Il sistema di Superlicenza F1 bocciato: ecco chi lo abolirebbe e perché

Il giovane pilota decide di non usare mezzi termini ed andare giù duro nelle critiche: è sbagliato il sistema Superlicenza per la F1?

Incidente in F1 (Getty Images)
Incidente in F1 (Getty Images)

Partiamo da una domanda: “La F1 sta vivendo un momento facile?”, la risposta è facilissima: “No”. Non sono state le critiche ricevute dalla FIA dopo il movimentato finale di Mondiale, a rendere difficili gli anni che verranno all’organizzazione, ma certo forse anche chi è capo del Circus ci sta mettendo del suo.

Da dire anche che in qualunque gioco c’è sempre chi resta scontento delle regole. E quindi, come non bastassero le pesanti accuse di Zak Brown, arriva la bordata di Pato O’Ward, pilota messicano attualmente in IndyCar. Nel mirino del nativo di Monterrey, il sistema della licenza per piloti.

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Secondo il pilota la Superlicenza per la F1 è “ridicola”

Il sistema che a quanto pare, ha praticamente già reso la vita difficile a Max Verstappen per il 2022, è duramente attaccato dal giovanissimo messicano, 22 anni lo scorso maggio. Scottato dalla impossibilità di correre in F1, Patricio, per tutti Pato, dovrà attendere forse un anno, ma non è che la cosa gli piaccia molto.

“Non ne ho idea, – dice a chi gli chiede perché non è ancora in classe regina – è una bella domanda! Per me è ridicolo che qualcuno che chiude la stagione IndyCar in terza o quarta posizione non abbia i 40 punti necessari per la Superlicenza. Credo che molti piloti la pensino come me”. Sono queste le parole riportate da motorsport.com, del giovane che ha già testato la MCL35M di McLaren. Forse, proprio la velocità della citata vettura, non gli fa cambiare però idea sui desideri per il futuro. Infatti subito dopo O’Ward ammette che vorrebbe ancora correre in F1.

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Il messicano, ha di fatto ammesso: “Non so se la Formula 1 potrà essere o meno una possibilità. Ovviamente se dovesse presentarsi l’opportunità farò di tutto per coglierla proprio perché è la Formula 1 e sono cresciuto guardando e sognando quelle gare. Quel sogno da bambino non è mai andato via. Ma la Superlicenza, proprio non gli va giù, e se è vero ciò che ha detto, non è l’unico a pensarla così.

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