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Stop and go: la mossa per quando siamo short stack

Una tecnica abbastanza semplice da eseguire e se anche gli avversari la conoscessero bene, riusciremmo ugualmente ad andare a segno per le meccaniche estremamente efficaci che ci sono sotto.

Le motivazioni alla base dell’efficacia di questa tecnica agiscono sia a livello psicologico che matematico. Nel primo caso andremo inevitabilmente a mettere in difficoltà il nostro avversario, ponendolo di fronte a una decisione abbastanza fastidiosa da prendere.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, lavoreremo sulla sua fold equity, spingendolo il più delle volte a mollare il colpo nonostante abbia magari intuito cosa stiamo cercando di fare.

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Cos’è lo stop and go e perché funziona così bene

La tecnica che chiamiamo stop and go consiste, come suggerisce il nome, nel fare call di fronte a un rilancio pre flop, per poi mettere tutte le nostre chip nel piatto dopo che viene mostrato il flop. Quali che siano le carte che arrivano. Come già accennato si tratta di una mossa tanto banale e intuibile, quanto difficile da gestire quando ce la troviamo contro. Perché però funziona così bene questa mossa? La prima risposta è puramente statistica. Dal momento che il flop riesce a migliorare una mano di partenza meno del 40% delle volta, è più facile che l’avversario di fronte al nostro all in passi la propria mano non avendo hittato nulla, piuttosto che se avessimo messo direttamente i resti pre flop tribettando all in sul suo raise.

Questo per varie ragioni. In primis, nel momento in cui siamo pre flop, l’avversario conosce la propria starting hand e, qualora dovesse decidere di fare call ai nostri resti, andrà a considerare la possibilità di comprare tutte e 5 le carte del board. Nel momento in cui, invece, siamo al flop, fare call sul nostro all in significa per lui mettere le chips al centro per vederne solamente altre due. Se non ha preso nulla ha quindi decisamente molte meno chance di migliorare la propria mano.

Il secondo motivo è che nella percezione comune, oltre che per banale buon senso, un giocatore che va all in al flop ha più facilmente migliorato la propria mano, rispetto al player short stack che tenta l’all in già pre flop. Con gli esempi che vedremo a breve, capiremo più nel dettaglio queste dinamiche.

Stop and go: quando ha senso provarci

Prima di vedere come funziona questa tecnica e come eseguirla al meglio, è importante come sempre identificare quando è più profittevole provarci e quando, di contro, è molto meglio lasciar perdere e trovare un’alternativa migliore. Le condizioni necessarie che devono essere presenti affinché possiamo tentare uno stop and go sono:

Siamo short stack in un torneo o (più raramente) in un sit and go, ma non troppo


Perché abbia senso tentare uno stop and go, dobbiamo essere short stack, grosso modo come per quando parliamo della modalità di gioco push or fold. Ci stiamo riferendo quindi a uno stack pari o inferiore ai 10 grandi bui. Per la dinamica di questa tecnica possiamo valutare anche se abbiamo nello stack qualche buio in più, ma a grandi linea siamo su quegli ordini di grandezza. Trattandosi in pratica di un all in “in due tempi”, la cosa non può funzionare al massimo se siamo esageratamente corti. Se, per dire, siamo rimasti con 4,5 bui e il raise dell’avversario è di 2.5bb, ci troveremo poi ad andare all in con 2 big blind su un piatto minimo di 6. A quel punto il call dell’avversario, il quale non dimentichiamo ha aperto pre flop con un rilancio, è decisamente scontato. Si può provare lo stesso, ma se vogliamo in tali condizioni metterle tutte prima o dopo l’arrivo del flop è abbastanza ininfluente.

La nostra posizione al tavolo

Come per tante altre tecniche che lavorano a cavallo di pre flop e flop, la posizione che ricopriamo al tavolo ha un peso decisamente notevole. La situazione ideale è quando ci troviamo sul grande buio.

