Un’abitudine che può limitare enormemente le nostre perdite al tavolo. Nei momenti in cui inizia a girar male, questo è lo strumento che evita guai peggiori.
Essere un giocatore fortissimo e sfruttare alla perfezione ogni mano, non basta per essere un giocatore che vince con regolarità e accresce costantemente il proprio bankroll.
In partita non sono sufficienti pazienza e costanza, ma dobbiamo anche impostare delle giuste strategie di gestione del bankroll. La più importante resta sempre la scelta di tavoli con limiti adeguati, ma c’è un’altro aspetto fondamentale da ricordarci: imporci degli stop-loss per ogni sessione di gioco.
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Cos’è uno stop-loss e perché è fondamentale
Nel poker il termine Stop-loss viene preso in prestito dal mondo del mercato azionario. Per farla semplice, dopo aver acquistato un qualsiasi strumento finanziario, generalmente si imposta un valore minimo entro il quale venderlo per dare un limite alle eventuali perdite dall’operazione. Se ad esempio compro 1000$ di azioni X, posso decidere che il massimo che voglio rischiare di perdere è 250$, quindi, qualora queste azioni perdessero valore fino alla soglia di 750$, a quel punto andremo a vendere per non perdere più di quanto abbiamo stabilito inizialmente di rischiare.
Nel gioco del poker funziona esattamente allo stesso modo. Pur avendo molta esperienza e una tecnica di gioco ben studiata, a chiunque può capitare di sedersi al tavolo sbagliato, di non essere in massima forma o, più semplicemente, di prendere molti colpi sfortunati. Ecco che avere preventivamente stabilito uno stop-loss permette di uscire dalla situazione complicata limitando i danni.
A ogni giocatore può capitare di andare in tilt dopo una serie di bad beat, questi momenti sono più pericolosi di tutti gli avversari fortissimi o di tutti gli scoppi inaspettati.
Un momento di tilt non gestito bene può costare più di tutti i cooler dell’ultimo mese messi insieme. Fissare uno stop-loss permette di uscirne velocemente senza infilarsi in qualche spirale disastrosa.
Fissare le perdite massime per proteggere le vincite
Lo stop-loss può essere rimodulato durante la sessione per proteggere il profitto che si sta via via producendo.
Facciamo un esempio. Poni di trovarti a un tavolo di No Limit Texas Hold’em Cash-Game, prima di sederti avevi settato il tuo stop loss a 3 Stack. Con i primi piatti inizi subito a portare a casa belle vincite e ora hai 8 stack davanti.
Ora, è vero che avevamo settato il limite a -3 stack, ma a questo punto prima di raggiungere tale soglia dobbiamo perderne 9! È davvero necessario arrivar fino a lì prima di capire che è meglio cambiare aria? Ovviamente no. Una volta fatto del profit è importate adeguare il nostro stop-loss. Non sto dicendo di modificarlo ad ogni piatto, ma quando ci sono scostamenti sostanziali come l’esempio di poco fa, è importante alzare sempre la soglia stabilita.
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Come decidere la soglia adeguata
Lo stop-loss va deciso sia per la sessione che per la partita singola.
Ti lascio qualche esempio di massima, ma è importante personalizzare la strategia anche secondo le nostre modalità di gestione del bankroll in generale. Per capirci, il giocatore professionista che non ha altre entrate oltre al gioco, naturalmente non può avere oscillazioni nel capitale come chi ha altre entrate che, qualora buona parte del bankroll andasse in fumo, può reintegrarlo senza problemi.
Molti giocatori professionisti settano il loro stop-loss a 2 buy-in per tavolo o 9 buy-in per sessione nel No Limit o pot limit. Un buon compromesso per i non professionisti può essere 3 buy-in per tavolo e 5-6 per sessione.
Nei Sit & Go un buon limite può essere 8 buy-in. In giochi Limit, invece, possiamo decidere un limite di 50 Big Bets a tavolo o 100/150 Big Bet a sessione.
Ripeto, è una decisione molto personale e le cifre esposte sono solo a titolo di esempio per dare una linea guida generale. Puoi decidere di essere più conservativo o prenderti qualche rischio in più, ma la cosa fondamentale è la disciplina. Se si decide una soglia, quella va rispettata e stop. Esistono poche cose meno intelligenti di prendersi in giro da soli, ma paradossalmente l’autodisciplina su queste cose è una delle merci più rare tra i player. Essere in pochi disciplinati dà un vantaggio competitivo non indifferente in mezzo alla massa di player indisciplinati.
Conclusioni: nel poker la disciplina fa la differenza
Come giocatore di poker, non sei solo l’atleta che esegue la performance. Sei anche manager, coach e controllore di te stesso.
La disciplina è come un muscolo. Seguire scrupolosamente le regole che ci imponiamo prima è una della qualità che fa davvero la differenza tra un giocatore vincente e un percorso interrotto prematuramente.
Parafrasando Tacito, un generale che sa quando battere in ritirata, può tornare a combattere il giorno dopo. Colui che si fa ammazzare, non può più rialzarsi per combattere.
Sapere come limitare le perdite quando gira male è forse più importante di vincere: anche se apparentemente banale, è la chiave di volta o il tallone d’Achille per moltissimi giocatori. Sai già da che parte vorrai stare 😉