Esistono varie tipologie di board nel Texas Hold’em. È importante quindi far nostre le specifiche caratteristiche e le conclusioni sul piano strategico, che possono esserci di grande aiuto in moltissime situazioni di gioco.
La suddivisione di queste categorie di board è naturalmente una nostra interpretazione degli stessi e di fronte a situazioni simili, possiamo trarre conclusioni talvolta contrastanti o proprio opposte. La cosa importante pertanto non è memorizzarle o capirle tutte “didatticamente”.
Ciò che conta è in primis comprendere e far proprie la logica e il modo di ragionare e perfezionare il proprio gioco di fronte alle diverse situazioni che incontreremo strada facendo, mano dopo mano, partita dopo partita.
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La differenza tra board “wet” e board “dry”
Negli ultimi anni il poker, e specialmente per quanto riguarda la versione Texas Hold’em, è stato oggetto di innumerevoli studi. Parliamo di tutte quelle analisi matematiche, statistiche, psicologiche e strategiche che tantissimi studiosi e giocatori professioni si sono impegnati ad accumulare al fine di migliorare le performance. Come è facile immaginare, le carte comuni che vengono voltate dal dealer durante le varie fasi di una mano, sono un aspetto centrale riguardo la strategia da adottare per battere i nostri avversari ed aiutarci a compiere la scelta corretta con le informazioni a disposizione.
Molto banalmente questa prima suddivisione va a separare i board che danno luogo a eventuali progetti di scala o colore, anche nuts, aprendo la strada a molteplici miglioramenti della starting hand ricevuta. Ciò come è facile immaginare riguarda sia la nostra mano che quella dei nostri avversari. Questi board più “fertili” vengono definiti come board “wet”, ossia bagnati, umidi.
Un esempio di questa tipologia di board wet sono tutti quei board che presentano carte connesse tra loro. In scala di valore o coordinate per quanto riguarda il seme. Flop come 689, TJQ, 456sono considerati di conseguenza board wet. Questo perchè aprono la strada a innumerevoli sviluppi circa le starting hand fornite ai giocatori. La forza della propria mano dipenderà molto dalle carte comuni in situazioni simili a queste.
Al contrario, nel momento in cui ci si presenta un board completamente scoordinato, che quindi di rado andrà a portae miglioramenti significativi alle mani di partenza ricevute, viene definito, all’opposto, come un board “dry”, quindi secco, asciutto. Da un terreno secco non sboccia quasi nulla, così allo stesso modo un insieme di carte comuni “secco” difficilmente – o mai in certi casi – potrà fornire una qualche possibilità di migliorare la propria mano di partenza chiudendo punti molto forti come scale o colori.
Dei flop dry sono ad esempio quelli non coordinati nè per quanto riguarda il valore delle carte, né per il loro seme. Board come 39Q, 58K, A92possono essere definiti dry.
Di fronte a un board dry, la propria starting hand ricevuta assume un ruolo centrale, in quanto le combinazioni possibili con le carte comuni presenti saranno più difficoltosi e non daranno la possibilità di puntare a chiudere punti come scale o colore.
Board Ace High, King High, Queen High
Qui andiamo ad analizzare la categoria di board che riguarda tutte quelle combinazioni ove è presente una carta alta, asso, re o regina, e altre carte più basse. Possiamo poi suddividere ulteriormente questi board dividendoli tra i più Dry in assoluto, quindi che le carte basse oltre asso, re o regina, non siano tra loro coordinate per valore o per seme. Parliamo ad esempio di board come A84, KT5, Q67.
L’altra tipologia di board che presentano le carte basse coordinate sono invece un po’ meno dry dei primi, ma non per questo permettono chissà che manovre finchè un eventuale progetto non vada a chiudersi grazie a turn e river. Ci riferiamo naturalmente a board del tipo A54, KT9, Q67
In genere questi board sono ottimi per una continuation bet in bluff, quindi nei casi in cui dovessimo aver missato il flop. Qualora l’avversario non abbia preso la sua carta alta, o se anche l’avesse presa, ma non ha buon kicker, è facile proseguire con l’aggressione senza doversi aspettare frequenti ribaltamenti della situazione.
