Il noto manager Pons ha parlato in una intervista del futuro della MotoGP e della possibilità di un suo ritorno, per ora “negata”.
Se c’è un personaggio che nel paddock del Motomondiale è tra i più riconosciuti e riconoscibili, quello è Sito Pons. Un pioniere sia come pilota che come manager, che ha lasciato il segno e che ancora oggi per tanti è un punto di riferimento importante. Non ha mai avuto un carattere semplice, ma forse anche questo gli è stato molto utile nella sua carriera, soprattutto dopo aver appeso il casco al chiodo. Quando ha deciso di mettersi in proprio, i suoi metodi sono sembrati davvero poco ortodossi. In particolare è stato un pioniere, creando un’hospitality nel retrobox che serviva da “acchiappa-sponsor”, cosa che oggi è ormai adottata da tutti nel paddock.
Dal 1992 Pons è presente su tutti i circuiti del mondo con la sua scuderia, che nel tempo ha lanciato tanti piloti iberici e non solo, ma soprattutto ha gestito tanti talenti come Alex Crivillé, che con Pons ha ottenuto la prima vittoria spagnola nella 500, Carlos Checa, Alberto Puig, Loris Capirossi e Max Biaggi, ma anche i fratelli Espargaró, Héctor Barberá, John Kocinski e Troy Bayliss. Insomma una vera istituzione per la MotoGP ma in generale per il Motomondiale.
Oggi è in Moto2 e sogna in grande con Aron Canet, come ha affermato in una intervista a Solomoto.es: “Direi che è lui a guidare la categoria, anche se non è il primo nel Mondiale. E se le cose continuano così possiamo lottare ancora per essere campioni, senza dubbio. Tuttavia, in troppi momenti gli è mancata un po’ di fortuna, ci sono stati degli errori che sarebbe stato conveniente evitare e sono successe cose che lo hanno colpito notevolmente. Non ha avuto la fortuna di finire alcune gare dove era primo e dove avrebbe potuto vincere, quindi quegli zeri ovviamente ci stanno penalizzando molto. Ma manca ancora tanto campionato, sta facendo di nuovo bene e la differenza di punti esistente non è irraggiungibile“.
Pons e quel sogno che la Dorna non esaudisce
Oggi la Moto2 è l’anticamera della MotoGP, con tanti piloti che, se rendono, riescono a trovare spazio nella classe regina. E Sito Pons spiega il perché: “Il cambiamento ha portato motori più potenti, più elettronica… Il campionato è migliore, le moto sono migliori, va più veloce e l’ingresso dell’elettronica rende le Moto2 molto più vicine a quelle della MotoGP, quindi questo è un passo importante per la crescita di un pilota”.
Certo è però che per lo spagnolo la MotoGP resta un sogno. E amaramente ha affermato: “Non è complicato arrivare o tornare in MotoGP. Semplicemente non si può. E’ una questione di spazi, non di soldi. Chiediamo da tempo di tornare in MotoGP. Siamo preparati per questo, ma non ci danno la possibilità di entrare – l’accusa di Pons -. Non è che non lo vogliamo, che non abbiamo un budget, o che non abbiamo conoscenza: abbiamo tutto questo. Quello che non abbiamo è il posto, e la Dorna, che è quella che te lo deve dare, perché non te lo offre, quindi non dipende più da noi“.
Una politica questa che, secondo Pons, deve cambiare. Anche perché con l’addio della Suzuki, ci saranno nel 2023 due moto in meno nello schieramento e quindi meno posto per i piloti: “Ovviamente prima c’era un predominio assoluto delle moto giapponesi. Adesso inizia quello delle moto italiane ed europee . E se continua così si arriva al mondo 250 Aprilia, quando Noale ha dominato completamente la categoria. Per la MotoGP è importante che più marchi ci siano e Dorna lavora per mantenerla tale. La cosa della Suzuki è stata un colpo inaspettato. C’era un’opportunità per entrare, e vorrei che ce l’avessero offerta, ma Carmelo Ezpeleta capisce che il campionato deve essere strutturato in un altro modo, e che con ventidue moto basta. La Dorna sa già che nel momento in cui si presenterà questa opportunità saremmo disposti a tornare”.
I consigli di Pons per la MotoGP
Nonostante tutto però lo spagnolo ci tiene a dare delle dritte ai vertici Dorna per la classe regina, che visto quanto detto prima ha bisogno di ampliare il parco moto più che mai, oltre che cambiare il proprio format come fatto ultimamente: “Più l’industria motociclistica in generale è coinvolta nel nostro campionato, più ricco sarà. La Dorna lavora per questo, e anche tutte le squadre. Vorrei che partecipassero dodici marchi. Ovviamente è brutto che un marchio se ne vada, ma vorrei che entrassero BMW o Kawasaki… o qualche marchio cinese che vorrebbe investire per sviluppare una MotoGP. Sarebbe la migliore notizia che potremmo avere”.
Certo è che qualcosa va fatto, perché i numeri dicono anche di un progressivo abbandono dei tifosi, con i circuiti che hanno fatto segnare in questo 2022 un calo molto spesso netto sulle tribune. Ma Pons ha una spiegazione: “Sono successe una serie di cose. In primis: la partenza di Valentino Rossi, che è stato un indubbio polo di attrazione per le corse. Secondo: che Marquez non è al meglio. E terzo: che la televisione a pagamento non sostiene il prodotto. E se le persone smettono di vedere le motociclette regolarmente, l’inerzia degli eroi che avevamo creato con Rossi, Marquez e simili… finisce. I ‘nuovi eroi’ di oggi sono conosciuti da meno persone, e per loro piloti come Mir, Quartaro e altri non hanno quell’alone o quella conoscenza da parte del grande pubblico, perché li seguono solo i veri tifosi”.
E ha aggiunto: “È chiaro che questi piloti vanno veloci, ma gli eroi devono saper comunicare e avere una storia da raccontare. Quartararo è un fuoriclasse, è un grande ragazzo e ha una storia alle spalle, ma la gente deve saperlo. I vincitori devono comunicare, perché più notorietà hanno, maggiore sarà l’impatto del campionato e più affollate saranno le tribune. Questo non sta accadendo. Tuttavia, la cosa buona della MotoGP è che ha fan fedeli, che sono sempre lì e questo ci aiuta a raggiungere i risultati. Ma quel pubblico deve rinnovarsi. I giovani sono necessari per seguire le orme e prendere il posto dei tifosi. Per questo è importante che ci siano eroi, referenti e che più si conoscano meglio è. Con le gare aperte si creano gli eroi”. Ma la Dorna lo seguirà?