Sebastian Vettel ha agganciato Michael Schumacher in una statistica molto curiosa. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
La prima stagione di Sebastian Vettel con i colori dell’Aston Martin è ufficialmente terminata. Il 2021 del tedesco è stato difficile, a causa di una monoposto che non è mai stata competitiva, contro ogni previsione. Viste le prestazioni della Racing Point nel 2020 (diventata Aston quest’anno), tutti si attendevano una continuità di risultati, vista anche la partnership sempre più crescente con la Mercedes.
Sin dai test invernali in Bahrain si è però notato che la monoposto avesse una scarsa competitività, con Seb costretto a compiere pochi giri a causa di problemi tecnici. La prima qualifica stagionale lo ha visto addirittura eliminato in Q1, a conferma delle grandi magagne di quest’auto.
Vettel si è poi adattato mano mano, trovando velocità su alcune piste e tenendo dietro Lance Stroll in classifica mondiale. La miglior gara del quattro volte campione del mondo è stata senza dubbi quella di Baku, dove ha gestito le gomme in maniera strepitosa. Allungando il primo stint, il nativo di Heppenheim ha potuto sfruttare un pneumatico molto fresco nella parte finale di corsa, sverniciando la Ferrari di Charles Leclerc e l’AlphaTauri di Pierre Gasly. Il secondo posto finale è stato la ciliegina sulla torta.
Anche in Ungheria, dopo altre gare anonime, il tedesco era riuscito a sfruttare una domenica pazza per concludere in piazza d’onore, dietro al vincitore Esteban Ocon sull’Alpine. Dopo le verifiche però, la sua Aston Martin è stata squalificata per la poca benzina rimasta nel serbatoio, un clamoroso errore della squadra che gli è costato 18 punti.
Prima di Monza, giravano molte voci di un suo possibile ritiro a fine stagione, prontamente spazzate via dal rinnovo contrattuale arrivato pochi giorni dopo. Seb sarà della partita anche nel 2022, sperando di avere a disposizione una monoposto competitiva e che lo riporti a lottare nei primi posti.
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Quando Sebastian Vettel debuttò in Formula 1, in molti lo paragonarono a Michael Schumacher, di cui avrebbe dovuto essere l’erede. “Baby Schumi” stupì tutti con la vittoria a Monza nel 2008, regalando il primo successo alla Toro Rosso. Il passaggio in Red Bull gli garantì quattro titoli mondiali, prima che l’arrivo in Ferrari ridimensionasse e non di poco la sua carriera.
Nonostante questo, Seb è riuscito a farsi amare dai tifosi del Cavallino, pur non avendo mai avuto la freddezza del Kaiser di Kerpen dal punto di vista mentale. Nei duelli con la Mercedes di Lewis Hamilton, il tedesco ha commesso troppi errori specialmente nel 2018, compromettendo la rincorsa al titolo.
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Nel Gran Premio di Abu Dhabi, concluso fuori dai punti in undicesima posizione, Vettel ha eguagliato una statistica appartenente a Schumacher: ha concluso ben 237 gare in carriera, esattamente come il suo idolo. Seb ha preso parte a 280 Gran Premi, contro i 308 del Kaiser di Kerpen, che in termini percentuali è ancora in vantaggio rispetto al connazionale. La speranza è che l’ex campione del mondo possa tornare competitivo il prossimo anno, poiché è uno di quei personaggi che fa bene a tutto l’ambiente con il suo carattere da bravo ragazzo.
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