Valentino Rossi, nel corso della sua brillante carriera, che almeno come pilota volge al termine, non ha mai vissuto di mezze misure.
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Talentuoso, istintivo, passionale, carico di adrenalina nei momenti decisivi, quella che ti fa rialzare dalle grandi cadute, quella che ti conduce lontano quando serve fare la differenza, di fronte ad avversari che ti tengono testa fino alla fine. Una parte del merito dei grandi traguardi ottenuti, “The Doctor”, la deve senza dubbio a Madre Natura.
Qualcuno, lasciatecelo dire, da lassù, ci ha messo lo zampino. Cresciuto in una famiglia dove ti mettono in sella alla tua prima moto a 3 anni, Vale ha trovato il conforto dell’ambiente sano, lo stimolo delle persone giuste che ne hanno plasmato il talento, ma è dentro se stesso che, giorno dopo giorno, ha tirato fuori i capisaldi di una carriera straordinaria. Acuto e meticoloso, intelligente e capace di capire anche i minimi difetti delle sue moto, fino a renderle perfette in pista. Analitico e pignolo all’estremo. E poi straordinario in gara, ovviamente, quando c’era da rischiare, da dare il tutto per tutto.
A livello umano Rossi ha trasferito a pieno, nei rapporti con i colleghi, questo suo essere costantemente al limite. In senso positivo ovviamente. Grandi amici, come il compianto Simoncelli, come Loris Capirossi, e anche grandi, grandissimi nemici, in primis come Max Biaggi e poi in ultimo Marquez. Naturalmente sulle rivalità sportive e umane i giornalisti ci sono andati a nozze, riempiendo per anni pagine e pagine di giornali. Perchè Vale e la sua storia di pilota e di uomo sono stati uno dei più straordinari fenomeni mediatici dell’ultimo ventennio. Ambasciatore, come nessuno, di uno sport che era apprezzato solo da un pubblico specializzato, Rossi ha il merito di avere trasformato l’immagine del Motomondiale.
Si parlava di amicizie, di rapporti fraterni, di sinergie e di condivisioni. Rispettato e amato dalla maggior parte dei suoi “colleghi”, tranne che da quelli che forse non digerivano di essere sempre secondi rispetto a lui, Valentino Rossi ha costruito negli ultimi anni un bellissimo rapporto con Andrea Dovizioso.
Probabilmente il maggiore talento italiano della Motogp, dopo Valentino. Un pilota straordinario che con un solo titolo in carriera, nel 2004, nella 125, non ha raccolto quanto meritava. A pochi giorni dal Gp di Aragon, Valentino si è lasciato andare ad una serie di riflessioni sulla pista, sulla moto, e sui compagni di avventura.
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Consapevole delle difficoltà del circuito, conscio di essere in sella a una moto piena zeppa di imperfezioni, ha esaltato le qualità di Andrea. Definendolo l’uomo, il compagno, professionalmente parlando, ideale, per questo finale di stagione. L’ultima grande annata di Rossi in versione pilota. Rossi si è soffermato sul debutto, dei due, a Misano, con il team satellite Yamaha. Entusiasta, come non mai, di correre al suo fianco fino a fine stagione, Valentino ha esaltato le doti di Dovizioso, la sua esperienza, il suo talento. Peccato che dopo questi mesi insieme tutto finirà.
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