Valentino Rossi ha parlato del mezzo più importante per un pilota della MotoGP, ovvero la sua creatura a due ruote. Ecco cos’è per lui.
Uno degli aspetti più belli del motorsport in generale è quel velo di romanticismo che sembra condire il tutto. Ogni disciplina, che sia la MotoGP, la F1 o categorie minori, ne sono ricche, ed i piloti ci danno tanti piccoli segnali che sono in grado di farcelo capire. Un fenomeno assoluto e legato a questo mondo da circa trent’anni è Valentino Rossi, ma per lui sembra ancora essere il primo giorno.
Nel fine settimana dei Valencia del 14 novembre, data prescelta dal “Dottore” per il suo ritiro dalle due ruote, abbiamo avuto una bellissima immagine di amore per quello che è il proprio mezzo, ovvero la moto stessa. Nella giornata di giovedì, quella solitamente dedicata alla stampa, la Dorna e la FIM hanno resto protagonista il pilota di Tavullia, organizzando tutto in suo onore.
La conferenza stampa gli è stata interamente dedicata, senza altri piloti presenti al suo fianco per rispondere alle domande. I giornalisti erano presenti in massa per strappare le ultime curiosità a Valentino Rossi, mentre da casa i tifosi hanno potuto salutarlo con alcuni ricordi speciale.
Prima dell’incontro con i media, era stato organizzato un fantastico parco moto, con tutte le creature che hanno portato ai nove titoli mondiali del “Dottore” presenti l’una vicina all’altra. La scena è andata in scena in diretta televisiva, ed il #46 si è potuto gustare le due Aprilia di 125 e 250, la Honda NSR 500 del 2001, le due griffate “Repsol” del biennio seguente e le Yamaha. Ogni moto è stata accarezzata dal nove volte iridato, che le ha guardate come se dovesse effettivamente ancora guidarle, salendo anche in sella.
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In una serie DAZN uscita in questi giorni dal titolo “Yo, Pilot“, i grandi campioni della MotoGP vengono interpellati su tante tematiche differenti, e subito dopo il proprio ritiro, non poteva mancare il parere di Valentino Rossi. Il pesarese è stato forse il pilota più romantico della prima puntata, colui che è andato ben oltre i classici concetti che vengono affrontati in queste occasioni.
L’ex Yamaha Petronas ha toccato il tasto del rapporto diretto con la moto, ovvero il mezzo che può darti la gloria, elevarti a campione, ma anche farti scivolare nella ghiaia rischiando di compromettere tutto. Tra pilota e moto c’è una linea sottile, in precario equilibrio e che rischia costantemente di spezzarsi, ma difficilmente avviene.
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“Per anni ho guidato tante moto diverse, ma la sua anima è passata da una moto all’altra, come se ne avesse una dentro“. Valentino Rossi ha utilizzato una bellissima espressione: per lui, il mezzo con cui va in pista è dotato di un’anima propria, non è semplicemente un mezzo meccanico fatto di sospensioni, telaio e cambio. Dopo anni di carriera, si sviluppa un vero e proprio rapporto di fiducia con colei che porti in pista, nella speranza che non faccia mai brutti scherzi.
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