Al contrario, nel caso in cui invece avessimo chiuso un punto forte e il nostro desiderio è di tenere in gioco l’avversario nella mano in questione, un board troppo dry potrebbe farlo passare prima di quanto speriamo e mandare in fumo i nostri piani, facendoci magari sprecare una combinazione forte che non ci capita così spesso. Di fronte a una situazione come questa di conseguenza possiamo optare con maggiore serenità per una giocata più strategica come lo slow play, dati i pochi pericoli che potremmo incontrare nelle strade successive.
Board Multi-Draw (cioè con più progetti potenziali)
Parliamo qui di tutti quei board che presentano la possibilità di più progetti, di scala o di colore. Board come 679, 8JQ, 78T sono decisamente i più wet in assoluto. Questi board offrono diverse possibilità di combinazioni molto forti, talvolta migliorabili fino al nuts, o di diversi progetti che possono andare a ribaltare i rapporti di forza nelle strade successive.
Viene da sè che in situazioni del genere troveremo molto più facilmente un call da parte degli avversari su una nostra eventuale puntata. Che sia per un punto forte già chiuso che hanno deciso di giocare in slow play, un progetto che li fa seguire cercando il nuts o, molto banalmente, per sperare in una scary card in modo da tentare un bluff ai nostri danni.
Si potrebbero scrivere libri interi su come comportarsi nelle varie situazioni che possono scaturire da board di questo tipo. Per ovvie ragioni ci limiteremo a suggerire di dare gran peso alle informazioni che abbiamo o che stiamo raccogliendo strada facendo circa il gioco dell’avversario con cui ci troviamo testa a testa. Quanto spesso bluffa con l’arrivo di una scary card? Quanto spesso chiama per inseguire progetti senza pot odds, contando su eventuali implied odds che ritiene di avere? È invece credibile un mio eventuale bluff in tali circostanze?
Le variabili in gioco e le possibili valutazioni che possiamo fare al riguardo sono moltissime. La cosa importante è non perdere mai il focus su ciò che di più importante c’è in questo gioco: le informazioni.
Board appaiati (o pairati)
I board pairati prendono il nome da “pair”, coppia. Stiamo quindi parlando i tutti quei board che presentano una coppia tra le carte comuni fornite al flop. Sempre in questa categorie facciamo rientrare anche quei board che tra turn e river vadano a formare due coppie tra le carte comuni. Parliamo in questi casi di board doppiamente appaiati o doppiamente pairati.
Quando siamo in una situazione ove il flop recita qualcosa tipo: J88, 499, 6QQ, è facile intuire che ci troviamo di fronte a un board estremamente dry. Essendoci già sul tavolo due carte di pari valore, difficilmente la mano si svilupperà su progetti di scala o colore o il rapporto di forza tra le starting hand iniziali si ribalterà strada facendo.
Flop appaiati
Tenendo conto del fatto che è decisamente improbabile chiudere un tris al flop avendo in mano la terza carta di quel valore, non è raro che la mano si concluda basandosi sulla forza iniziale della propria starting hand. Ottime in queste situazioni le coppie servite, meglio ovviamente se più alte della carta “non appaiata”. Un altro aspetto fondamentale cui tener conto in queste situazioni, è che il kicker spesso verrà escluso dalla combinazione delle 5 miglior carti al termine della mano.
Ipotizziamo un board tipo A-Q-Q-J-8. Qualora non fosse presente una Q, tutte le coppie d’assi chiuse con un eventuale asso in mano, andranno a splittare il piatto ad esclusione di A-K. Questo perchè nella combinazione di 5 carte migliori, entrando l’asso al posto dell’8, qualsiasi carta inferiore non entrerà al posto del J. Anche A-J risulterà di conseguenza, come combinazione pari a A-Q-Q-J-A, formando una doppia coppia di assi e regine con J come quinta carta. Esattamente come sarebbe con A-8 o A-2.
