Ancora una truffa perpretata in Italia, nel milanese, un imprenditore ha subito quella del presunto chef stellato
Come abbiamo ormai imparato a capire dalle molte storie che ci arrivano, ahinoi, spesso dall’Italia, i truffatori sono sempre più ingegnosi e non è facile individuarli. Si fa presto a giudicare, immaginando che noi non cadremmo mai nella trappola, eppure non è facilissimo.
Oltre alle ormai famose truffe da Sms ed e-mail a nome di banche e Posta, ci sono anche quelle dal vivo, dove chi le mette a segno si traveste da vero e proprio attore. Ma questi malintenzionati sono così bravi, che davvero è purtroppo facile cadere nella loro rete. Ecco l’ultima, la truffa dello chef stellato.
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Umberto Musso, dell’Ortomercato di Milano, racconta della vicenda vissuta in prima persona, dove è stato appunto, truffato. Con la sua azienda entra in contatto un uomo, dicendo di essere un conosciuto e rinomato chef, e richiedendo prodotti di prima qualità, quali 35 chili di ciliegie extra, 20 chili di fragole lucane extra, 15 chilogrammi di pere Abate, 30 kg di meloni extra, ed ancora, in grandi quantitativi, banane, albicocche, pesche, ananas.
“Ci siamo informati dalla società di assicurazione del credito cui facciamo riferimento: il referente risultava affidabile ed era assicurato per 5mila euro”, riferisce l’imprenditore, da lì quindi la decisione di accontentare la richiesta per 3mila euro ed attendere. Quando c’era da pagare però, chef ed azienda affiliata sono letteralmente scomparsi. “E nonostante l’assicurazione, – spiega ancora Musso – abbiamo perso oltre mille euro tra franchigie e oneri di contorno”.
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A spiegarci come possano queste società figurare tra le sicure, è lo stesso imprenditore. Durante i lockdown ad alcune aziende, per non peggiorare la loro situazione, sarebbe stato ritirato il fido per impossibilità di lavorare. “Per quanto ci riguarda abbiamo adottato una politica severa: preferiamo non lavorare che rischiare anche poco. – Termina amaro l’imprenditore – Abbiamo implementato la sicurezza dei sistemi di pagamento e pretendiamo comunicazioni via Pec per ogni eventuale cambio di coordinate. Ma se il problema del credito è la prima causa di fallimento, ci sarà un motivo…”.