Da quelle più pericolose per gli anziani, a quelle che avvengono grazie al phisghing online: le truffe più comuni in Italia
Il problema vero, non è tanto la natura, quanto i numeri molto alti, nel nostro Paese. Parliamo di truffe, che siano esse messe a segno tramite dei giochetti online o dal vivo, sicuramente i malviventi usano tantissima fantasia, per risultare sempre più credibili ed inventarsene sempre di nuove, anche se quelle “classiche” non finiscono mai fuori moda.
A subirne maggiormente, numeri alla mano, sono i poveri anziani. Spesso indifesi, basta un’ora in cui una persona non è seguita un parente ed i truffatori guadagneranno la sua attenzione e fiducia, finendo per rubargli qualcosa.
Il tutto, diventa anche molto pericoloso, se si pensa che comunque tutt’oggi, la maggior parte dei raggiri viene compiuto di persona, quindi con la presenza fisica del truffatore, nelle vicinanze se non in casa, del malcapitato. Andiamo a vedere quali sono le più comuni.
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Una delle più vecchie è la truffa dello specchietto. Il truffatore chiede infatti al malcapitato un risarcimento per un danno, che in realtà non ha mai ricevuto. Il malvivente infatti finge che passando con l’auto, abbiamo urtato il suo specchietto facendolo cadere, in questo modo, in una sera si possono portare a casa più soldi con più truffe compiute. O una simile, è quella dell’incidente, dove il truffatore fingerà di essere un parente se non l’avvocato di un cliente a cui avremmo provocato un incidente stradale.
Ed ancora, abbiamo i finti operatori Asl, finti agenti di polizia, finti postini, che con diverse scuse, riescono ad introdursi nelle case dei poveri truffati di turno. Esiste anche la truffa della fuga di gas: in cosa consiste, in un paio di finti operatori che devono controllare in casa per una sospetta fuga, e mentre uno distrae l’anziano, l’altro mette le mani nei mobili in cerca di denaro.
Ma ce ne sono ancora molte altre, a cui negli ultimi anni si sono aggiunte quelle online. Truffe che possono utilizzare i nomi delle banche, oppure quello di WhatsApp, o quella del finto pacco in giacenza. Tutto, architettato per farci cliccare su un link e rilasciare i nostri dati. Se bravi, i truffatori riescono ad usarli per arrivare al nostro conto corrente.