La carriera di Valentino Rossi è costellata di successi, ma il periodo più duro lo ha vissuto con il passaggio in Ducati. Ecco cosa accadde.
La brillante avventura di Valentino Rossi nel Motomondiale sta per volgere al termine. Si tratta di una storia d’amore che è iniziata nel lontano 1996, quando esordì in 125 in sella all’Aprilia. La prima delle 115 vittorie del “Dottore” arrivò quell’anno a Brno, all’interno di una stagione di rodaggio. Dal 1997 arrivò una valanga di titoli mondiali, iniziando da 125 e 250 per poi arrivare alle sette corone iridate ottenute nella top class.
Valentino detiene un curioso primato: è infatti stato l’ultimo a portare a casa un mondiale in classe 500 nel 2001 con la Honda, per poi ripetersi con la stessa casa nel 2002, primo anno della neonata MotoGP che conosciamo anche oggi. La scelta che rese il fenomeno di Tavullia la leggenda che tutti conosciamo arrivò al termine del 2003, quando accettò la folle proposta di Davide Brivio.
Il dirigente sporti monzese, ora team manager dell’Alpine in F1 dopo la vittoria con la Suzuki nel 2020 grazie a Joan Mir, era all’epoca a capo della Yamaha, gli propose di passare proprio nella sua squadra. La sfida era durissima, considerando la superiorità della Honda su cui il #46 avrebbe potuto fare incetta di mondiali.
Senza farsi troppi problemi e spinto dalla follia dei suoi 24 anni, Valentino Rossi accettò la proposta. Neanche a farlo apposta, nel 2004 arrivarono nove vittorie, ed a Philip Island, dove si disputò il Gran Premio d’Australia, mise le mani sul mondiale con una gara di anticipo. Il 2005 fu un trionfo, mentre le due stagioni successive lo videro sconfitto, prima da Nicky Hayden e Casey Stoner.
Gli scettici iniziarono a parlare della fine della sua era, ma Valentino li smentì portando a casa altri due titoli, l’ottavo ed il nono, quelli che sarebbero rimasti gli ultimi. Nel 2010 fu tagliato fuori dai giochi dal grave incidente nelle libere del Mugello, quando cadde all’uscita della Casanova Savelli. Fu costretto a saltare molte gare, regalando il titolo a Jorge Lorenzo, all’epoca suo compagno di squadra.
Se Valentino Rossi era riuscito brillantemente a superare il passaggio dalla Honda alla Yamaha, lo stesso non si può dire di quello che accadde al termine del 2010. Il “Dottore” firmò un contratto con la Ducati, legandosi alla casa di Borgo Panigale per il 2011 ed il 2012.
La Desmosedici non ne volle sapere di farsi domare dalle mani sapienti del nove volte campione del mondo, che per la prima volta in carriera non ottenne alcuna vittoria in una stagione. Ad essere precisi, saranno ben due gli anni di digiuno dal gradino più alto del podio, che ritroverà solo in Yamaha con il successo ad Assen nel 2013.
Il primo podio in Ducati arriva al GP di Francia del 2011, con un terzo posto arrivato a Le Mans. I primi tre posti resteranno un miraggio per il resto dell’anno, e per tornare a bere lo champagne fu costretto ad aspettare molti mesi. Sarà ancora una volta la pista di Le Mans a vederlo protagonista nel 2012, dove, grazie ad uno splendido sorpasso su Stoner arrivato sul bagnato all’ultimo giro, Valentino ottenne un secondo posto insperato.
Un’altra piazza d’onore arrivò a Misano, ma nell’estate di quell’anno era già stata ufficializzata l’interruzione del rapporto tra il pesarese e la Ducati. Poco dopo venne reso noto il nuovo accordo con la Yamaha, dove avrebbe ritrovato il grande rivale Lorenzo. La piccola consolazione riguardò i risultati totali della casa italiana: Valentino Rossi risultò il miglior ducatista in quelle due annate, chiudendo sesto nel 2012 e nettamente davanti ad Hayden.
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Si può dunque affermare che la scelta del “Dottore” di passare in Ducati fu del tutto errata, spinta dalla gran voglia di creare un’accoppiata tutta italiana che risultasse vincente. Ancora oggi, l’unico pilota in grado di portare al mondiale la Desmosedici resta Stoner, che nel 2007 riuscì a sconfiggere proprio Valentino. E lo fece contro ogni previsione.
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