Un bellissimo punto di riflessione, del numero uno Mercedes, Toto Wolff: il dirigente, come non lo abbiamo mai sentito.
Sta rilasciando tantissime interviste, nonostante la delusione per quanto successo nello scorso Mondiale, Toto Wolff. In una di queste ha ribadito quanto secondo lui di disastroso sia stato fatto ad Abu Dhabi, mentre l’ultima è stata concessa alla FAZ. Qui, però, è l’uomo Wolff che viene fuori, forse con delle confessioni mai fatte prima.
Il dirigente Mercedes, parla a tutto tondo di se stesso, ma soprattutto delle sue emozioni legati agli ultimi anni, in cui è stata la pandemia conosciuta come Coronavirus, a farla purtroppo da padrona. Questo, ha bloccato tantissime cose, ma non lo sport, ed ecco cosa ha vissuto Wolff.
Per Toto Wolff, i soldi non sono tutto
Wolff ha confessato a FAZ che gli ultimi mesi, gli ultimi dieci per l’esattezza, sarebbero stati molto pesanti per lui. Il viennese spiega che con il mondiale finito, sono ben otto gli anni in cui si è occupato di questo sport, che porta via molte energie. Tra l’altro, dice proprio Wolff, il suo contratto sarebbe scaduto e quindi se volesse, potrebbe anche abbandonare. Forse non ora, che c’è anche un caso Hamilton da risolvere e di cui proprio il viennese ha parlato. Però, ora più che parlarne con i media, c’è da risolverlo.
Però, proprio il cinquantenne come già detto, ha spiegato che non sempre è facile essere al cento per cento, dicendo: “Se sei in quest’area da mesi e anni, il tuo corpo e la tua testa a un certo punto ti diranno di non continuare a stressarli”. Il cinquantenne ricorda la sua infanzia, dove di soldi non ce n’erano moltissimi per sua stessa ammissione, ma spiega anche che ora che la situazione finanziaria è migliorata, i soldi non contano poi così tanto.
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Le conseguenze della pandemia, ad esempio, hanno colpito i figli di Toto, che infatti certamente ha altre preoccupazioni, al di là della F1. Ecco cosa ha raccontato: “Mio figlio si è diplomato al liceo nel 2020, quindi ogni festa e ogni viaggio è stato cancellato. Mia figlia si sta diplomando in questo momento. E naturalmente, a questi ragazzi sono stati rubati anni essenziali. In un momento in cui si acquisisce esperienza, si costruiscono connessioni, questi ragazzi dovevano starsene seduti a casa”.