Finalmente dopo tanta fatica e tanti sforzi possiamo sederci al tavolo finale del nostro torneo. Ora siamo al dunque di tutta la scalata e qui giochiamo veramente per la vittoria.
A seconda delle regole della casa da gioco della struttura del torneo, il tavolo finale può essere composto da un numero variabile di giocatori da 2 a 10.Tutto ciò che abbiamo fatto è servito a portarci qui.il tavolo finale è come se fosse un nuovo torneo che inizia immediatamente dopo quello appena finito.
A prima vista possiamo avere l’impressione che ci siano molte similitudini con il gioco in un Sit&Go, ma è facilmente intuibile che sia completamente un altro mondo. Innanzi tutto i player si siedono dopo diverse ore, o addirittura giorni, di gioco continuativo. Un altro aspetto riguarda la dimensione degli stack, diversa per ognuno. qualche partecipante può avere maggiori informazioni circa qualche avversario ancora in gioco perchè ci ha giocato insieme in qualche fase precedente del torneo, mentre per alcuni può essere un tavolo finale di sole facce nuove. Insomma, è il momento di riprendere fiato e prepararsi all’inizio di una partita tutta nuova. Vediamo la miglior strategia per non gettare all’aria la fatica fatta fino a questo momento.
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A seconda della tipologia di torneo, del Bahrein, e in generale della dimensione l’importanza dell’evento, spesso il tavolo finale viene disputato dopo una lunga pausa o addirittura il giorno dopo. Una delle cose fondamentali che ti suggerisco caldamente di fare e di sfruttare tutto questo tempo per ricaricare le tue pile e staccare un attimo dallo stato di concentrazione che ti ha accompagnato per tutto il torneo fino a questo punto.
Dopo tanti anni di gioco e aver sentito centinaia di storie riguardo questa fase delicata del torneo, vediamo quali sono gli errori madornali che possono compromettere la tua lucidità nello scontro importante che ci attende.
Durante l’intervallo che ci separa dall’inizio del tavolo finale, è consuetudine conoscere e passare del tempo con gli avversari con cui andremo a scontrarci. Dopo tutte queste ore o giorni di gioco è più che comprensibile scambiare qualche parola con chi, come noi, è nella medesima situazione. Non eccediamo però nel lasciarci andare. L’argomento principale di queste conversazioni sarà naturalmente ciò che accumuna questa manciata di sconosciuti: il poker.
Nello specifico capita quasi sempre di parlare del torneo in corso e di raccontare aneddoti divertenti o mani giocate. È qui dobbiamo stare attenti a non rivelare troppo. Ogni volta che raccontiamo una giocata che abbiamo fatto, non stiamo facendo altro che mettere in piazza il nostro modo di pensare e di approcciarci al gioco. Finché sono gli altri a farlo, ascolta e ringrazia mentalmente per il vantaggio gratuito offerto, ma non fare altrettanto. Non avremo mica passato tutto questo tempo a costruirci un’immagine e nascondere i nostri processi decisionali per cedere proprio adesso che ci giochiamo il tutto per tutto, no?
È prassi comune tra molti player, qualora il torneo si giochi in un casinò e il tavolo finale è fissato per il giorno successivo, sfruttare la pausa o la serata per fare qualche mano ai tavoli cash game o tentare qualche Sit&Go eventualmente in apertura.
Questo può rivelarsi un errore fatale. In primis, arriviamo stanchi da ore o giorni di gioco per il torneo, certamente non daremo il massimo in quelle circostanze. In secondo luogo, stiamo costringendo il nostro cervello a una fatica ulteriore, invece di dargli il meritato riposo dopo l’ottimo lavoro fatto. Ultimo rischio: prendere qualche brutto colpo non necessario prima di disputare una finale importante, può compromettere in parte il nostro mood generale e, come tutti gli sportivi sanno, alimentare tensione personale e nervosismo la sera prima della partita non è mai una buona idea.
Riposare a sufficienza
La mossa migliore nella pausa che ci separa dal tavolo finale, è di staccare completamente dal poker e dal torneo. Pensare ad altro, farsi una bella passeggiata o serata fuori (chiaramente senza “spaccarsi”) è il modo migliore per arrivare freschi e lucidi al momento della performance che ci attende. Se siamo riusciti a riposarci e staccare realmente fino a un’ora prima, poi sarà enormemente più semplice tornare nel mood di gioco e recuperare la massima concentrazione che un tavolo finale richiede.
Postilla, che vale un po’ in generale: evitare qualsiasi sostanza psicoattiva, inclusi anche caffè e alcol. Ciascuno reagisce diversamente a qualsiasi prodotto eccitante o calmante, ma se il caffè dopo un pranzo leggero può essere un buon alleato per stare svegli, spararsene uno ogni mezz’ora non ci farà stare più svegli, ci porterà solo a tiltare con facilità e non riuscire a ragionare lucidamente e con calma quando sarà necessario.
Come per l’inizio del torneo, o la ripresa dopo qualsiasi pausa, è importante arrivare con un po’ di anticipo. Rientrare nello stato di concentrazione adatto richiede tempo. Preparare una strategia anche. I più grandi errori di gioco durante un tavolo finale si vedono spesso proprio nelle prime mani, quando ci si sta ancora “riscaldando” i neuroni. Per questo motivo cerchiamo di organizzarci con i tempi adeguati e non facciamo errori sciocchi proprio adesso che pochissimi player ci separano dalla vittoria.
