C’è grande scetticismo attorno all’adozione delle mini-gare per animare i weekend della F1. Il più critico finora è il boss Red Bull Horner.
Le corse brevi da appena 100 km tanto spinte dal patron della F1 Stefano Domenicali e da Liberty Media sembrano non convincere i protagonisti della serie. Correre al sabato per definire la griglia della domenica è stato valutato finora come un plus che più che portare benefici ha fatto lievitare i costi.
La sperimentazione a Silverstone, Monza e Interlagos nel 2021 ha convinto molto poco i piloti, ma ancora meno i vertici delle scuderie. Unici a sorridere i gestori degli autodromi che, ovviamente, hanno visto, per quel poco possibile a causa della pandemia, un crescente interesse da parte del pubblico. Avere le qualifiche al venerdì e GP nei giorni restanti, ha incentivato l’acquisto dei biglietti. L’interesse primario dello sport. Ma, al di là di questo ha generato malumore.
Horner non vuole la Sprint Qualifying
A tal proposito il responsabile della Red Bull parlando a BBC Breakfast non ha taciuto di essere perplesso o addirittura contrario a questo formato. Ma c’è di più. L’inglese avrebbe detto sì soltanto per un fatto di correttezza nei confronti della categoria, bisognosa, dopo due stagioni difficili per il Covid, di staccare più biglietti.
Spiegando i motivi del proprio disappunto, il 48enne ha parlato di scarsa convenienza.
“Da un punto di vista finanziario non ha senso fare corse di questo genere“, ha sostenuto criticando altresì l’approccio dei vertici, completamente sordi agli appelli dei team circa la revisione del budget cap che impone una spesa annuale massima di 140 milioni di dollari.
“Nell’interesse dello sport però abbiamo deciso di accettarne tre anziché sei come inizialmente previsto, anche se non ci è stato concesso di rivedere i costi in linea con la situazione attuale. Quando è stato fissato il tetto massimo lo si è fatto perché eravamo nel mezzo della crisi scatenata dal Coronavirus. Un problema diventato quasi irrilevante rispetto a quanto sta accadendo nel mondo adesso”, ha asserito citando la guerra tra Russia e Ucraina che sta sconvolgendo l’Occidente.
Dello stesso avviso del buon Christian anche Valtteri Bottas, secondo cui i mini-gran premi sono utili sì ad animare i weekend, ma senza eccedere nel numero.