La macchinetta gli conferma la vittoria e lo fa esultare, ma secondo il Casinò non vince davvero quei milioni, ecco perché.
In quanti avranno fatto almeno una puntatina al casinò, così, per far passare un pochino di tempo? Effettivamente, era quello che voleva fare un imprenditore modenese di 61 anni, G.F., che nel gennaio del 2008, si era recato al Casinò di Venezia con sua moglie, per divertirsi un po’. Da allora, non dimenticherà mai più quella notte.
La più bizzarra delle sere, perché il sessantunenne aveva giocato una bella somma di danaro, quando su una macchinetta l’aveva letta: lei, la scritta “Jackpot”. Il personale invita il giocatore e sua moglie a dormire nelle vicinanze dell’albergo e poi tornare il giorno dopo, ma da lì il racconto si fa spinoso: “La mattina seguente ho avvertito subito che qualcosa stava andando storto. Prima il tecnico non arrivava, poi verso le 14 mi hanno spiegato che in realtà era già passato e aveva riscontrato un guasto. Così decisi di chiamare la Guardia di Finanza, a cui ho denunciato la sala per truffa”.
In pratica, una spiegazione veloce, c’è stato un guasto nella macchinetta, la vittoria non vale. Neanche un euro sarebbe stato spostato nelle casse del modenese, che avrebbe quindi atteso invano, per una notte, insieme a sua moglie. Ovviamente G. non si è arreso, ma la Procura di Venezia in un primo momento archivia tutto. Allora l’imprenditore non si dà per vinto e decide di procedere con una causa civile contro le due società che controllano il Casino, la Cmv e la Cdv Gioco.
Di storie strane legate a vincite o presunte tali, ne abbiamo negli anni, lette tantissime. Ricordate quel giocatore di poker che ha dovuto restituire quasi tutti i suoi 8 milioni? Ma qui il giocatore non ha nessuna colpa e il pretesto per non pagarlo non sembra poi così credibile. Ma ieri è arrivata la doccia gelata. Nel 2016, era già arrivato il primo grado che dava ragione al casinò, mentre ieri il tutto è stato confermato. E non solo, l’imprenditore dovrà ora pagare le spese giudiziarie.
Le cose sarebbero andate così. Il giocatore avrebbe letto prima la parolina magica e poi le indicazioni della macchinetta che dicevano di chiamare un addetto. All’arrivo di questo però, la macchina si sarebbe spenta per poi riaccendersi su “Watchdog – Reset”. Ma non è finita. Il giocatore, si era anche scattato un selfie con le scritte, “Jackpot” e “luna, K, 8, 9 e J” nella prima linea; “A, 10, 10, K, 10” nella seconda e nella terza “Q, 9, J, Q, 9”.
Secondo i giudici: “Tale sequenza raffrontata con la tabella di vincita non ha determinato una combinazione vincente, pertanto l’indicazione dell’interfaccia della slot è stata errata, con un esito non conforme alle regole del gioco”.
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