In questo caso possiamo anche contare sul fatto, qualora avessimo noi A-K in mano, di farci pagare molto più facilmente il punto. L’avversario sarà tentato di mettere nel piatto qualcosa prima dello showdown, convinto di andare quasi certamente a dividere l’importo già presente nel piatto prima della fine. Stesso discorso, come è facile immaginare, vale al contrario. Qualora fossimo noi nelle condizioni di vedere un avversario puntare di fronte a questo board, dovremmo stare molto attenti a non regalare fiches o soldi a chi cerca di tirarci il trappolone contando sulla convinzione di concludere con uno spit pot.
Board doppiamente appaiati
Un ragionamento simile può essere, a maggior ragione, applicato in presenza di un board doppiamente pairato. Se ci trovassimo, al river, di fronte a un board tipo J-J-9-9-6, esclusi i rari casi di un full con un J o un 9 in mano, le probaiblità di vincere il piatto con un A o un K come quinta carta alta sono evidenti a chiunque. Se ci trovassimo addirittura un asso come quinta carta, se il board cioè fosse del tipo J-J-9-9-A, di sicuro il primo pensiero, salvo informazioni diverse raccolte strada facendo, la mano si chiuderà in pareggio e si finirà con il dividere il piatto.
Ottimo quindi in questi casi spingere qualora si abbia un punto forte in mano, o una combinazione che comunque batta le cinque carte comuni già presenti.
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Board Monocolore
Con board monocolore ci riferiamo a quei board composti da carte tutte dello stesso seme. Quindi board come 38JA2.
È una situazione non molto comune, per ovvi motivi, ma spesso capita di vedere tanti player farsi decisamente male di fronte a situazioni di questo tipo. Facciamo quindi qualche utile osservazione al riguardo.
Flop monocolore
Ipotizziamo di avere una starting hand molto forte, tipo KK. Dopo la scontata serie di rilanci pre flop, il dealer volta sul tavolo il peggio che può capitarci, un flop tipo 89Q. Ora, finite le doverose imprecazioni verso la dea bendate (mi raccomando, non ad alta voce!), dobbiamo pensare a come muoverci a questo punto.
Partiamo col dire che, come sempre, le nostre azioni dipenderanno tanto dalle informazioni che abbiamo circa lo stile di gioco del nostro avversario. Se non abbiamo neanche una carta di quel seme, non possiamo sperare che la nostra situazione, da questo punto in poi, possa migliorare più di tanto. A questo punto l’unica mossa sensata è provare a tastare il terreno per capire se il nostro rivale abbia o meno una carta di quadri che può spingerlo a seguire, se ne abbia due e quindi possiamo considerarci sotto un treno, o sia in una situazione analoga alla nostra e quindi tendenzialmente possiamo indurlo al fold simulando noi un progetto forte di colore o meglio.
Intero board monocolore
Siamo arrivati al river e ci troviamo sul tavolo ben cinque carte, tutte dello stesso seme.
Le possibilità qua sono tre. La prima è che nessuno dei due abbia una carta di quel seme, superiore a quelle comuni, per battere l’avversario che non ne abbia. La seconda possibilità consiste nel fatto che uno dei due abbia un punto migliore del board stesso. La terza, banalmente, che entrambi abbiamo un colore superiore a quello comune a tutti.
Questa è la tipica situazione dove si gioca tutto nelle prime strade. Se abbiamo giocato entrambi passivamente fino al river, è probabile che il piatto verra diviso per il pareggio. In tal caso si può tentare un’aggressione al river simulando un colore più alto, ma dipende in larga parte dalla nostra immagine e dalle informazioni che abbiamo circa l’avversario. Se le probabilità che chiami per splittare o che addirittura rilanci in bluff, meglio fare check ed eventualmente chiamare noi se abbiamo il sospetto del bluff, così da limitare eventuali perdite e non metterci di fronte a decisioni scomode.