Il primo segreto sarà sempre evitare gli errori madornali appena visti. Si darà l’impressione di essere ripetitivi, ma nel poker vince chi fa meno errori. Dentro e fuori dal tavolo.
Arrivamo quindi a sederci al nostro tavolo finale freschi, riposati e con il giusto anticipo. Questo ci aiuterà a calarci nel mood adeguato, lasciando fuori tutto ciò che ci occupa inutilmente la testa. Avremo tempo di concentrarci. Potremo sfruttare anche l’occasione per ragionare bene sugli stack avversari e impostare una strategia adeguata alla situazione che ci si presenta.
Una volta identificati i player short, quelli in average e i chip leader, ragioniamo sulle posizioni in cui ci sederemo tutti. Iniziamo quindi a identificare dove e su quale giocatore è sensato rubare e da quali posizioni possono arrivare insidie e pericoli.
Definire una strategia universale è qui più difficile che mai, le variabili sono tantissime e analizzarle una per una non sarà certo fattibile. Vediamo però quelle che sono almeno le linee guida generali e i casi più frequenti che ci capiterà dover affrontare.
Se abbiamo fatto tutto correttamente, all’inizio del tavolo finale abbiamo già un’idea chiara degli stack avversari, rapportati al nostro, e alle posizioni di ciascun giocatore. Vediamo le tre casistiche maggiori.
Nel caso in cui il nostro Stack sia inferiore a 15 big blind, o comunque non abbiamo un fattore M di molto superiore a 10, non abbiamo decisamente margine di manovra e l’unica cosa da fare è attendere il momento migliore per rubare i bui di posizione, cercando di concludere sempre l’azione preflop.
Possiamo provare in questo frangente con coppie medie e assi anche con kicker discreto. Un aspetto però da tenere sempre sott’occhio riguarda gli altri player eventualmente short. Non siamo più in tanti e venire eliminati anche solo una o due posizioni dopo può fare una grossa differenza in termini di denaro vinto. Va bene quindi allargare il nostro range, ma senza metterci in condizioni di uscire prima di un avversario che ha magari 3 big blind di stack e la mano successiva sarà di grande buio…
Una strategia intelligente è prediligere come bersaglio gli altri giocatori short. Questi avranno più timore a cercare la nostra testa con mani non fortissime rispetto a chi ha ancora buoni margini di manovra, ma perdendo contro di noi si troverebbe poi in difficoltà. Naturalmente anche lo stile di gioco degli avversari è un parametro vitale. C’è chi con big stack cerca di aggredire e chiama l’all-in dei corti con mani anche marginali pur di eliminarli rapidamente e chi invece è più propenso a chiudersi a riccio in attesa delle prime eliminazioni per disputare il titolo in meno giocatori. Non distrarsi e analizzare ogni mano, anche quelle dove non siamo coinvolti.
Se abbiamo avuto la bravura – o la fortuna – di sederci al tavolo finale con uno stack sopra la media o siamo addirittura i chip leader, abbiamo due strade dinanzi: possiamo sfruttare il vantaggio per fare pressione continua sul tavolo, oppure aspettare e lasciare agli altri il lavoro sporco di cacciare i player short stack.
Nel tavolo finale del torneo la fortuna ha sempre una buona dose di influenza, quindi non possiamo permetterci errori grossolani. Neanche se siamo i chip leader. Partire con molte chips è certamente un vantaggio importante, ma ci vuole poco a vedere la situazione ribaltarsi e sfuggirci tutto di mano. Gli all-in saranno frequenti e le decisioni complessa da prendere saranno molteplici. La cosa importante è mantenere sempre la calma, qualsiasi cosa accada non vale la pena gettare via tutto per un colpo andato male.
Se optiamo per la strada dell’aggressività, l’ideale è realmente dominare il tavolo con rilanci e 3bet continue preflop, così da lasciare agli altri solo le mani in cui decideremo di mollare il colpo immediatamente. La posizione gioca un ruolo cruciale, se riusciamo a dare l’immagine di player molto aggressivo, che tribetta spesso e mette in pericolo chiunque apra fuori posizione, avremo la strada spianata per essere spesso i primi a parlare preflop da posizioni favorevoli. Questo ci permetterà di rubare bui e ante con una buona frequenza, mettendo alle strette chi parla subito di noi e accumulando un vantaggio sempre maggiore.
Se non vogliamo giocare aggressivi, o semplicemente vediamo che non è il tavolo adatto per poterlo fare, possiamo affrontare l’inizio della partita in modo più conservativo e tight. Costruirsi un’immagine di questo tipo sarà già di per sè un ottimo vantaggio. Inoltre, se non ci prendiamo troppi rischi, sarà più facile piazzarsi nelle prime posizioni.
Stiamo in questo modo rinunciando probabilmente a mantenere un grosso vantaggio in termini di stack, ma possiamo dare il massimo quando alcuni avversari avranno già abbandonato la partita. Quelli rimasti sono magari reduci da diverse mani impegnative o sopravvissuti a più di un all-in. Non è garanzia di vittoria, ma è un buon vantaggio ulteriore.
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