Max Verstappen arriva in Texas in testa al mondiale, ma non è l’unica classifica dove l’olandese è al top in questa stagione.
Il mondiale 2021 arriva al diciassettesimo atto, previsto per il Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin. Il clima previsto è quello delle grandi occasioni, con il pubblico che da queste parti è sempre molto caldo. Negli ultimi anni si arrivava qui con il mondiale praticamente già deciso, mentre stavolta Max Verstappen e Lewis Hamilton sono separati da appena 6 lunghezze.
La pista sorride di più al sette volte campione del mondo, che qui ha vinto in ben cinque occasioni. Per il pilota Mercedes sono sei le affermazioni negli USA, considerando quella del 2007 in McLaren ad Indianapolis, quando, da esordiente, resistette di gran carriera a Fernando Alonso. Le prove da fenomeno di Lewis in questo paese non sono mancate, ma anche Max può dire la sua.
Per il #33, ci sono state due rimonte davvero impressionanti nel 2017 e nel 2018. In entrambi i casi, l’olandese venne retrocesso in griglia a causa della sostituzione di power unit e cambio, cosa che compromise le sue ambizioni di podio. Un tipo come Verstappen non è abituato a mollare tanto in fretta, cosa che lo portò ad effettuare due rimonte incredibili.
Quella del 2017 lo vide protagonista di un sorpasso da brividi a Kimi Raikkonen a due curve dal traguardo, riuscendo a strappare il podio. Sfortunatamente, il pilota Red Bull andò a tagliare con quattro gomme la pista per effettuare la manovra, venendo così sanzionato dai commissari di gara. L’anno successivo invece, partendo dal diciottesimo posto chiuse addirittura secondo, davanti al poleman Hamilton e proprio alle spalle della Ferrari del finlandese. Nel 2019 chiuse terzo, dietro alle imprendibili Mercedes.
Verstappen, primato invidiabile in questa stagione
Max Verstappen detiene un record davvero incredibile in questo 2021, in base al quale dovrebbe avere un margine in classifica decisamente più ampio. Il figlio di Jos ha infatti completato 469 giri in testa sui 934 totali, ovvero più del 50%. Il suo rivale, Lewis Hamilton, ne ha condotti 133.
L’olandese aveva, ad esempio, dominato il GP di Azerbaijan disputato a Baku, salvo poi perdere tutto a causa dell’esplosione della posteriore sinistra avvenuta a pochi giri dal termine. Altra gara dominata dall’olandese fu quella in Spagna, dove Lewis lo beffò nel finale grazie ad una strategia migliore.
Un ulteriore motivo del perchè il britannico abbia condotto così pochi giri in testa sta nell’osservazione dei singoli GP: in Russia, tanto per citare un caso, il #44 è salito in cattedra quando mancavcano appena tre passaggi grazie alla pioggia, dopo una corsa interamente dominata dalla McLaren di Lando Norris. Anche a Silverstone accadde una cosa analoga, grazie al sorpasso sulla Ferrari di Charles Leclerc avvenuto ad una manciata di chilometri dalla bandiera a scacchi.
Se Hamilton era abituato a passeggiare nel 2020, la stessa cosa non si può dire in questa stagione. Verstappen lo ha messo sotto pressione, ma a causa di alcuni episodi sfortunati non è riuscito a chiudere i conti in anticipo. Una sfida decisiva si disputerà ora in Texas, dove la pressione è tutta sulla freccia nera.
Questa è infatti una pista Mercedes, mentre in seguito arriveranno le prove in Messico e Brasile, favorevoli alla Red Bull. Se il team di Brackley dovesse sbagliare ad Austin, per Max potrebbe essere una ghiotta occasione di mettere la freccia in classifica. Viceversa, si tratterebbe dell’ennesima conferma dell’incertezza di questo splendido campionato.
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L’equilibrio continua a regnare sovrano e nessuno riesce a prendere il sopravvento. La sensazione è che, prima o poi, dovrà accadere qualcosa che spezzi l’incantesimo. Per fare un esempio, un caso simile a Singapore 2017, dove i sogni Ferrari si interruppero bruscamente alla partenza.