In caso avessimo un colore più alto, o addirittura in nuts, qualora avessimo provato lo slow play fino al river, una puntata molto grossa, magari piazzata velocemente e senza rifletterci troppo, può far venire al nostro avversario il prurito di chiamare ugualmente per lo split. Più per una questione personale che per il gioco. Consideriamo che nella psicologia del giocatore medio di poker, perdere un piatto che avremmo splittato per pareggio è decisamente più fastidioso che perderlo per essere sotto.
Siamo in una situazione abbastanza simile a quanto abbiamo visto per i board doppiamente pairati, quanto detto per quelle circostanze è abbastanza valido anche in questa situazione.
Board High/Low
L’ultima distinzione che andremo a vedere riguarda quei board che presentano tutte carte alte o tute carte basse. Naturalmente non parliamo di una suddivisione rigida che vale in assoluto, ma è in larga parte relativa al range che possiamo attribuire nelle diverse circostanze possibili di gioco.
Facciamo un esempio banale. Se un avversario apre il gioco pre flop da early position possiamo presumibilmente attribuirgli un range abbastanza stretto di mani. Certamente più ridotto che se lo vedessimo rilanciare per lo stesso importo dal bottone o dal piccolo buio, dopo che tutti prima di lui hanno già optato per foldare la propria mano. In questa specifica situazione, è più probabile che venga favorito da un board del tipo A-K-J, piuttosto che da un board come 3-5-8.
Allo stesso modo possiamo fare una valutazione analoga nella situazione opposta. Se abbiamo fatto un raise pre flop da middle o late position e riceviamo un call solamente dal palyer che gioca sul grande buio, è più facile che quest’ultimo venga aiutato da un board tipo 8-T-J rispetto a un flop come quello che abbiamo visto prima, composto solo da figure o carte alte.
A cosa ci serve saperlo? Dando per buono che si parla sempre di range, pertanto non ci sono certezze che valgono sempre e comunque, possiamo ad esempio tener conto di questo fatto per organizzare in modo più oculato un eventuale bluff, qualora avessimo missato il flop.
Se abbiamo fatto un raise pre flop per rubare i bui e riceviamo un call. Una continuation bet su un flop A-K-T potrà certamente godere di una maggior credibilità che se cadesse 4-6-3, in quanto il nostro range di raise che potranno immaginare gli avversari sarà più probabilmente composto da combinazioni che contengano carte alte, un asso o un re in questo caso, o addirittura Q-J per la scala chiusa. Un flop alto sarà di conseguenza un ottimo alleato per quando proviamo a rubare i bui con coppiette o suited connectors bassi.
Un board basso invece può essere sfuttato per simulare una coppia alta. Ipotizziamo di aver 3bettato pre flop con A-K e arrivi un flop tipo 5-8-2. Una continuation bet in questo caso, magari di una size non troppo alta e che lasci quindi intendere una volontà di tenere in gioco l’avversario ingrossando il piatto, può essere la strategia giusta per far passare mani analoghe alla nostra.
Per fare la scelta giusta è importante ragionare
Come già abbiamo anticipato all’inizio, esaurire questo argomento richiederebbe decine e decine di libri per ogni singola situazione che può verificarsi. Non era quindi il nostro scopo essere esaustivi.
Quello che però è importante portare a casa dalla veloce disanima fatta, è un’infarinatura generale circa le valutazioni che possiamo e dovremmo fare nel momento in cui capiamo l’importanza di ragionare sempre sulla strategia da adottare in ogni singola mano che giochiamo.
Le strategie descritte possono ovviamente essere un buon punto di partenza da chi si sta approcciando al gioco per capire l’importanza di ragionare sempre sulla mano nel suo complesso e prepararsi ai potenziali sviluppi della stessa lungo i vari giri di puntate. Non soffermiamoci quindi a memorizzare decine di pattern di puntata da abbinare alle varie situazioni. Abituiamoci piuttosto a ragionare nel modo corretto in ogni spot, mettendo insieme in modo omogeneo tutte le informazioni che raccogliamo sempre circa gli avversari con i quali ci confrontiamo, per prendere decisioni migliori e basate su un modo razionale di preparare il gioco è uno dei migliori ingredienti per il successo in questo gioco.