È incredibile quanto accaduto ad un calciatore della Serie A che dopo aver trovato un buono postale ha fatto i conti con un’amara sorpresa.
L’ultimo periodo è stato segnato, purtroppo, dall’impatto del Covid che ha portato con sé delle ripercussioni negative sia per quanto riguarda l’aspetto sociale che economico. Molti imprenditori hanno dovuto abbassare le saracinesche delle proprie attività, con sempre più famiglie alle prese con una grave situazione finanziaria. Proprio in tale contesto sono in molti a volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio, in modo tale da avere sempre qualche euro a disposizione in caso di imprevisto.
Allo stesso tempo sono in molti a cercare forme alternative di investimento, grazie alle quali far fruttare i propri soldi. Ne sono una chiara dimostrazione i buoni fruttiferi postali che si rivelano essere, indubbiamente, uno degli strumenti più amati e utilizzati dagli italiani. Grazie a questi titoli, d’altronde, è possibile risparmiare e allo stesso tempo investire all’insegna della massima sicurezza. Non sempre però, però, le cose vanno come desiderato. Lo sa bene un noto calciatore che, dopo aver trovato un buono postale della nonna, ha dovuto fare i conti con un’amara sorpresa. Ecco cosa è successo.
In base a quanto si evince da Udine Today, un calciatore dell’Udinese, che ha deciso di restare anonimo, ha trovato ad agosto del 2020 un buono fruttifero postale della nonna da 25 milioni di lire emesso il 23 novembre del 1986. Al momento della riscossione, però, la cifra proposta è stata nettamente inferiore rispetto a quanto previsto.
Una volta recatosi in posta, infatti, il calcolo effettuato ammontava a poco più di 187 mila euro. Una cifra considerata particolarmente bassa, soprattutto se si prendono in considerazione anche gli interessi maturati negli anni, così come riportato sul retro del buono. Proprio per questo motivo il calciatore ha deciso di rivolgersi all’associazione Giustitalia, per cercare di risolvere la situazione.
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A tal proposito Luigi de Rossi, uno dei responsabili dell’associazione, ha sottolineato come “l’importo dovuto era più del doppio rispetto a quello prospettato da Poste. I tassi di interessi che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono (che farebbero lievitare la cifra a 392 mila euro) e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni“. Proprio per questo motivo l’associazione, assieme al calciatore, ha deciso di proseguire per vie legali, con la “somma che poi verrà devoluta in beneficenza alla Protezione Civile“.
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