicarsi alla famiglia, per uno dei primi a parlare della possibilità di un pilota gay in F1, uno di quelli che mancherà a tanti, anche fuori dalle piste. Sempre simpatico ed aperto, eppure c’è chi giurerebbe il contrario come l’addetto stampa del reparto corse ferrarista, Alberto Antonini.
Una confessione a gpblog.com che ha sconcertato in tanti, ma che a quanto pare, non vale per tutta la permanenza in Ferrari del pilota tedesco, che però, dice Antonini, non fu così simpatico a tutti sin dal primo giorno. Arrivato nel 2015 in rosso, Vettel che aveva lavorato ottimamente in Red Bull, provò a portare i metodi imparati dai tori rossi, in casa Ferrari. Questo, non fece un gran piacere allo staff e qualcuno restava irritato dal pilota classe ’87.
Antonini, entrava a far parte del mondo Ferrari proprio insieme al tedesco e fu, racconta, colpito da un episodio che spiega tutto in poche frasi. A quanto pare, in uno dei colloqui con lo staff, Vettel a proposito di un cambiamento da fare, disse: “Non facevamo così alla Red Bull”. La risposta però, da parte di un membro della squadra, non si fece attendere e fu: “Qui non sei alla Red Bull, adesso sei in Ferrari“.