Il ritiro di Valentino Rossi ha catalizzato su di lui tutta l’attenzione mediatica. Ecco cosa ne pensa il grande esperto di motociclismo.
Tra Valentino Rossi e Paolo Beltramo c’è un’amicizia molto sincera, che legava entrambi anche a Marco Simoncelli, prima che quest’ultimo scomparisse tragicamente il 23 ottobre del 2011, durante il Gran Premio della Malesia. Di quella giornata, oltre alle immagini del terribile schianto, ricordiamo anche quelle del giornalista e storico inviato di Mediaset per il Motomondiale, che annunciava la scomparsa di un compagno di vita con il volto irrigato di lacrime.
La morte del “Sic” è stato il momento più duro della carriera del “Dottore”, come da lui sottolineato più volte. Grandi dolori sportivi come i titoli persi a Valencia nel 2006 contro Nicky Hayden o quello del 2015 contro Jorge Lorenzo non possono essere paragonati al decesso di un amico, di un fratello, con il quale aveva condiviso tutto sino a quella tragica corsa di Sepang.
A dieci anni da quella terribile domenica, Valentino Rossi ha deciso di ritirarsi, di lasciare la MotoGP dopo una carriera durata 26 anni. Marco Simoncelli era stato designato come erede del nove volte campione del mondo, ed il titolo vinto in 250 nel 2008 con la Gilera non faceva che ben sperare. Anche gli esordi in top class erano stati eccellenti, e nel 2011 stavano arrivando i primi podi e le prime pole position. Purtroppo, il destino ha deciso di essere più beffardo che mai.
Il “Dottore” ha deciso comunque di andare avanti, di continuare a lottare in pista, e Paolo Beltramo ne ha narrato le gesta, passando poi anche a Sky quando quest’ultimo ha acquisito i diritti dalla Dorna nel 2014. Il giornalista ha pubblicato il suo pagellone di fine anno proprio per l’emittente televisiva più famosa, elogiando i motivi per cui i tifosi amavano il pesarese, ma provando a spiegare anche perché ci fosse qualcuno che lo odiava.
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Valentino Rossi, ecco il pagellone di Paolo Beltramo
Il Motomondiale 2021 è andato in archivio, e con lui anche Valentino Rossi. Il 6 marzo prossimo, in Qatar, scatterà la prima corsa senza il #46, infortuni a parte. Una cosa simile non succedeva dal 1995. Dopo un evento del genere, era ovvio che gran parte del pagellone di Paolo Beltramo fosse incentrato su di lui.
“Il suo addio ai Gran Premi è stato celebrato come meritava, ma non c’è festa, cerimonia, tributo che possa dire davvero cosa è stato il Doctor per questo sport. Insieme a lui e al suo modo di crescere correndo, di vincere, festeggiare, far ridere, incavolare, di parlare, di essere serio ed ironico insieme, intelligente, spettacolare, innovativo, leggero e tosto, cattivo e dolce, umano ed inarrivabile, sorridente ed impegnato da oltre 25 anni“.
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Notevole anche la spiegazione sull’odio sportivo che esiste verso Valentino Rossi, una vera e propria piaga che esiste da sempre: “Amato da quasi tutti gli appassionati, però anche odiato da molti che non hanno capito che senza di lui non avrebbero mai avuto una così grande possibilità di sfogare il proprio risentimento. Insomma, Vale, grande per tutti anche per ha vissuto la propria esistenza passandola tutta a criticarlo e odiarlo senza capire che se ci sono stati, lo devono a lui. Il lungo amore con Yamaha, tradito soltanto per 2 stagioni in Ducati”.