A quel punto potremo, mentre siamo pre flop, fare call sul rilancio senza il pericolo che dopo di noi deve parlare ancora qualcuno e non possiamo conoscerne prima le intenzioni. Dopo l’arrivo del flop, poi, saremo i primi a parlare e quindi possiamo completare la seconda parte del nostro stop and go. Anche dal piccolo buio funziona abbastanza bene, tenendo però conto che abbiamo anche l’incognita sulle intenzioni del grande buio che parlerà subito dopo di noi. Ci si può provare anche se siamo di posizione, ma qualora l’avversario dovesse eseguire una continuation bet, non avremmo comunque stack sufficiente ad un rilancio che possa avere chance di farlo passare a questo punto.

Se decidiamo di iniziare uno stop and go, quindi, è necessario non farsi mai intimorire dal board. Se dovesse verificarsi la situazione appena descritta, o anche fossimo sul grande buio e al flop dovessero arrivare carte pericolose, non dobbiamo assolutamente cambiare strategia in corso d’opera commettendo il madornale errore di fare check. Così facendo non otterremmo altro che manderemmo tutto in fumo sprecando anche tutta la Fold Equity che abbiamo creato e che cercavamo. Con buone probabilità il raiser iniziale andrebbe in continuation bet, anzi lo farà con ancor più probabilità che se fosse primo a parlare. Noi a quel punto saremo comunque costretti a procedere con un call in quanto non avremmo abbastanza chips per un re-raise.

Dovremmo essere heads up al flop

Affinché si riesca a sfruttare al massimo la dinamica che rende così efficace lo stop and go, è importante che non si crei un piatto multi way al flop. Se siamo più di due giocatori (ad esempio se facciamo call dal piccolo buio e chiama anche il grande), sarà sì aumentato, anche se di poco, il piatto che possiamo vincere, ma aumenterà anche, e non di poco stavolta, la percentuale di volte che qualcuno riesca a migliorare la propria mano e che quindi faccia call sul nostro all in al flop.

Nel caso in cui, già pre flop, abbiamo più di un avversario, quindi ad esempio c’è stato un raise e un call prima di noi, conviene a quel punto andare all in direttamente pre flop. In quel modo potremo anche contare, come bonus gratuito, sulla possibilità di sfruttare gli effetti positivi che si hanno con lo squeeze play, che affettivamente andremmo a mettere in campo.

Abbiamo una starting hand con la quale vogliamo andare all in

Aspetto forse scontato, ma non del tutto. Consideriamo che nonostante lo stop and go aumenti la fold equity che otteniamo sull’avversario, c’è anche da dire che le odds che ha l’original raiser per fare call sul flop non sono proprio così impossibili da venire a vederci solo ed esclusivamente con il nuts.

Se non siamo così estremamente corti, il nostro all in al flop sarà tendenzialmente una over bet. Ossia l’importo della nostra puntata sarà superiore alla dimensione del piatto creato pre flop. Questo comporta da un lato che il nostro avversario qua non sta pagando per vedere solo il turn e poi, nel caso, massimizzare sul river. Nel caso faccia call compra in colpo solo entrambe le carte restanti. Questo porterà naturalmente ad ampliare il suo range di call.

Di contro c’è da osservare che in questi casi l’avversario, ha sì il vantaggio di non dover più spender soldi per vedere il river, ma è anche vero che parte del range verrà tagliato fuori non potendo contare su eventuali implied odds, non potendo farci mettere altri gettoni nel piatto nelle strade successive. Ma non è certo un ragionamento così scontato in quelle situazioni, neppure che abbia un peso tale da controbilanciare in toto la prima osservazione fatta.

LEGGI ANCHE >>>> Fino alla vittoria: la strategia per affrontare il tavolo finale del torneo

Come eseguire uno stop and go come si deve

Andiamo adesso a vedere come si esegue uno stop and go che sfrutti a pieno le sue potenzialità. Come sempre la cosa migliore è partire da un esempio e analizzare poi i vari passaggi.

Ipotizziamo di essere in una fase intermedia di un torneo. I bui sono 1,000/2,000 (per comodità siamo senza ante). L’average degli stack è ora di 85,000. Abbiamo da poco preso una brutta botta e siamo precipitati a 18,500 di stack.

Siamo seduti sul grande buio e riceviamo A9.

