Con lo spirito militante che ormai lo contraddistingue da Barcellona Vettel ha espresso il suo pensiero sulla guerra tra Russia e Ucraina.
Già lo scorso anno si era apertamente schierato contro l’inserimento dell’Arabia Saudita nel calendario della top class dell’automobilismo a causa delle note problematiche di rispetto dei basilari diritti umani che caratterizzano il Paese, per cui non sorprende che, giovedì mattina, appreso dello scoppio della guerra nella zona del Donbass Sebastian Vettel abbia non solo stigmatizzato l’attacco, ma altresì invitato la classe regina a boicottare il GP in programma a settembre.
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Il fatto che sia stato il driver di Heppenheim a esporsi in prima persona non è nulla di anomalo. Dal post lockdown convertito all’ambientalismo e alla tutela dei diritti delle minoranze come Lewis Hamilton, il 34enne ricopre attualmente il ruolo di responsabile della GPDA, l’associazione che rappresenta i protagonisti del mondiale.
“Sono rimasto scioccato dalle notizie che ho sentito. E’ davvero orribile ciò che sta succedendo“, ha dichiarato in conferenza stampa mettendo poi subito le cose in chiaro. “Il nostro calendario prevede una gara a Sochi e per quanto mi riguarda io non ci andrò. Anzi, penso che sia proprio sbagliato correrci“.
Addolorato per la perdita di tanti civili senza un reale motivo, il quattro volte iridato ha ribadito che la questione sarà affrontata in occasione del prossimo incontro del gruppo.
In linea con il punto di vista di Seb, il campione in carica Max Verstappen ha affermato che quando una nazione si trova coinvolta in uno scontro bellico, portarvi uno show è ingiusto.
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Più evasivo invece si è mostrato Charles Leclerc, non esattamente il prototipo dell’atleta che ha il polso della situazione riguardo l’andamento del pianeta. “Raccoglierò più informazioni“, ha dichiarato trasecolato il ferrarista. Infine, convinto che il Circus sceglierà la strada più corretta Fernando Alonso ha evitato di prendere una posizione netta.