Lei è una delle stelle di prima grandezza del nostro campionato di Volley femminile. Vanta un palmares di tutto rispetto tra Coppe Italia, Super Coppa Italiana e Coppa Cev.
E’ una atleta di lungo corso, che rappresenta non solo un simbolo della nostra pallavolo, ma anche un esempio per le più giovani. Per talento e abnegazione.
Volley: la terribile scoperta e l’amara diagnosi
In queste ore racconta il suo dramma e affida il suo sfogo ai social. Lei è Francesca “Ciski” Marcon, colonna di Bergamo, pallavolista dalla lunghissima esperienza. Avrebbe dovuto partecipare al raduno dei lombardi, invece è ferma ai box. La ragione? Una diagnosi terribile: pericardite post vaccino. La giocatrice è furiosa e nel contempo disperata, mentre nutre la speranza che si tratti di un problema di salute solo temporaneo dovuto agli effetti del farmaco anti-Covid. La Marcon accusa apertamente il sistema sanitario, confermando da una parte di non essere una no-vax, ma dall’altra di come, di fronte al progetto vaccinazioni, la popolazione del mondo debba considerarsi non a torto come una grande, grandissima cavia.
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Le accuse pesantissime al sistema sanitario
Le accuse della Marcon dovranno però essere corroborate da ulteriori attendibili verifiche: è fondamentale capire se davvero la sua patologia è riconducibile al vaccino. Se così fosse, e se la sua carriera fosse compromessa, la giocatrice potrebbe anche decidere di adire alle vie legali per chiedere un congruo risarcimento. E potrebbe non essere l’unica sportiva a scegliere questo percorso, se davvero si dimostrasse che Pfizer e Moderna provocano, in alcuni casi, patologie croniche che potrebbero quindi essere anche irreversibili, bloccando di fatto l’idoneità agonistica di un atleta.