Un retroscena raccontato dallo stesso Valentino Rossi: abbiamo rischiato di perderci dieci anni delle sue Gare su due ruote.
Soltanto dopo aver portato al termine 432 Gran Premi e aver vinto 9 Mondiali (ed a 42 anni), Valentino Rossi ha realmente deciso di smettere. Di quando si sarebbe ritirato The Doctor, si è parlato per molti anni, ma ora è lui a vuotare il sacco e spiegare cosa realmente, sarebbe potuto accadere già tempo fa.
Adesso, Rossi si prepara a presenziare con Tony Cairoli ad un’importante festa, ma anche a diventare papà. Forse è quest’ultimo passo della sua vita che ha convinto il centauro nato ad Urbino, a smettere davvero. O forse semplicemente Rossi si sentiva meno potente di anni fa ed ha deciso di darsi alla vita da dirigente. Ecco cosa ha confessato.
Valentino Rossi ci pensa da 10 anni?
Dall’anno prossimo, Vale si siederà su vetture a quattro ruote ed inizierà una carriera parallela, certamente meno impegnativa a stressante della sua pluridecennale, in MotoGP. Probabile che lo vedremo a bordo di vetture della GT3. Il marchigiano ha così rassicurato tutti: “Non cambierei nulla”, dice in riferimento al passato.
C’è anche però, una confessione di cui i più esperti avranno sospettato, ma adesso viene fuori la verità: “Sono stato spesso vicino alla fine della mia carriera, ad esempio i due anni Ducati 2011 e 2012. Allora dubitavo seriamente che avrei avuto abbastanza velocità e forza per ricominciare da capo e poi ancora per combattere vittorie e titoli mondiali. Ma poi da quel momento ho corso per altri dieci anni. Quando ripenso a questi dieci anni, nel complesso si è rivelata una buona storia”, ha confessato il famoso numero 46.
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Adesso il centauro di Tavullia ammette di volersi interessare soltanto dei ragazzi della sua scuderia e della nascitura, ed ammette: “Il mio sogno era diventare un campione del mondo MotoGP. L’ho fatto. Quindi sono in pace con me stesso”. Parla anche delle sue rivalità infine, l’italiano, una nello specifico è quella con Max Biaggi, di cui ha ampiamente spiegato diverse dinamiche. “Le rivalità in tutti gli sport, inclusa la MotoGP, – spiega il Dottore – sono cose che non ti piacciono. Ma sono un aiuto fantastico quando si tratta di trovare motivazioni e ottenere il massimo da se stessi”.