Tutti i player in early position passano la mano, un giocatore da middle fa raise 5,500. A quel punto passano tutti, folda il bottone e anche il piccolo buio mette sotto.

Ora, abbiamo una mano più che buona per andare all in da short stack, ma l’avversario chiamerebbe abbastanza facilmente il nostro stack eccedente il rilancio. Dal momento che però le condizioni sono perfette, proviamo il nostro stop and go in modo da aumentare le nostre chance di vincere il piatto senza showdown. Senza peraltro il rischio dell’eliminazione dal torneo.

Aggiungiamo di conseguenza le chips necessarie per il call sul rilancio pre flop e andiamo a vedere che succede al flop:

Hero’ Hand: A9
Hero’ Stack: 13,000
Pot: 12,000

Flop: J75

Siamo primi a parlare ora, quindi facciamo direttamente all in. Per capire la dinamica, passiamo ora a vedere la faccenda con gli occhi del nostro avversario.

Stop and go:i ragionamenti che può fare l’avversario

Al preflop ha rilanciato e ha trovato un call da parte nostra. Ipotizzando un range standard per il suo raise pre flop, saranno molte le mani che non trovano miglioramento con un flop del genere e, di contro, si trova davanti un nostro all in di poco superiore al piatto.

Lato suo può immaginare che noi abbiamo preso qualsiasi delle tre carte comuni. In fondo abbiamo completato da grande buio e potremmo avere più o meno qualsiasi cosa. Tra il nostro range rientra anche un potenziale progetto di scala bilaterale o gutshot.

Nel caso in cui non ci sia già un punto chiuso tale da stare più o meno tranquilli, sarà auspicabile il fold. Alcune mani che potrebbero fare pendere per il call sono ovviamente le coppie servite superiori al J, ma anche le coppie comprese tra 7 e il J stesso. Con tali mani potrebbe comunque sentirsi abbastanza tranquillo per vedere il nostro all in. Diversamente, è un call molto difficile da immaginare. Poniamo anche il caso che l’avversario abbia intuito la nostra mossa. Non ci vuole molto del resto. Ma fa qualche differenza in fondo? Può avere qualche info circa il fatto che abbiamo o meno hittato qualcosa al flop?

La risposta è naturalmente un no. Lo stop and go viene eseguito fondamentalmente ignorando quali carte cadano al flop. Possiamo quindi avere JJ, come qualsiasi altre due carte random. Qui sta la vera forza del nostro stop and go. Pure che sia palese per qualche motivo cosa abbiamo fatto, l’avversario non può sapere in alcun modo se abbiamo una mano decente o meno, così come di conseguenza non può avere idea se è avanti o no rispetto a no.

Nel nostro esempio l’avversario ha odds circa di 2 a 1 e contando che possiamo già aver chiuso qualcosa, il fold in questo spot sarà un’opzione molto più semplice adesso, piuttosto che pre flop. La fold equity al flop quindi, salvo come è ovvio il caso in cui l’original raiser migliori la mano o abbia già una monster, sarà necessariamente maggiore che pre flop.

Abbiamo visto che la forza dello stop and go prescinde dal fatto che l’avversario intuisca o meno cosa abbiamo in mente di fare. Non conta neanche molto quale sia la starting hand con la quale l’avversario ha fatto raise preflop. Nel momento in cui seguiamo questo schema di gioco rispettando i paletti visti inizialmente, il vantaggio che otteniamo prescinde da qualsiasi altro fattore nel gioco.

Nel momento in cui la scelta è andare direttamente all in pre flop oppure tentare uno stop and go, la seconda scelta sarà sempre e comunque pari o superiore.

Stop and go: la guida in breve:

Riassumendo. Se ci troviamo in una situazione ove:

  • Siamo short stack
  • Ci troviamo sul piccolo o sul grande buio
  • Andremo a giocare heads up al flop
  • Abbiamo una starting hand tale che saremmo comunque andati all-in

Non c’è alcun motivo sensato di non tentare lo stop and go. C’è solo da guadagnarci senza al contempo rischiare nulla. Cosa potremmo chiedere di meglio?

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