Casey Stoner è tornato sulla sfida con Valentino Rossi, che raggiunse il culmine nel 2008 a Laguna Seca. Ecco le parole dell’australiano.
Quella tra Valentino Rossi e Casey Stoner è stata una rivalità molto accesa, che ha entusiasmato i tifosi specialmente nel biennio 2007-2008. L’australiano riuscì nell’impresa di portare la Ducati a vincere il titolo mondiale piloti, l’unico della storia della casa di Borgo Panigale nella sua esperienza in MotoGP.
Grazie ad una stagione fenomenale, al debutto sulla Desmosedici, il nativo di Southport trovò un’intesa stellare con il mezzo, riuscendo a dominare sopra alle favoritissime Honda e Yamaha, imprendibili sino a quel momento. Casey fece innamorare tutti i tifosi del suo modo di guidare, che lo portò a conquistare anche un secondo titolo.
Nel 2011, Stoner divenne re con la Honda, prima di annunciare un inaspettato ritiro che divenne effettivo al termine della stagione seguente. Tra l’australiano e Valentino Rossi c’è sempre stato grande rispetto, anche se la sfida raggiunse il suo punto più esaltante nel 2008 a Laguna Seca, quando il “Dottore” firmò il clamoroso sorpasso al “Cavatappi”.
Quello fu un duello eccezionale, in cui i migliori di quell’epoca se le diedero di santa ragione. Sino a quel punto, il campionato era stato molto equilibrato, ma la spallata del nove volte campione del mondo diede una svolta alla stagione. Quella vittoria indirizzò chiaramente verso il pesarese la corsa al titolo.
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Casey Stoner non ha mai digerito sino in fondo l’evento di Laguna Seca, dove Valentino Rossi diede prova di essere ancora il migliore, nonostante le sconfitte subite negli anni precedenti, sia dall’australiano che da Nicky Hayden. Intervistato nella serie “Tales of Valentino“, Casey è tornato su quanto accadde quel giorno in California.
“Io e Valentino eravamo grandi avversari, e dopo quella corsa non siamo diventati nemici come in molti pensano. La nostra rivalità era semplicemente diventata ancor più dura, ma non c’era niente che andasse oltre la pista. Quell’esperienza mi insegnò a diventare più aggressivo e duro in pista“.
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“Quel giorno era chiaro che non mi avrebbe mai lasciato scappare. Non potevo trovare il mio ritmo, ed alcune sue manovre rendevano bene l’idea sulla sua mentalità: non voleva farmi vincere, ed avrebbe fatto di tutto per impedirmelo. Decise di usare la pista in modo insicuro, ed il regolamento non intervenne per cambiare la situazione. Persi poi la corsa all’ingresso dell’ultima corsa, quando lui anticipò la frenata. Se non fossi finito fuori pista, credo che lo avrei battuto“.
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