Come mai Simone Biles non ha gareggiato a Tokyo? Altro che pressioni, la ragazza ha avuto problemi serissimi
A starsene comodamente seduti sul divano e dietro una tastiera, è facile giudicare gli atleti delle competizioni che seguiamo. E così è stato anche per Simone Biles, arrivata alle Olimpiadi di Tokyo per poi però ritirarsi, prima di gareggiare.
Ciò che in tanti non sapevano e nemmeno si sono chiesti, è come mai un’alteta del suo calibro, potesse sentire la pressione al punto da non voler scendere in campo. Eppure lì, la pressione non c’entrava proprio niente, la povera Simone, soffre di qualcosa di più serio.
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La classe ’97 ha portato a casa più ori che medaglie di altri “colori”, nella sua carriera, nonostante la giovane età. Semplicemente, stavolta gareggiare, l’avrebbe messa in pericolo. Biles ha infatti spiegato di soffrire di qualcosa chiamata twisties, ovvero dei blocchi mentali che fermano letteralmente anche il corpo, anche nel bel mezzo di una azione. Significa che Simone potrebbe perdere il suo orientamento mentre effettua un salto, per poi cadere rovinosamente e farsi realmente male. La stessa atleta, ha confessato che negli allenamenti del mattino, le è già successo.
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Le sue compagne di squadra hanno poi raccontato di aver avuto paura, una volta accortesi di cosa stesse succedendo, perché appunto, una caduta sbagliata della ragazza le avrebbe potuto arrecare danni molto seri. “Non ho capito cosa è successo, non sapevo dove mi trovavo nell’aria, mi sarei potuta bloccare“, ha detto l’americana sul suo primo twistie.
Ma non è tutto. Come un fulmine a ciel sereno, dopo qualche ora è arrivata una possibile spiegazione allo stato mentale della ragazza. Qualcosa di vergognoso, che ha lasciato a bocca aperta, appassionati e non. Andrea Orris, ex ginnasta, ha twittato parole durissime: “Stiamo parlando della stessa ragazza che è stata molestata dal medico della sua squadra per tutta la sua infanzia e adolescenza. Quella ragazza ha subito più traumi all’età di 24 anni di quanti la maggior parte delle persone ne subirà mai in tutta la vita”.