Il ritiro di Valentino Rossi è un duro colpo per la MotoGP. Paolo Simoncelli guarda al passato e rileva alcuni problemati del Motomondiale.
Dopo qualche mese di pausa, la MotoGP è pronta a ripartire. Domenica prossima si terrà il Gran Premio del Qatar, primo atto della stagione 2022. Si tratterà di una gara storica, la prima senza Valentino Rossi dopo oltre un quarto di secolo di onorato servizio all’interno del Motomondiale.
Il “Dottore” si è infatti ritirato lo scorso 14 novembre, concludendo al decimo posto il Gran Premio di Valencia in sella alla Yamaha Petronas. Si è trattato di un momento storico, che ha lasciato con l’amaro in bocca milioni di tifosi che hanno seguti di fronte al televisore le sue imprese durate per un’intera generazione.
Valentino Rossi ha fatto la storia di questo sport, e qualche tempo fa ha ricordato che la sua vittoria più importante non sono stati i nove titoli mondiali: “Credo che la cosa più bella della mia carriera sia stata l’aver fatto appassionare tantissima gente a questo sport, che prima era seguito da una nicchia di fedelissimi“.
Come dare torto al pilota di Tavullia, che con le sue vittorie e le rivalità storiche che lo hanno visto protagonista è diventato un idolo mondiale. Le battaglie con Jorge Lorenzo, Max Biaggi, Casey Stoner, Dani Pedrosa, Sete Gibernau e tanti altri saranno impossibile da cancellare, grazie anche ad una generazione di rider straordinaria e che difficilmente avrà eguali in futuro.
La vita del nove volte iridato, ora, cambierà del tutto. Tuttavia, lo vedremo comunque impegnato in pista, in particolar modo nel Fanatech GT World Challenge con l’Audi R8 LMS del team WRT. La squadra di Vincent Vosse, da sempre legatissima alla casa di Ingolstad, è un punto di riferimento nel mondo delle Gran Turismo, e con l’aiuto del #46 giallo più famoso del mondo andrà anche all’attacco della 24 ore di Spa.
Come sappiamo, il grande sogno del pesarese è la partecipazione alla 24 ore di Le Mans, anche se le possibilità di vederlo su una Hypercar della Ferrari sembrano ormai svanite. Anche l’Audi tornerà nella top class nel 2023, e se il “Dottore” dovesse dimostrarsi competitivo in questa stagione, non è escluso che potremmo vederlo al via il prossimo anno, proprio con la casa di Ingolstadt.
Come ben sappiamo, Valentino Rossi e Marco Simoncelli erano amici per la pelle. Di quel maledetto 23 ottobre 2011, quando il campione del mondo 2008 della 250 scomparve sul tracciato di Sepang, ricordiamo benissimo le lacrime dell’allora pilota Ducati, che per un beffardo gioco del destino fu diretto protagonista della carambola mortale.
Tra Valentino e papà Paolo c’è sempre stato uno splendido legame, e proprio quest’ultimo ha deciso di dire la sua sul ritiro del nove volte campione del mondo, tirando le orecchie agli organizzatori del Motomondiale. Simoncelli senior ha concesso un’intervista a “Motosan“, trattando proprio la tematica dell’addio del “Dottore”.
“Nel nostro sport non è la prima volta in cui viviamo un momento del genere, in passato è già accaduto con Giacomo Agostini, con Mike Hailwood e tanti altri. Dobbiamo accettare che le cose continuano anche senza di loro, nonostante l’enorme talento di cui erano dotati che esaltava le folle di tifosi“.
“A mio parere, l’addio di Valentino Rossi è più una questione mediatica. Si dovrebbe dare molta più importanza ai piloti delle classi minori per creare dei personaggi, da seguire poi in top class. In Moto3, tanto per fare un esempio, siamo abbandonati a noi stessi. Valentino c’era, veniva seguito anche quando non era ancora arrivato al top, ed oggi gli organizzatori si ritrovano scoperti. Il problema sta tutto in questa visione delle categorie“.
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