La prima parte del campionato 2022 di F1 della Mercedes ha visto il nuovo che avanza Russell sbocciare. Davvero per Hamilton è finita?
Per alcuni il periodo d’oro di Hamilton è terminato nel 2021 quando Max Verstappen e la Red Bull sono riusciti a spezzare la catena di dominio che continuava imperterrita dall’avvio dell’era ibrida nel Circus.
Un po’ come accade a Sebastian Vettel nel 2014 quando, ancora tra le fila della scuderia energetica, faticò a convivere con il giovane promettente Daniel Ricciardo, così Lewis potrebbe aver trovato in Russell il freno definitivo alle proprie ambizioni di ottavo sigillo.
Al di là del colpo psicologico preso lo scorso anno quando probabilmente credeva nella possibilità di diventare il più vincente di sempre in F1, la consapevolezza di un nuovo regolamento tecnico più adatto a George, ha messo l’asso di Stevenage all’angolo. Ormai lontano parente del pilota combattivo che abbiamo conosciuto finora, il 37enne non passa weekend che non subisca il compagno di box.
Malgrado questo tracollo inaspettato, il team principal della Stella Toto Wolff non se l’è sentita di infierire ulteriormente e ha cercato di trovare nella sfortuna la ragione dello scarso rendimento di colui che per diversi campionati ha rappresentato il faro delle Frecce d’Argento.
Analizzando il weekend più recente del mondiale, ovvero Monaco, il manager austriaco ha evidenziato come il #44 si fosse trovato in ben due eventi contrari: il primo, la bandiera rossa in qualifica, il secondo, il famoso tappo di Alonso che, settimo, si è adoperato a non far passare nessuno.
“Quando le cose gireranno nel modo giusto sarà in grado di andare come il vicino di box“, ha affermato a Motorsport.com.
Dunque, nessuna crisi secondo il viennese, soltanto un momento di scarsa grazia. “Prima o poi il pendolo oscillerà in un’altra direzione!“, ha aggiunto alla Maurizio Mosca. “Ogni volta che non ci sono stati condizionamenti, ha dato prova di grande velocità. Non è vero che l’ex Williams gli è stato costantemente davanti. Entrambi lavorano bene assieme. Ciò che manca è una macchina competitiva”.
Pu non salendo mai sul gradino più alto del podio, la W13 sta permettendo all’equipe tedesca di attestarsi a terza forza in campo. “E’ dove siamo, ma non dove vorremmo essere”, ha asserito il 50enne. “Il nostro attuale potenziale è da quinti e sesti, per cui se si riesce ad inserirsi in top 3 è tutto di guadagnato“, ha poi concluso evidenziando come le lezioni odierne serviranno per il futuro a lungo termine.
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