Le due ruote sono ormai un ricordo per Valentino Rossi. Il campione di Tavullia rivela di non avere rimpianti in merito al suo ritiro.
Valentino Rossi si gode la sua nuova quotidianità da papà. Onesto abbastanza da confessare di essersi fermato per mancanza di competitività e non per età, il Dottore non ha comunque smesso di amare quello che è stato il suo mondo fino a ieri. Addirittura il primo GP senza di lui, quello del Qatar di inizio marzo, l’ha seguito in parte dall’ospedale dove la fidanzata Francesca Sofia Novello aveva appena dato alla luce Giulietta.
Valentino Rossi: nessuna nostalgia della MotoGP
Conscio che il 2022 sarebbe stato un altro anno da lotta nelle retrovie, il pesarese ha ammesso di essere felice di aver chiuso la lunga parantesi che lo ha reso famoso a livello planetario.
“Mi diverte guardare le gare dal divano. Sono un grande tifoso della disciplina. Poi in pista c’è mio fratello, ci sono i miei amici. Il momento difficile è stato verso giugno, tra Barcellona e Assen, quando ho deciso di smettere“, il suo racconto a Il Giornale.
La paura di diventare un pantofolaio però è sempre stata latente. Per questo, non appena resosi conto di dover dire basta ha cercato di costruirsi un percorso nelle quattro ruote.
“Ho lavorato per arrivarci“, ha sostenuto spiegando poi i motivi che lo hanno spinto a scegliere quella strada. “Correre in macchina è certamente più abbordabile per chi non è più giovanissimo“.
La nuova sfida di chiama Fanatec GT Challenge Europe, al via da Imola il mese prossimo. Un impegno che presenta diversi punti interrogativi.
“Per adesso è tutto nuovo. Amo guidare e fare i test, mentre nelle moto mi ero stancato“, ha affermato secco, ma soprattutto desideroso di intraprendere un’avventura inedita. “In cinque appuntamenti dovrò alternarmi con un altro pilota. Farò anche la 24 Ore di Spa dove saremo in tre. Non vedo l’ora“.
Sebbene dotato di un’ottima Audi, per Vale emergere non sarà facile. “All’Enzo e Dino Ferrari ci saranno 52 auto e più di 150 partecipanti. Detto ciò voglio capire più o meno dove posso arrivare e un giorno provare Le Mans“.
Per il 43enne nei primi anni 2000 si stava per concretizzare un passaggio al Cavallino in F1. Un tandem da sogno che però non si è mai concretizzato. “Desideravo continuare in MotoGP e ho fatto bene avendo vinto altri due titoli e una trentina di corse“.
Di certo il pensionamento ha smussato gli angoli e tolto un po’ di gelo ai rapporti con i suoi rivali storici. “Stoner mi manda spesso messaggi dall’Australia, mi chiede della bambina, ci siamo anche visti. Pure Lorenzo, ormai è un amico, è venuto alla 100 km del Ranch, alla sera eravamo a ballare assieme. E persino con Biaggi mi sono riavvicinato“.
La domanda che si pongono tutti è se rivedremo mai il nove volte iridato nel paddock. “Andrò a qualche evento. Al Mugello, per esempio. Sarà però una cosa un po’ complicata perché da qualche parte mi devono mettere. Non posso stare lì a far niente“.
Infine sul perché abbia guadagnato un seguito tanto straordinario, o addirittura unico, Vale non ha dubbi. “Forse il mio segreto è stato di non voler diventare personaggio. O almeno non a tutti i costi. Sono rimasto me stesso e alla gente è piaciuto. Il campionato c’era prima di me e ci sarà dopo di me. Forse si ridimensionerà, ma è sempre bello“.
Sicuramente il marchigiano ha segnato un’epoca ed ha saputo unire tutte le culture e tutti i Paesi toccati dal motomondiale. Che qualcuno possa prendere il suo posto, replicarne l’impatto, almeno in tempi brevi, è quanto mai improbabile. Per quanto riguarda gli italiani, l’unico appiglio resta la Ducati.