Valtteri Bottas e la “Sindrome Barrichello”: la nuova sfida del finlandese

Valtteri Bottas ha lasciato quest’anno la Mercedes e in Alfa Romeo dovrà dimenticare quella che è chiamata la “Sindorme Barrichello”.

Valtteri Bottas e Barrichello (GettyImages)
Valtteri Bottas e Barrichello (GettyImages)

La Formula 1 è uno degli sport di squadra più crudeli di tutti, perché il ruolo del gregario è spesso definito in modo abbastanza offensivo, come quello del “Maggiordomo”.

Questo termine se lo è sentito dire tante volte Valtteri Bottas in questi anni in Mercedes dove pochissime volte ha provato a dare fastidio al proprio compagno di squadra Lewis Hamilton, favorendolo in tutti i modi per vincere svariati Mondiali, in particolare quelli 2017 e 2018 contro Sebastian Vettel.

Neppure nelle stagioni 2019 e 2020, dove non c’era assolutamente bisogno di un fedele scudiero per portare il titolo in casa Mercedes, il “Boscaiolo” non è stato in grado di dare fastidio al decorato baronetto inglese, accontentandosi solamente di due comunque prestigiosi secondi posti in classifica piloti, sempre davanti alle Ferrari e alle Red Bull.

Nel 2021 in molti hanno criticato Valtteri per un atteggiamento spesso rinunciatario, come se ormai fosse troppo rilassato in quanto sapeva già che il suo posto nel 2022 non sarebbe stato più in Mercedes e sono in molti infatti ad attribuire a Perez un ruolo fondamentale nella lotta ristrettissima per il titolo tra Hamilton e Verstappen.

Da quest’anno inizierà dunque una nuova avventura con l’Alfa Romeo, monoposto decisamente meno performante rispetto alla Freccia d’argento, ma dovrà tornare a svolgere un ruolo che ormai non gli compete più da diversi anni: la prima guida.

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Il rischio di non riuscire più a esprimersi come ai tempi della Williams è altissimo, perché dopo ben sette anni sarà lui a dover portare avanti le sorti della Scuderia, soprattutto perché in Alfa hanno puntato tutto su lui oltre che sull’esordiente cinese Zhou Guanyu, con i maligni che parlano già di importante zampino legato agli sponsor.

Il crollo di Barrichello dopo l’addio alla Ferrari e il paragone con Bottas

Una storia simile capitò a Rubens Barrichello, altro pilota dal grande talento ma che si è sempre accontentato di eseguire gli ordini di Scuderia Ferrari garantendo a Schumacher il maggior numero possibile di successi non creando mai problemi nemmeno quando avrebbe potuto.

Rubinho se ne andò dalla Rossa nel 2005 per approdare in una Honda non certamente competitiva e avrebbe dovuto rappresentare la prima guida, ma nei tre anni con la casa giapponese arrivò in ben due circostanze alle spalle del compagno di squadra Jenson Button, che non aveva ancora mai vinto in F1.

Il dramma completo si completò nel 2009, quando l’Honda venne acquistata da Ross Brawn e formò la sua Scuderia personale chiamata appunto Brawn GP con la quale dominò nell’unica annata che vi partecipò.

Non solo il Mondiale venne vinto da Jenson Button, ma quello che lasciò sconcertati è che Barrichello chiuse addirittura alle spalle della nuovissima Red Bull di Sebastian Vettel, un vero e proprio crollo su tutta la linea.

Nelle ultime due stagioni in F1 con la Williams dovette accontentarsi delle briciole, ma chiuse sempre davanti agli acerbi Hulkenberg e Maldonado, ma la Sindrome del secondo pilota non la perse mai.

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Ora tocca a Bottas dimostrare tutto il proprio valore e che può tranquillamente risultare un primo affidabile e soprattutto essere in grado di raccogliere la pesante eredità lasciatagli dal connazionale Kimi Raikkonen.

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